VideoRisposta_ Purtroppo per i giovani architetti si ricade sempre nelle situaz
Si lo so, il problema che ho riscontratto io quando lavoravo in Italia per altri professionisti del settore era appunto questo che tu stai descrivendo. Ricordo che mi parlavano sempre di una gavetta che non terminava mai, non solo, ogni scusa era buona per ri-azzerare il discorso di avanzamento e ricordare che non valevo molto, anzi forse non valevo nulla.
Discorso semplice e quotidiano: se passavi da una pratica X a una pratica Y secondo loro ricominciavi da zero.
Capisci bene che questa diventava la scusa buona per ricominciare il mio percorso da zero.
Poi io personalmente ho trovato anche uno scoglio culturale nel privato.
Non so perchè ma in generale i clienti privati declinavano gli architetti per tre ragioni:
- Erano convinti che a parità di prestazioni gli architetti costavano di più. Fortunatamente ho anche il titolo da Ingegnere quindi con questi soggetti mi presentavo da Ingegnere e non da Architetto.
- I clienti privati sono convinti che gli Architetti fanno solo cose stravanti e anzi, per citare le loro parole "pazze"
- A livello culturale ho visto davvero tante persone pensare che la mia parcella potesse essere diminuita o annullata senza porsi nessuna questione. Mi sono sentita molto svilita.
In genere mi veniva detto "dai vienimi incontro visto che già devo pagare la spesa della ristrutturazione e l'impresa costa"
La verità era che l'impresa doveva comprare dei materiali che trovi fisicamente in negozio, ergo se un materiale costa 100, non ti viene dato se tu non paghi 100.
Noi quindi siamo svantaggiati perchè con il fatto che il nostro lavoro non è un materiale fisico, ma è un materiale mentale, che è prodotto dai nostri ragionamenti, possiamo essere svalutati.
Quindi insomma per la mia esperienza ho trovato molto ostacoli da un po' entrambi i lati della professione.
Hai voglia di dire " si ma io rimango fermo alle mie idee, ai miei principi e non deprezzo la mia professionalità e la mia parcella"
Ci sono veramente tanti professionisti, e non parlo solo come numero di architetti ma anche come numero di ingegneri, geometri e periti, tali per cui il cliente ha il coltello dalla parte del manico dicendo "io non vado da Stefania, ma vado da Genoveffa".
Io in Italia non sono riuscita a lasciare il nido di casa perchè non sono riuscita a mostrare il mio valore. Un valore perè che esisteva visto e considerato che all'estero non ho veramente avuto problemi a piazzarmi e a rendermi indipendente.
A me l'estero mi ha permesso di respirare oltre che di migliorare tantissimo a livello personale.
E tu, ti riconosci nella situazione italiana che ho descritto qua sopra?