Non è finito il mondo
Non è finito il mondo.
Ora ci aspettano tempi complicati, ma questo sarebbe stato vero comunque, tra crisi ambientali, energetiche e geopolitiche che ci obbligavano comunque a ripensare tutto da capo. In fondo poter guardare direttamente in faccia l’orrore è anche un bene: non c’è spazio per scuse e temporeggiamenti.
L’Italia ha scelto di accelerare verso l’abisso, dove è comunque diretto il mondo già da un po’: chissà che questo non svegli i viaggiatori addormentati.
Il nostro paese non ha mai smesso di essere attraversato da idee diverse, di chi oggi fatica a capirsi e rischia di separarsi ancora di più.
Non c’è niente su cui siamo davvero tutti d’accordo.
Siamo un paese complicato che si spacca e cambia senza cambiare mai.
Quello che si può fare adesso è dare spazio a quello che nell'Inferno, Inferno non è. Non perdere troppo tempo a demoralizzarsi perché tempo non ce n’è, e lottare per difendere le proprie idee anche se non sono quelle della maggioranza, nella convinzione che però è proprio al bene comune che potranno portare beneficio.
Chi deve fermarsi a fare una seria analisi di coscienza è la classe politica progressista, che nella sua ignavia ha gran parte della responsabilità del fatto che tanta parte del paese non crede più a niente.
Lasciate a loro il pianto e prendetevi il fuoco, prendetevi il diritto di infuriare contro il morire della luce, con tutta la gioia e l’intensità di cui siete capaci.