La regola aurea per mettere in ordine i libri
Qual è il modo migliore per mettere in ordine i propri libri?
Tra i bibliofili c’è chi cataloga per casa editrice, per autore o per argomento; c’è poi chi lo fa per colore, data di lettura o dimensione del volume. C’è chi sviluppa metodi personalissimi e chi affianca i volumi un po’ come viene.
C’è poi chi, come una signora ben consigliata incrociata una volta in una libreria dell’usato a Roma, vuole soltanto “tre metri e mezzo di Adelphi qualsiasi, perché m’hanno detto che arredano come nient’altro”. (Quant’è vero, signora).
Ad ogni modo esiste una regola aurea che conoscono in pochi, capace di trasformare una normalissima fila di libri in un essere vivente, una specie di pianta che va innaffiata regolarmente d’attenzioni ma che è capace di mettere fiori inaspettati.
È la “Regola del buon vicino”, formulata dal grande storico dell’arte tedesco Aby Warburg, secondo cui nella biblioteca ideale, “quando si cerca un certo libro, si finisce per prendere quello che gli sta accanto e che si rivelerà essere ancora più utile di quello che cercavamo”, per usare le parole di Roberto Calasso.
È una regola eccezionale ma impegnativa: vuol dire che ogni libro sugli scaffali dev’essere pensato innanzitutto come relazione. Non significa avvicinare tra loro testi che trattano lo stesso argomento: si tratta piuttosto di proiettare la propria mappa mentale attraverso il posizionamento dei volumi sulle mensole; di disegnarsi la testa sulla libreria. Per esempio, se oggi andassi a cercare l’edizione Einaudi con la chaise longue su fondo bianco in copertina di quel capolavoro di “Lamento di Portnoy” di Philip Roth, per me è cruciale che di fianco possa trovare la nave blu da crociera di “Una cosa divertente che non farò mai più” di David Foster Wallace. È uno stratagemma attraverso cui pensare al me stesso del futuro, nel momento in cui sentirà il bisogno di quel libro.
E, quindi, un modo per provare a rispondere oggi alla domanda: “cos’altro è utile che incontri a quel punto, una volta armato di quel desiderio?”
Andrea