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6 Ex-IT: Come affrontare un primo colloquio in lingua straniera

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 · 1 year ago
6 Ex-IT: Come affrontare un primo colloquio in lingua straniera
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Ciao a tutti miei cari e giovani e Architetti, bentornati su StefaniaLand, io sono Stefania Arca un architetto e ingegnere che da anni vive e lavora all'estero e che oggi vuole parlavi di come io abbia scavalcato l'ostacolo della lingua straniera quando ho deciso di provare nuove avventure all'estero.

In realtà vorrei farvi una premessa che ritengo importante.

Io sono sempre stata un'amante delle lingue, fin da piccolina mi infastidiva quando non riuscivo a capire un discorso. E spesso mi trovavo a compiere un'azione e pensare come fosse strano che per me aveva un significato e per un'altra cultura era una cosa diversa.

Così sono sempre stata affascinata dall'idea di conoscere altro e di capire da me e non tramite un traduttore e quindi un filtro.

Così durante gli anni dell'università passavo le mie pause pranzo all'università perché non avevo tanto la possibilità di spostarmi, e soprattutto non tutti i giorni come da lezione.

Ecco che quindi in quelle 2 ore di pausa io ho fatto corsi universitari di lingua per inglese, spagnolo e tedesco.

Quando sono uscita dall'università avevo raggiunto un livello di C1 di inglese e un livello di C1 di spagnolo.

Dalla laurea al primo volo sono passati 3 anni.

Quando ho sostenuto il mio primo colloquio io avevo un livello d'inglese sicuramente calato e quindi direi B2.

Ma indubbiamente il mio inglese universitario, non era minimamente adatto al campo architettonico e poi loro americani, con il loro accento, i loro termini.

Confesso che non fu facile ma andai avanti.

L'intervista avvenne online via Skype.

Ricordo che non capii proprio tutto tutto, qualche parola o richiesta la saltai.

Ma allo stesso tempo riuscii a capire il senso di quello che stavano chiedendo e l'importante era non fare scena muta.

Quindi io risposi a tutto quanto.

L'importante era parlare, spiegare chi ero, e quali fossero le mie ragioni per voler attraversare un oceano e andare da loro.

E questo fu ciò che feci.

Alla fine chiusi la videochiamata.

Non ho assolutamente nessun ricordo di quanto duró, sicuramente almeno una mezz'ora.

Ma nel momento ero così tanto concentrata che non prestai minimamente attenzione all'orologio.

Chiusi la telefonata.

Un amico che voleva trasferirsi all'estero esattamente come me era lì che aspettava.
Ricordo che gli dissi: "non so come sia andata, mi rendo conto che qualcosa non la capivo in pieno e ho risposto come meglio abbia potuto".

E lui la prima cosa che chiese fu "hai chiuso la videocall con dei saluti di goodbye?"

E io "si perché?"

E lui "perché sei già arrivata alla fine del tuo primo colloquio in inglese. Non è da tutti. Sicuramente è andato meglio di quello che tu hai percepito".

Alla fine questo mio amico ci vide lungo.

Una settimana dopo ricevetti l'offerta di lavoro dallo studio e accettai.

Loro sono stati super carini

L'esperienza nel luogo e il doversi rapportare al cosiddetto Genius loci.

Ne parlo a Gabriele nel video consulenza 05.02 al minuto circa 24

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