La poesia finestra di Patrizia Cavalli
Chi scrive grande poesia finisce spesso col diventare più simile a un albero che a un umano: come un albero va in cerca e si nutre del mediocre e dell’ordinario e lo reimmette nel mondo sotto forma di versi di meraviglia distillata, di stupore e di spropositato.
E così la poesia è la nostra fotosintesi, che trasforma la vita e i suoi scarti in nutrimento essenziale, utilizzando l’energia degli sguardi solari.
Patrizia Cavalli era un grande albero sotto la cui ombra ci siamo a lungo riparati, che abbiamo letto e riletto, e allo stesso tempo era rarefatta, molteplice, cangiante, una finestra in grado di dare parola a cose che non si potevano dire.
È stata una rivoluzione agìta con la potenza dei versi, una maestra di fioritura.
Bene, vediamo un po' come fiorisci,
come ti apri, di che colore hai i petali,
quanti pistilli hai, che trucchi usi
per spargere il tuo polline e ripeterti,
se hai fioritura languida o violenta,
che portamento prendi, dove inclini.
se nel morire infradici o insecchisci,
avanti su, io guardo, tu fiorisci.
Amore non mio e neanche tuo, Patrizia Cavalli