Per un desiderio felice
Abbiamo bisogno di coltivare un desiderio che non sia imbrigliato nelle dinamiche della società di mercato, che non sia legato al senso di contentezza dato dal consumo, ma che sia felice. Un desiderio che sia ricerca della bellezza.
La bellezza è un nutrimento essenziale dell’essere umano, è esperienza dell’alterità e della relazione. Perché ogni cosa del mondo è in relazione, e la relazione è l’essenza delle cose: tra esseri umani, tra umani e mondo, tra umani e idee.
Come individui possiamo liberarci da molti condizionamenti, acquisire un’immagine positiva di noi, ma un percorso personale resta comunque narcisistico e incompleto se non si apre mai a una dimensione collettiva. Di nuovo, il personale è politico quando è condiviso, cioè quando la persona entra in relazione con le altre e ricomincia a percepire il mondo come un luogo pieno di meraviglia.
Carlo Rovelli racconta che la migliore descrizione della realtà, dal punto di vista della fisica, è un susseguirsi di eventi che tessono una rete di interazioni. Il singolo ente non è che un effimero nodo di questa rete: ogni cosa è solo ciò che si rispecchia nelle altre e «l’interconnessione delle cose, il riflettersi l’una nell’altra, splende di una luce chiara»; ogni umano non è che una singola, mera increspatura in una «rete di reti».
Da “Specchio delle mie brame” di Maura Gancitano, Einaudi