Cosa farai stasera?
Cosa farai stasera? Ci sarà spazio per la noia e per il vuoto?
In tedesco la parola “feierabend” indica il riposo serale, il tempo di staccare, di riposarsi, di dedicarsi alla contemplazione.
Sempre di più, al contrario, sembra che quello della sera sia un tempo da ottimizzare, in cui recuperare quello che non si è riusciti a fare durante il giorno e continuare a mostrarsi presenti e attivi, e questo acuisce il senso di stanchezza e sfinimento.
Walter Benjamin diceva che la noia profonda è “un uccello incantato che cova l’uovo dell’esperienza”. La noia è un ingrediente essenziale del processo creativo, è quel momento in cui il tempo si dilata e fai esperienza del vuoto, senza l’ansia di riempire quello spazio con un intrattenimento superficiale. Come cantava Battiato, “Certe notti per dormire mi metto a leggere / ma invece avrei bisogno / di attimi di silenzio”.
Oggi occupiamo tutti gli spazi liberi, terrorizzati dal vuoto.
La noia oggi appare come qualcosa da combattere, un segno di debolezza e pigrizia, e invece è essenziale al nostro cervello, alla nostra vita emotiva, alla parte più autentica di noi.