Esercitarsi a cadere
La vita, presa senza ammortizzatori, è insostenibile. Bisogna però saper scegliere gli strumenti giusti, capaci di ammortizzare i fallimenti, le fatiche, le delusioni. Qualcosa che nell’ansia di attutire il colpo non finisca però col far sparire del tutto il dolore e, quindi, il sapere.
Imparare ad arrendersi al fatto che, se si considera la vita una gara, si sta partendo sconfitti in partenza. Le idee di progresso, di crescita, di potenziamento come cardine dell’esistenza portano a sbattere brutalmente contro il muro della realtà.
Le tragedie greche, i grandi miti antichi e molte nuove narrazioni contemporanee, focalizzate sui fallimenti, sulle cadute e sulle asperità aiutano invece a riconoscere i nostri limiti e a elaborare la nostra fruttuosa impotenza.
Imparare a gestire il senso tragico dell’esistenza non porta alla disperazione ma avvicina alla serenità: se la vita è una grande caduta, si può imparare a cadere con stile. A liberarsi dalla stretta della società della performance per poter performare autenticamente l’ignoto.
Perché ciò che conta, al contrario di quel che si dice, non è imparare a rialzarsi, quanto piuttosto esercitarsi a cadere, con grazia e furia.