IL MANUALE DEL POETA
Da " Il manuale del poeta" di Mario Santagostini- Arnoldo Mondadori editore...
Primo capitolo : INCOMINCIAMO
Nel 1979, in una scuola media, alla domanda : " Perché si scrive in poesia e non in prosa ?" il poeta ATTILIO BERTOLUCCI affermava :
Vorrei rispondere prendendo ad esempio un grande poeta : GIACOMO LEOPARDI.
Perché Leopardi non ha scritto L'INFINITO in prosa? L' ha scritto in versi perché così ha espresso con più intensità e concentrazione quello che pensava. Per darvi una prova della singolarità della poesia rispetto alla prosa, ricordo il primo verso di quella lirica :
Sempre caro mi fu quest' ermo colle
Se spostiamo l' aggettivo " ermo", stranamente tutto l' incanto, l' incantesimo di questa poesia crolla. Se tu dici :
Sempre caro mi fu questo colle ermo
Non cambia il significato, ma è cambiata la musica e quindi la poesia non c'è più, questo non è più un bel verso. È molto importante quello che ti interessa sapere, il Significato, ma è anche molto importante e decisivo quello che la poesia dà attraverso le Immagini, è qualcosa che viene forse prima del pensiero, cioè il SUONO, la MUSICA.
Per diventare poeti o intenditori di poesia bisogna farsi l' orecchio sulla musica delle poesie, allo stesso modo che per essere intenditori di musica bisogna ascoltarne molta, con attenzione e partecipazione.
Introdurre alla poesia, di fatto, significa illustrare le ragioni per cui un pensiero o un' esperienza acquistano, attraverso una determinata esposizione delle parole, un valore che RAGGIUNGE, TOCCA, INCONTRA, SMUOVE la nostra sensibilità.
BERTOLUCCI ci mostra molto chiaramente come, in questa operazione, la riuscita è in gran parte affidata agli equilibri che le parole riescono a volte ad ottenere. Equilibri spesso delicati, le cui strutture ci proponiamo di analizzare ed esporre almeno in parte. Poi sarà l' ATTENZIONE e la PARTECIPAZIONE del lettore ciò che, forse, completerà il lavoro.
Secondo capitolo : IL RITMO
Ovviamente, il nostro punto di partenza sarà il LINGUAGGIO.
Diciamo che la poesia è fatta esclusivamente di linguaggio ed al lettore- fruitore contemporaneo restano tre possibili modi per conoscere una poesia : la LETTURA silenziosa ; la LETTURA ad alta voce ; l' ASCOLTO della poesia dalla voce del poeta stesso o di un attore.
Sempre di linguaggio si tratta, anche se in diverse manifestazioni e con diversi canali di trasmissione.
Nella lettura ( o nell' ascolto) ci possono colpire molte cose :
- le parole della poesia
- le sensazioni che questa produce,
- gli insoliti costrutti sintattici,
- i termini ricercati
- la musicalità dell' insieme.
E quest' impasto di percezioni sottili o grossolane varia a seconda della nostra disponibilità, del nostro umore, della nostra malizia di lettori, oltre che a seconda del valore della poesia.
Ma un aspetto colpirà sempre e ovunque :
La presenza del RITMO che attraversa le parole e, in qualche modo, le avvolge.
Cos' è il RITMO in poesia ?
Incominciamo col dividere il ritmo in PRIMARIO O CARDIACO E SECONDARIO O GIAMBICO
IL ritmo PRIMARIO o cardiaco altro non è che il ritorno periodico e costante di qualsiasi stimolo.
Il ritmo SECONDARIO si ha quando si è in presenza di uno o più intervalli diseguali.
Il RITMO è, in generale, un Ordinamento di Tempi.
IL METRO
Se il ritmo è l' organizzazione di alcune norme sonore, IL METRO rappresenta la figura, lo schema ricorrente che una certa legge ritmica può possedere.
Se il ritmo è la concretezza del movimento che una poesia possiede, il METRO è l' ossatura di questo movimento, la misura che una certa successione di parole acquista.
METRO e RITMO vanno considerati e analizzati insieme.
I metri sono svariati : lunghi, corti, rapidi, lenti ... osserviamo alcuni esempi :
Ho perduto mezzo il fiato
Per gridare zuppa e pappa
(Angiolo Poliziano (1454-1494) ballata XXVI )
Vagar mi fai co' miei pensir su l' orme
Che vanno al nulla eterno, e intanto fugge
Questo reo tempo, e van con lui le torme
Delle cure onde meco egli si strugge ;
( Ugo Foscolo (1778- 1827) Alla sera)
Si sente un galoppo lontano
Più forte,
Che viene, che corre nel prato, :
La Morte ! La Morte ! La Morte !
( Giovanni Pascoli (1835- 1912) Scalpitio)
Le forme metriche sono delle norme consolidate da una tradizione che il poeta sceglie di applicare volta per volta.
È evidente che ogni applicazione di una forma metrica genera un nuovo ritmo.
Ogni lingua " sceglie" il proprio modo di organizzare il ritmo.