SU PIBIRI IN SAMU
Potevano partecipare al gioco alcuni ragazzi, che mettevano le mani col palmo in su e le dita divaricate sul ginocchio di un capogioco.
Il capogioco toccava, una per una, le dita dei compagni e contemporaneamente diceva :
SU PIBIRI IN SAMU, andadu a pranu,
andada e beidi e mi aperidi mia porta,
e sali porta, e sali in manu,
succu de anau, succu de austu,
aimi de custu, de custu coccoi,
no nd' arreis oi, no nd' arreis crasu,
cunu barroi, bessiu de asi.
Poiché la traduzione di questa filastrocca è difficile, si fa una traduzione approssimativa :
Il pepe ..., va a palmo,
e sale porta, e sale in mano,
cuculo di primavera, cuculo di agosto,
dammi di questo, di questo pane,
non ne trattieni oggi, non ne trattieni domani,
cuculo impertinente, sei fuori.
Il giocatore che veniva toccato quando finiva la filastrocca, si doveva allontanare dal gruppo e il capogioco gli diceva :
Oili ! Oili ! su pei ti sicchidi !
Oih ! oih ! il piede ti si secchi !
E lui rispondeva :
Ti sicchidi che folla de canna !
Ti si secchi come una foglia di canna !
A questo punto il capogioco sentenziava una penitenza, che il giocatore doveva immediatamente fare.
( Marmilla)
VARIAZIONE
SU PIPIU PRANU
Ogni bambino metteva una mano e uno di essi toccava le dita di ogni mano, recitando :
Pipiu pranu
annada in pranu
annada e benidi
in bia benidi
in bia porta
passada in porta
in porta e mare
in porta e kussu
e chessi kustu
Pipiu pranu
va in ...
va e viene
in via viene
in via porta
passa in porta
nella porta del mare
nella porta di quello
e esce questo.
Ogni dito toccato all' ultima parola veniva piegato e non si toccava nelle conte che seguivano.
Vinceva chi restava prima col pugno, con tutte le dita piegate.
( Santulussurgiu)