IL GRANDE SILVAN
Cari ragazzi,
Il vostro amico Silvan vi porterà nel mondo della magia !
Come ?
Attraverso alcuni speciali volumetti ... e questo è il primo della magica serie.
Qui troverete un modo per incantare amici e parenti e perché no, i vostri insegnanti !
Questo è il mio piccolo grazie per l' affetto e l' amicizia che mi avete dimostrato nelle migliaia di piacevolissime lettere arrivate alla redazione di Topolino, alle quali ho risposto inviando la mia fotografia.
Un grazie per la fedeltà con cui avete seguito il vostro, nostro, splendido settimanale !
Eh, si, perché anch' io sono un assiduo lettore di Topolino !
Con le vostre lettere mi avete dimostrato tanto interesse per questo affascinante mondo quindi ... via, tuffatevi nei giochi di prestigio che troverete in queste pagine e seguitemi, piano, con attenzione e credetemi ... diventerete bravi quanto me !
Chissà, un giorno qualcuno di voi potrebbe indossare il ... cilindro da prestigiatore, così da mantenere viva la nobile tradizione italiana che quest' arte vanta.
In fondo, chi scrive ( e chi si ritiene a metà strada ) ha cominciato proprio così come state per fare voi !
Auguri !
Sim Sala Bim
Silvan
UNA BIOGRAFIA,
LA MIA
In questo primo fantastico volumetto, e in quelli che seguiranno, descrivo i primi giochi, quelli che presentavo, ancora ragazzo, all' inizio della mia carriera e che perciò ritengo particolarmente adatti per il prestigiatore principiante.
Il gioco di prestigio è vecchio quanto l' uomo che, dal momento in cui comincia a camminare eretto e ad accrescere le sue capacità intellettive, sviluppa l' arte di sbalordire e intimorire gli altri, per avere su di loro il sopravvento con mezzi diversi dalla clava.
Era infatti la magia ( intesa come prestidigitazione ) e non la "scienza ", che un tempo incuteva timore per la sua aria di mistero.
Magia che era praticata da pochi adepti e che si basava sull' abilità e psicologia del prestigiatore.
Prestigiatore si nascee o si diventa ?
Se poi, casomai, se convive in noi una speciale predisposizione a quest' arte, perché di arte si tratta, si può anche eccellere, un po' come in tutte le arti : la musica, la scultura, la pittura.
E parlo per esperienza : ho cominciato a fare giochi di prestigio quando avevo soltanto sette anni e il mio pubblico ( a differenza di quello di oggi che nelle "piazze" arriva a ventimila persone ... ) non riempiva neppure una stanza della casa in cui vivevo nella mia magica Venezia, dove sono nato.
A sette anni frequentavo la scuola e l' oratorio.
Fu proprio all' oratorio Don Bosco, a undici anni che affrontai per la prima volta un pubblico più numeroso di quello di casa : intrattenni un folto gruppo di coetanei e di assistenti laici e religiosi, per quattro ore consecutive.
Ottenni un successo strepitoso e l' eco di quei primi applausi è ancora vivo in me : indimenticabile !
Mio padre, comm. Giovanni Savoldello, funzionario della polizia lagunare, ancora oggi si domanda che cosa mi spingeva a preparare giochi sempre nuovi sempre più difficili, sempre più impegnativi : una mania rivolta all' approfondimento di tecniche del passato.
Studiavo quest' ultime nei vecchi libri sulla prestidigitazione che andavo raccogliendo e che consulto ancora.
In realtà, la realizzazione di un gioco di prestigio ricopriva, nella mia vita di fanciullo, un ruolo che andava al di là dello svago e promuoveva l' affinamento di certe facoltà che assumevano, nel contesto sociale, un valore personale nella conoscenza della psicologia umana.
Rimanevo ore e ore chiuso nella mia camera cercando di imitare i maghi del passato riscoperti attraverso la lettura di volumi polverosi trovati sulle bancarelle di libri usati.
Undici anni, non parrebbe così strano, ma più di trent'anni fa, i canoni di comportamento di un certo tipo di società erano molto diversi, la televisione era ancora in fase sperimentale.
Ero così preso dai giochi di prestigio, che mio padre mi fece sottoporre a ... visita medica !
Gli sembrava che io fossi vittima di un maleficio ( tramutavo l'acqua in inchiostro, facevo apparire le persone, sedute attorno a un tavolo, con sembianze scheletriche, spostando gli oggetti senza trucchi apparenti ! ) e temeva che qualcosa nel mio cervello funzionasse in modo insolito.
Ma la scienza medica, nella persona di uno psichiatra amico, lo rassicuro` : ero perfettamente normale.
Avevo soltanto il bernoccolo dell' arte magica!
Mio padre finì col rendersene conto e mi lasciò libero di perfezionarmi a livello dilettantistico nell' arte stessa.
D' altra parte, anche lui aveva avuto un' esperienza diretta di quanto affascinante sia il mondo dello spettacolo.
Somigliava a Rodolfo Valentino, il celebre attore del cinema degli Anni Venti.
E quando, nel 1926, Valentino scomparve ancor giovane, a mio padre fu proposto di interpretare un personaggio simile in un film.
Egli rifiutò, per continuare la sua carriera nella polizia urbana, e come tale non ... arrestò me agli inizi della mia.
Chi si prepara a diventare prestigiatore, deve prendere confidenza con il palcoscenico.
Io ebbi l' opportunità di farlo negli anni del liceo, quando recitavo con la compagnia filodrammatica in veneziano e in italiano.
Mi si addicevano i monologhi shakespeariani, fatti per un mattatore ; ma mi piacque anche recitare gli atti unici di Cechov e Pirandello.
Il problema era quello di vincere la sfida che mette di fronte l' attore, investito dalla luce della scena e il pubblico celato dal buio della sala : una sfida emozionante ma ricca di fascino, per ottenere di successo.
Come emozionante e ricca di fascino è a tutt'oggi la preparazione del mio attuale Super Magico Show con cui mi esibisco dappertutto.
Se chiudo gli occhi, risento l' esaltante sensazione di essere solo sul palcoscenico, davanti al pubblico che mi guarda e attende emozioni autentiche.
E ogni volta che mi presento davanti a un pubblico provo la stessa emozione, le stesse sensazioni.
Infatti lo studio profondo del trucco obbliga l' aspirante prestigiatore alla concentrazione, indispensabile per la comprensione di determinati movimenti e passaggi, imponendo gestualità misurata, calibrante, in armonia col proprio fisico, da eseguire uno dopo l'altro, nell' ordine naturale degli effetti che si desidera produrre.
E i movimenti, prima lenti, si ripetono e si ripetono, sempre più sicuri fino a creare l' illusione.
Et voilà, il gioco a questo punto è fatto ... per lo specchio, uno spettatore impietoso di cui il prestigiatore si serve per controllare i propri movimenti.
Ma lo specchio non è ancora il pubblico al quale il gioco deve essere "presentato".
Ecco, la presentazione impone all' aspirante prestigiatore lo stesso tipo di impegno che si richiede a un attore : scioltezza nei movimenti, parola facile, contenuta, efficace.
A volte bisogna che i muscoli della mano riescano a tendersi fino a nascondere 140 carte e senza che lo sforzo impedisca al prestigiatore di muoversi, sorridere, conversare con naturalezza e con eleganza cercando di fissare l' attenzione dello spettatore dove lui vuole con l' aiuto dello sguardo, del sorriso, della comunicabilita` che riesce a stabilire con la platea.
Insomma, il comandamento fondamentale per chi vuole diventare prestigiatore è : prova e riprova ogni gioco e non esibirti in pubblico finché il gioco stesso non lo sentirai tuo in ogni sfumatura, perché anche con dei semplici trucchi ... se tu sei convinto di fare una vera magia, il pubblico ti crederà e si stupirà.