A cosa servono le polemiche sui social
Le polemiche sui social sono diventate noiose e indigeste per la maggior parte delle persone, e non fanno altro che impedire il dibattito e l’educazione al conflitto, coltivando al contrario il desiderio di annientamento dell’altro.
Creano l’illusione che litigando o gettando fango in giro si stia facendo davvero qualcosa. E spesso sono la reiterazione di cose già dette e gia discusse. Abitiamo questi spazi da poco ma abbiamo già finito gli insulti: l’unico brivido rimasto è scoprire a chi tocca oggi la gogna.
Quello digitale potrebbe essere uno spazio di dialogo e dissenso, in cui argomentare anche animatamente il proprio pensiero e ascoltare quello degli altri. Eppure ci si scaglia contro qualcuno o qualcosa al solo scopo (a volte anche inconsapevole) di aumentare il proprio pubblico e tenerlo attivo, oltre che per occupare il tempo e sentirsi vivi.
In questo modo si intossicano l’ambiente digitale e la propria psiche, e di polemica in polemica si perde di vista quello che davvero ci sarebbe da fare.
Dovremmo interrompere quell’automatismo che ci porta a scrollare e ingurgitare contenuti e usare questo spazio per chiederci davvero come stiamo. Fermare la Ruota della Sfortuna che sorteggia a caso il nemico del giorno. Smettere di seguire e dare linfa a quei profili tossici capaci soltanto di offrire una dose di indignazione quotidiana - anche se ci fanno sentire migliori degli altri - e contribuire davvero a un’educazione politica della comunità che abitiamo.