È difficile non fare retorica ma è essenziale parlarne ancora
Quant’è difficile scrivere qualcosa su questa giornata contro la violenza sulle donne. Quant’è difficile non essere retorici, non farsi banali, non cadere nel già detto, già scritto o già sentito.
Quant’è difficile dover ripetere ancora una volta che c’è un bisogno assoluto di educazione sentimentale nei maschi a partire dalle scuole e di fondi essenziali per sostenere chi subisce violenza. Spiegare ancora che manca una visione politica sul tema della prevenzione, una formazione delle forze di polizia e dei programmi seri per uomini violenti.
Oggi abbiamo visto scorrere migliaia di post sul tema, alcuni accorati e profondi, altri retorici e acchiappalike, ma tutti finivano col far crescere un senso di nausea: non è anche questo, questo dover ribadire ogni anno l’ovvio, una forma di prosecuzione della violenza?
Il fatto è che la nostra società è eccezionale nell’inventare giornate mondiali in cui battersi il petto per l’indignazione, ma non spinge realmente i propri membri verso un cambiamento reale, non offre tempo e risorse all’educazione sentimentale, smantellando il modello tossico basato sul controllo e sul potere. Si fa bastare gli appelli per capitalizzare sull’indignazione, ma poi restano sempre e soltanto i corpi uniti in protesta a cambiare le cose.
Si tratta di ridefinire quei paradigmi dati per immutabili. Che in realtà stanno lentamente mutando, ma con quanta fatica e quanto dolore inutili.