BICCUS ( piccole pietre )
È un gioco praticato ancora oggi.
Il gioco si fa con cinque pietruzze rotonde "Biccus" detti " bicchi", e di solito sono noccioli di albicocche) possibilmente di uguale grandezza.
Si può giocare in due e più persone, che si siedono in terra e formano un cerchio.
Prima del gioco vero e proprio c'è una fase preliminare che si chiama " averai" ( controllate) che serve per stabilire l' ordine di partecipazione al gioco.
Questa fase si svolge in questo modo :
a turno ogni giocatore lancia in aria le cinque pietruzze che, possibilmente devono ricadere sul dorso della mano destra. Chi riesce a prenderne di più inizia il gioco.
Prima di iniziare il gioco vero e proprio si deve decidere se si fa il gioco di uno, di due, di tre o di quattro ; ciò significa che le fasi del gioco vanno ripetute una, due, tre o quattro volte ciascuna.
Le fasi complessive del gioco sono cinque.
FASI DEL GIOCO
1) Gioco dell' uno.
Si lanciano per terra le cinque pietruzze, se ne sceglie una, si raccoglie e, lanciandola per aria, contemporaneamente, prima che questa ricada nella mano destra, si deve raccogliere una pietra da terra. Si ripete fino a raccogliere tutte le pietre.
2) Gioco del due.
Si gettano le pietre in terra, se ne raccoglie una, si lancia in aria e le altre si raccolgono a due a due.
3) Gioco del tre.
Sempre con la stessa modalità, lanciando una delle pietre in aria, si raccolgono tre pietre e poi una singolarmente.
4) Gioco del quattro.
Sempre con la stessa modalità si raccolgono quattro pietre insieme.
5) Su piudeddu
Questa fase del gioco è facoltativa e si fa "s' accorra accorra" ( avvicinare).
Questa fase comprende tre fasi intermedie.
a) Si sistemano le quattro pietre a formare un quadrato e si deve cercare di avvicinarle il più possibile al centro, toccandole una per una con quattro lanci di una pietra in aria.
Dopo quattro avvicinamenti si devono raccogliere tutte insieme sempre con un lancio in aria della quinta pietra.
b) Si sistemano le pietre a due a due e si avvicinano con due lanci contemporanei all' avvicinamento. Poi si raccolgono tutte quattro insieme.
c) Si sistemano le pietre tre dalla parte destra del giocatore e una alla sua sinistra. Con un lancio e un avvicinamento delle tre pietre verso la singola si raccolgono poi tutte insieme.
6) Per finire il gioco si prendono tutte le pietre in mano, se ne lancia una per aria e, contemporaneamente, se ne mettono quattro a terra prima che la pietra lanciata ricada sulla mano.
Con un secondo lancio si raccolgono di nuovo.
Alcune regole da rispettare :
Chi sbaglia facendo cadere una pietra o non raccogliendone qualcuna o sfiorando quelle che non si devono raccogliere, passa la mano a uno dei compagni, secondo l' ordine di gioco stabilito all' inizio.
Quando si riprende il gioco, si ricomincia da dove si era sbagliato.
Vince il gioco chi finisce per primo.
Facoltativamente si può giocare anche con la sinistra ; in tal caso quando si finisce il gioco con la destra, si ricomincia con la sinistra.
Durante lo svolgimento del gioco si possono dire delle filastrocche in dialetto.
Per augurare al compagno di non prendere la pietra da terra, si diceva :
CAORU CAORU
passami` in s'oru
in soru mi passa,
fai biccu lassa.
Serpente serpente,
passami vicino,
vicino passa,
fa che lasci la pietra.
Per augurare al compagno che gli cadesse la pietra che lanciava, si diceva ( mentre il compagno lanciava in alto la pietra) :
SU BICCU SU BICCU
mi d' hau fattu maistu Lalliccu
maistu Lalliccu è su sraghestau
t' in d' arruada su biccu de sa mau.
La pietra la pietra
me l'ha fatta maestro Salvatore
mastro Salvatore è il sagrestano
che ti cada la pietra di mano.
Prima della quinta fase del gioco ( su piudeddu) si diceva :
PIUDEDDU PIUDEDDU
né cappa né cappeddu
ni` cappa e ni` cappottu
chi faddu torra bottu
chi faddu torra a innoi
tres pramus de frucci
tres pramus de frucidda
chi faddu torramidda.
Piudeddu piudeddu
né cappa né cappello
né cappa né cappotto
se sbaglio tiro di nuovo
se sbagli torna qui
tre palmi di bastone
tre palmi di forcone
se sbaglio rendimela.
Quando, per fare " su piudeddu " si faceva " s'accorra accorra ", si diceva :
ACCORRA ACCORRA
su cu' de sa sennora
su cu' de su busincu
accorrami` a strintu.
( Marmilla)
Avvicina avvicina
il sedere della signora
il sedere del bosano
avvicinami molto strettamente.
VARIAZIONI
Circa 30 anni fa a Fordongianus e a Oristano il gioco preliminare si faceva con le due mani:
ogni giocatore lanciava in alto i cinque sassi e cercava di riprenderli, voltando le mani.
Chi raccoglieva più sassi iniziava il gioco.
Si stabiliva quindi a quanti punti era la partita.
Seguivano, invariati, i giochi dell'uno, due, tre e quattro.
Al gioco del quattro, a Fordongianus, seguiva il gioco del cinque, mentre ad Oristano, seguiva il gioco del cinque e del sei.
GIOCO DEL CINQUE
Il giocatore, tenendo quattro sassi nella mano, lanciava il quinto in alto, posava a terra i quattro sassi e riprendeva il sasso lanciato.
Rilanciava quindi in alto il sasso che aveva in mano e riprendeva i quattro sassi, prima di riprendere il sasso lanciato.
GIOCO DEL SEI
Si lanciava in alto un sasso e, stringendo nel pugno gli altri quattro sassi, si faceva in terra una virgola.
Questo movimento si ripeteva per sei volte.
Terminate le cinque o sei fasi del gioco, il giocatore che non aveva commesso falli, con tutte e due le mani, lanciava in alto tutti i sassi e cercava di riprenderli voltando le mani, come nel gioco preliminare.
Ogni sasso raccolto valeva un punto ad Oristano, 10 punti a Fordongianus.
Chi raggiungeva il punteggio prestabilito per primo, vinceva la partita.
( Oristano)
( Fordongianus)
ZUGU DE SOS PIUDEDDOS
Un gruppo di bambini si procurava dodici pietruzze arrotondate.
Ogni giocatore aveva le sue dodici pietruzze.
La domenica sera si radunavano in " prazza" ( davanti alla porta di una casa ) e si sedevano in cerchio.
Dopo aver stabilito l' ordine del gioco, ad uno ad uno, i bambini si alzavano in piedi.
Ognuno doveva lanciare le pietruzze, ad una ad una, con la mano sinistra e le doveva riacchiappare nel palmo della destra.
Se cadeva una pietruzza, il primo giocatore doveva cedere il posto al secondo giocatore e così via.
Vinceva chi riusciva a prendere e tenere le dodici pietruzze nella destra.
( Pare che il gioco richiedesse tanta abilità che quasi nessuno riusciva a vincere).
( Ghilarza)