Perché la noia ci fa paura
La noia ci fa paura. Lo aveva già anticipato Bertrand Russell nel 1930, quando scriveva che una generazione che non sa sopportare la noia diventerà necessariamente una generazione di persone meschine nelle quali ogni impulso vitale appassisce. Oggi non appena rischiamo di annoiarci cerchiamo una distrazione, un modo per poter rimanere attivi, ma questo ci impedisce di vivere il tempo di quiete, che lo psicologo Adam Phillips definisce di ‘sospesa anticipazione’, cioè quello stato in cui non stiamo facendo niente, non sta accadendo niente, ma siamo osservatori di ciò che accade. È il tempo in cui possiamo fare esperienza della meraviglia, o semplicemente annoiarci, ma è un tempo che non dedichiamo alla contemplazione perché abbiamo paura che diventi tempo perso. Ecco il paradosso: viviamo con l’idea che il tempo sia l’unica cosa che abbiamo, e siamo convinti che per usarlo al meglio vada ottimizzato, e così facendo lo disperdiamo e lo sprechiamo. Che noia.