I social offrono spunti non approfondimenti
I social sono uno strumento straordinario per ricevere suggestioni in tempo reale e entrare in contatto con prospettive altrimenti difficili da trovare su altri media. Eppure, spesso spingono a confondere gli spunti con gli approfondimenti: offrono l’illusione della conoscenza su un certo tema ma senza esaurirlo mai, senza offrire la possibilità di entrare in profondità.
È la difficoltà di chiunque faccia seria divulgazione: quello che vorresti dire non trova spazio nelle strettoie dei social, e dovrai sempre rimandare altrove, ad articoli, libri, incontri.
I fatti d’attualità possono essere l’occasione di scoprire la propria ignoranza e cercare di capire davvero di quanti pregiudizi e false credenze siamo pieni.
I social danno la possibilità di scoprire quello che è stato invisibile per noi per molto tempo, ma quel che conta davvero è l’approfondimento, che però è ben più faticoso e ha bisogno di altri luoghi e altro impegno.
L’iper-produzione tossica di informazioni è una caratteristica intrinseca dei social, ma è responsabilità di tutti non intasare i feed con opinioni basate sul nulla intorno a temi cruciali.
Potremmo cercare di abitare questi spazi come porti da cui partire per conoscere, e non con l’illusione che siano i punti di arrivo del sapere.