Non è vero che se ti impegni c'è la farai
“Se ti impegni ce la fai”, “Volere è potere”, “Se non sei felice è solo colpa tua” sono frasi tossiche che sentiamo ripetere continuamente.
Ogni persona è immersa in un ambiente ed eredita condizioni sociali ed economiche che non ha scelto e che può fare fatica a superare.
C’è chi può realizzare facilmente ciò che desidera e chi incontra enormi difficoltà. Ripetiamolo: sforzarsi non basta, la retorica del “se vuoi puoi” non deve essere lo strumento per vincolare ad accettare questa società della lotteria della vita, in cui vince solo chi può permetterselo e, rarissimamente, chi viene dal basso e viene estratto a sorte al solo scopo di far credere che la società sia, in fondo, giusta. Le diverse condizioni di partenza incidono in maniera cruciale sulle possibilità di riuscita, e del resto non è affatto detto che un certo tipo di “successo” sia quello che tutte le persone desiderano.
La retorica vuota e pseudo motivazionale del “se non ce l’hai fatta non ti sei impegnato/a abbastanza” è l’ideologia con cui i privilegiati si puliscono la coscienza, colpevolizzando chi non può farcela.
Perché conta moltissimo la classe di provenienza, il luogo in cui si nasce, i diritti lavorativi acquisiti o negati, le discriminazioni subite o meno.
[Piccola nota personale: per mantenerci abbiamo fatto tantissimi lavori (call center, consegna pizze, babysitter, servizio di sala, e via dicendo); per un lungo periodo abbiamo guadagnato 500 euro in due facendo lavoro editoriale a tempo pieno. In questi anni ci siamo impegnati tantissimo, abbiamo cercato la nostra strada, abbiamo studiato, ma abbiamo soprattutto avuto fortuna, senza la quale non avremmo potuto emanciparci dalla nostra condizione di partenza. Molte persone meritavano e meritano quanto e più di noi. Dimenticarselo o non volerlo vedere significa essere corresponsabili di questa ingiustizia].
Fonte tlon