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LA PRINCIPESSA SARACENA

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Published in 
LEGGENDE SARDE
 · 2 years ago
LA PRINCIPESSA SARACENA
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Tutti sanno che, anticamente, la Sardegna era tristemente soggetta a continue incursioni da parte dei terribili Saraceni : "I Mori" , così li chiamava l' antica gente dell' isola. E viveva, in quel tempo lontano, un feroce e potente sultano il quale, pare, avesse una figlia dotata di straordinaria bellezza. Ma benché fosse un crudele tiranno, egli amava così teneramente la sua unica e bella figliola al punto di non poter fare a meno di condurla con sé, nonostante il serio pericolo di vita cui la esponeva, anche durante le sempre più frequenti incursioni in terra straniera.
Tu sei una dolce e divina creatura - le diceva quel padre innamorato - sei per me un dono del cielo, e sono sicuro che, con te al mio fianco, mai alcuna impresa si rivelerà troppo ardua, mai alcuna impresa mi vedrà sconfitto ! -
E le cose, in effetti, andarono avanti in questo modo per lungo tempo ; quando un fatidico giorno, uno dei soliti tentativi di depredare la già misera gente sarda falli miseramente.
Non solo : la flotta saracena venne completamente distrutta, il crudele sultano morì in battaglia e la sua incantevole figlia fu fatta prigioniera.
Non sempre però, si sappia, la guerra è causa di eterne divisioni. L' eroico condottiero sardo, dopo la vittoria, non volle mostrarsi inclemente ; non solo ebbe compassione della graziosa fanciulla, solamente colpevole, in fondo, di essere la figlia di un nemico spietato, ma se ne innamorò perdutamente. E anche la giovane straniera, una volta superato un primo comprensibile momento di timore per trovarsi sola e prigioniera fra tanta gente sconosciuta, per giunta " nemica " , ricambio` quel tenero e spontaneo sentimento. Mai però, nemmeno per un solo momento, dimentico` di essere una principessa.
In tal modo infatti, ritenne doveroso di parlare all' intrepido e generoso amico : - Io ricambio con sincero ardore di donna l' amore che tu mi porti, o gentile eroe di Sardegna ; ma per questo posso forse dimenticare di essere stata l' adorata figlia di un grande sovrano ? Abituata perciò a ogni genere di comodità ? Perché dunque io possa interamente accettare di divenire, come desidero, l' onorata compagna della tua vita, esigo fermamente che tu faccia costruire, a bella posta per me, la più grande e ricca dimora che mai sia stato possibile di vedere su questa vostra terra angusta e povera. Quando a questo compito avrai felicemente assolto, solo allora io diverro` realmente la tua amata, fedele e felice sposa ! -
Tanta era la gioia di scoprirsi dalla bella giovane ricambiato nel gentile affetto, che il fin troppo generoso guerriero sardo non pensò ai denari, in quel momento. Così promise !
Ma non passò troppo tempo che le prime difficoltà giunsero puntuali a complicare l' attuazione del costoso progetto. Il popolo sardo, tutti lo sanno, è composto da gente orgogliosa e fiera, ma che anche è tanto povera ; e il nostro incauto eroe non poteva certo fare differenza.
Quel giovane condottiero, un tempo baldanzoso e forte, era adesso un uomo disperato ; la vergogna per aver mancato alla promessa fatta, il timore di perdere l' affetto e la stima della bella principessa, lo avevano reso triste e sconsolato. Decise perciò di togliersi la vita. Ma, proprio mentre era sul punto di conficcare nel proprio petto possente la lunga e tagliente lama del suo pugnale, fedele compagno di tante battaglie e di tante vittorie, gli si presentò il diavolo. Il quale, avvolto in una grande nube nera, così gli parlò, assai astutamente : - Quanto sei sciocco, amico mio ! Come puoi veramente pensare di gettar via così, stupidamente, i tuoi anni più belli e fulgenti ? Non sai che nella vita a tutto c' è rimedio? Io so qual è l' angoscioso problema che attanaglia il tuo giovane cuore, e sono venuto sin qui apposta per aiutarti ; basta un tuo consenso e i diavoli miei sottoposti costruiranno per te e per la tua affascinante amica la più sontuosa dimora che mai occhi umani abbiano avuto la fortuna di ammirare. Solo ti chiedo, in cambio di questo favore - oh, una sciocchezzuola ! - ,e cioè che tu e la dolce fanciulla che presto diverrà tua sposa mi doniate , entro la fine di questo stesso anno, le vostre due anime preziose ! -
Ahimè, quanto amava la principessa quel giovane incosciente ! Poiché, senza pensarci nemmeno un attimo, accettò addirittura con entusiasmo l' astuta proposta della bieca creatura del male.
Il.contratto venne così stipulato, poi trascritto su pergamena ; quindi l' ingenuo capitano lo firmò col suo stesso sangue.
Il diavolo mantenne la promessa fatta. Pensate : in men che non si dica venne magicamente costruita una villa enorme e stupenda, e lì i due nostri amici, dopo essersi con tanta gioia uniti in matrimonio, ben presto si trasferirono, accompagnati dalle urla festanti e di augurio della semplice gente di Sardegna. E beatamente trascorsero i primi mesi di quella nuova esistenza, senza pensare a nient' altro che al loro forte e giovane amore.
Ma la fine dell' anno inesorabilmente si avvicinava, e il giovane guerriero cominciava a pensare con sgomento alla promessa fatta e firmata al principe delle tenebre. Principiava a rendersi conto della propria imprudenza, e già la paura si faceva strada nel suo pur intrepido cuore. Non solo il pensiero di perdere la propria anima lo angosciava, ma anche , e forse soprattutto, quello di aver senza alcun diritto messo in pericolo quella della dolce e ignara sposa.
Tutto ciò rendeva un incubo continuo il sonno dell' avventato condottiero di Sardegna. Nelle vene del quale però, non dimentichiamolo, continuava a scorrere il sangue orgoglioso e fiero del popolo Sardo.
Così si recò, a piedi scalzi per penitenza, a un monastero di frati che si trovava lì vicino ; entrò umilmente nella grande chiesa e, con le lacrime agli occhi, si inginocchio` fiducioso ai piedi di una immagine della Madonna.
La Vergine Maria, mamma come tutte le altre.donne, ben lesse nel cuore del giovane il pentimento sincero. Nella sua infinita misericordia la Madonna comprese che il poveretto aveva così mal agito perché trascinato dalla sua stessa giovanile irruenza di innamorato, non certo per mal d' animo.
Così la Santa Vergine prese sembianze umane e, trasferitasi in quella stessa dimora che tanti guai aveva procurato ai due giovani, si finse tutrice della bella principessa saracena.
Fu così che quando il diavolo si presentò puntualissimo, allo scadere dell' anno, per appropriarsi di quanto gli era stato ingenuamente promesso, trovò ad attenderlo la Divina Mamma di tutti gli uomini ; la quale, riottenuto il terribile contratto, cacciò il demonio con sonore bastonate. Quindi fece ritorno nella sua celeste dimora.
In quanto ai nostri eroi, essi vissero felici per lungo tempo, mettendo al mondo numerosi figli, dei quali la prima femmina fu chiamata Maria, e dedicando la loro vita a tante opere di bene. Solo, in seguito alla giusta punizione per tanta scelleratezza, i due giovani dovettero per sempre rinunciare alla splendida villa, frutto della loro imprudenza, e seppero accontentarsi di vivere in una più umile capanna, seppur sempre confortevole e decorosa.

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