Non siamo ancora liberi di scegliere
La Corte costituzionale ha appena dichiarato inammissibile il quesito referendario sull'eutanasia legale. In sostanza, dopo mesi di lavoro e 1.239.423 firme raccolte, non sarà possibile votare il referendum.
In attesa che la sentenza venga depositata, l’ufficio comunicazione ha dichiarato che "a seguito dell'abrogazione, ancorché parziale, della norma sull'omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili".
Chi da anni lavora per permettere che ciascuno decida della dignità della propria vita umana cercherà altre strade e userà altri strumenti, ma è sconfortante.
Troppe proposte di legge non vengono mai calendarizzate in Parlamento, e tante di queste riguardano la tutela delle persone discriminate, i diritti civili e sociali e, appunto, la libertà di scelta sul proprio corpo e sulla propria vita. E se anche le iniziative della società civile rischiano di essere bloccate, diventa sempre più faticoso avere fiducia.
È difficile praticare la cittadinanza attiva quando politica e istituzioni non affrontano questioni di etica pubblica così urgenti, che sono complesse e su cui serve legiferare con attenzione, ma per cui non si può ancora aspettare.