L' Alba dei nuovi Dei
La vita contemporanea sembra non avere senso, valore e direzione. Mancano la bussola, le mappe e la struttura per cogliere i motivi per cui valga la pena vivere. Non si sa più scorgere il «perché».
L’esistenza appare come un contenitore ben sterilizzato ma vuoto, dove è impossibile far germinare una comunità.
Siamo spinti a considerarci gli unici artefici e responsabili del nostro destino, e così facendo sentiamo un peso insostenibile, che rende impossibile vivere e blocca l’azione e lo sguardo. Percepiamo di abitare una qualche crepa, e ci sentiamo unici e isolati. Forse abbiamo contemporaneamente torto e ragione.
Per capirlo dobbiamo domandarci se è la prima volta che gli esseri umani si siano mai sentiti così. Questo tempo è davvero nuovo, è davvero inedito? È mai esistita un’epoca precedente alla nostra in cui è avvenuto un cambiamento simile? Cosa hanno fatto le persone allora? Possiamo imparare da loro, anche soltanto a non commettere gli stessi errori?
Qualcosa di simile a quello che stiamo vivendo è già successo due millenni e mezzo fa quando nacque la filosofia, durante uno sconvolgimento molto più simile al nostro di quanto possiamo immaginare. In quel tempo si spaccò la terra sotto i piedi degli umani e si creò una frattura affine a quella che si è aperta adesso, e alcune persone ebbero il potere di scegliere dove condurre se stesse.
Quella crepa che si aprì cambiò il modo in cui gli esseri umani percepivano se stessi, la propria vita, i valori, le relazioni e il modo stesso in cui pensavano. La filosofia rappresentò una rifioritura e una perdita, un’evoluzione e una profanazione. Un rinnovamento radicale del senso stesso del «fare comunità».
Scopo di questo libro, dunque, è raccontare cosa ci sta accadendo, cosa rischiamo di perdere e come possiamo inventare nuove collettività, aiutandoci a non franare nelle stesse insidie in cui caddero i nostri vicini antenati nella Grecia antica.
“L’alba dei nuovi dèi” esce il 19 ottobre per Mondadori.