I furbetti sono ovunque...dal web
POST ANONIMO
Ciao a tutte. Scusate in anticipo se il post risulterà un po' lungo ma ho bisogno di sfogarmi riguardo una cosa successami la scorsa settimana. Percepisco sussidio Universal credit poiché, da quando sono stata licenziata causa pandemia, ho rivisto molte delle cose successe nella mia vita lavorativa e mi sono promessa di non fare più lavori che mi costassero la salute mentale (ho lavorato principalmente come addetta alle vendite in central London).
Tornando al discorso, percependo ancora Universal credit, ho dei committments che devo mantenere se voglio continuare ad avere questi introiti. E fin qui tutto bene. Premetto che sto continuando a cercare lavori da remoto flessibili, che mi permettano di rientrare nel circuito lavorativo ma che al contempo non mi causino attacchi d'ansia come in passato. Nel frattempo cerco di promuovere la mia attività personale, quindi puntando anche al self-employment.
Settimana scorsa mi reco al solito appuntamento in sede per discutere dei progressi nella ricerca del lavoro. Mi trovo questo "work coach" mai visto prima che, appena mi siedo, comincia già a guardarmi male; non capisco, rimango sorridente e attendo che il colloquio inizi.
Inizia a chiedermi un recap di quello che faccio, gli dico che sto cercando di far funzionare il mio piccolo business e quindi questo richiede tempo e soldi, poiché tutti i miei risparmi vanno negli investimenti che faccio pian piano per cercare di aumentare le possibilità di successo di questa piccola attività. Riporto da qui in poi la conversazione così com'è avvenuta.
Lui: ok ma qui c'è scritto che tu hai già avuto un colloquio col mio collega riguardo al self-employment ed al momento la tua attività non sta funzionando, non stai ricevendo introiti sufficienti per renderti autosufficiente
Io: sì, ne sono consapevole, sono cose per cui è richiesto tempo
Lui: ok ma devi cercare un altro lavoro nel frattempo
Io: sì, lo sto facendo. Sto cercando qualcosa che possa essere fatto da remoto così che riesca a conciliare le due cose
Lui: perché non cerchi qualcosa tipo in ufficio?
Io: nel mio trascorso lavorativo ho fatto solo lavori nel campo del customer service e dell'hospitality. Inoltre, in questo momento non riesco ancora a gestire il rapporto diretto coi clienti. In passato sono andata in burnout a causa dei miei impieghi ed ora non sono più disposta a tornare in quelle condizioni
Lui: hai un certificato medico che attesti che hai problemi di questo genere?
Io: guardi, sono in Universal credit ed ovviamente non ho introiti sufficienti per potermi pagare un percorso di psicoterapia
Lui: ah ma chi percepisce sussidi ha agevolazioni ed esenzioni in merito
Io: ah, non lo sapevo
Lui: guardi, essere una persona adulta significa saper gestire lo stress, perché qui bisogna pagare le bollette e l'affitto
Io: so perfettamente cos'è lo stress e come vada gestito e se il lavoro che devo fare mi costa la salute mentale mi dispiace ma non lo farò.
Lui: nemmeno io vorrei essere qui oggi a fare sto lavoro, eppure eccoci qui a tenere questa conversazione.
Ho l'impressione che tu non abbia problemi di salute mentale, ma solo "mental barriers to work"
Io: ...
Lui: ti dò sei settimane per cercare il "lavoro che vorresti fare", dopodiché ti dovrò mandare io a fare un lavoro qualsiasi, anche hospitality
Io: a dicembre non sarò qui, "I will be at home"
Lui: home? Perché chiami quella (l'Italia) casa? È qui che percepisci il sussidio, questa è casa tua!
Dov'è che abiti tu?
Io: a Londra
Lui: quindi questa è home!
Dopodiché gira il monitor del PC verso di me e dice: "questo è quello che percepisci, giusto? Questo è quello che ti paghiamo"
(Come a spingere sul senso di colpa di ricevere dei soldi per non fare assolutamente niente, dal suo punto di vista)
Lui: perché devi rientrare in Italia?
Io: perché ho visite mediche e dentistiche e il mio dentista è là
Lui: e quante volte vai in Italia?
Io: ogni tre mesi
Lui (scoffs): lo sai che devi comunicarlo ogni volta che vai via?
Io: è tutto scritto sul journal, l'ho sempre comunicato
Il colloquio termina con questa sua frase: lo so che è stata dura ma bisogna attenersi alle regole
Io: ne sono consapevole, non la prendo sul personale
Da lì a poco ho avuto un meltdown che non pensavo di avere. Un crollo verticale, attacchi fortissimi di ansia e tutto ciò che ne può conseguire. Il giorno dopo, all'ennesimo attacco di ansia, decido di chiamare la helpline di Universal credit per spiegare l'accaduto. L'operatore prende nota del tutto e mi suggerisce di inoltrare complaint e così faccio, passandomi la chiamata all'ufficio di competenza. L'operatrice riascolta tutta la faccenda, compila il complaint e mi dice che, per cambiare coach, devo fare richiesta scritta sul journal, assicurandomi che nel frattempo il complaint inoltrato a lei verrà preso sul serio e seguirà procedura che richiede però diversi giorni.
Ringrazio, chiudo la chiamata e scrivo sul journal, senza scendere troppo nei dettagli, che ho necessità che il mio work coach venga cambiato. Mi risponde lo stesso coach in questione dicendo che ha preso atto di quanto scritto, che la richiesta verrà discussa e che avrò notizie in due time. Ad oggi non ho ancora avuto nessun aggiornamento da nessun fronte ed il prossimo appuntamento è ancora con questo coach per il giorno 4 novembre.
C'è qualcuna che si è trovata in condizioni analoghe alla mia o che sappia qualcosa su come gestire queste casistiche? C'è qualcosa che posso fare? Grazie mille per avermi ascoltata
