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Perché alcune persone odiano vivere a Londra?
Londra è stupenda. Ci ho abitato per quasi 3 anni in una fase magnifica della mia carriera lavorando in uno studio legale internazionale, prima, e in una banca d’affari a Canary Wharf, poi. Nonostante la mia esperienza sia stata straordinariamente positiva sia sul lato umano, sia sul lato economico e di carriera, non vedo la realtà con le lenti rosa a cuoricino e mi sono chiare le ragioni per cui la capitale inglese possa non piacere.
Vediamone alcune:
- A. Come tutte le grandi capitali del mondo (New York, Parigi, Shanghai, Hong Kong, Tokyo, Sydney, Los Angeles, San Francisco, ecc.), Londra è bella e ha veramente tutto solo se te lo puoi permettere. La spesa settimanale da Waitrose costa tranquillamente il doppio che all’Esselunga a Milano. Gli affitti, per case mal ridotte, piccole e a 50 minuti dal centro, costano un occhio della testa. L’abbonamento della metropolitana è carissimo (e aumenta vertiginosamente non appena esci dalle centrali Zone 1 & 2) e basta prendere una volta il treno per andare a Manchester per accorgersi che anche i treni sono cari almeno il doppio che in Italia.
- B. Di inglesi purosangue-medi ce ne sono pochissimi a Londra: Marble Arch è una comunità Libanese, Knightsbridge pare un avamposto Saudita, South Kensington è piena di Italiani e Greci, ecc. Capisco che questo Melting Pot ad alcune persone possa non piacere.
- C. A Londra puoi tranquillamente vivere un anno della tua vita senza che nessuno ti rivolga la parola (eccetto in ambito lavorativo e solo perché obbligati dalle circostanze a farlo). Non mi stupirei affatto se un uomo o una donna mi dicesse di aver vissuto anche 10 anni a Londra senza mai parlare con nessuno. A Londra si fanno tutti i fatti propri. Nemmeno “Buongiorno” e “Buonasera” insomma.
- D. A Londra è pieno di gente di passaggio. I miei amici milanesi che ho conosciuto quando sono arrivato per la prima volta a Milano 20 anni fa, tuttora vivono, lavorano, si sposano e fanno prole a Milano e mai si sognerebbero di lasciare la loro citta’ — o meglio, addirittura il loro “quartiere” dove hanno comprato casa (i milanesi che dicono di essersi stufati e di voler emigrare, nella mia esperienza, bluffano e stanno troppo bene dove stanno). A Londra dopo 3 anni quasi tutti i miei amici conosciuti li se ne erano già andati a cercare fortuna altrove (Dubai, Shanghai, Singapore, ecc.). E’ proprio una mentalita’ diversa.
- E. Se metti su famiglia a Londra, parte una “rat race” mostruosa a chi iscrive il figlio alla scuola migliore e più cara della zona (prenotata — e pagata — dalla püerpera spesso il giorno stesso della nascita, a volte addirittura non appena si aprono le acque, con la promessa di mandare il certificato di nascita entro 24h), chi insegna più lingue straniere alla prole, ecc. (un po’ come a Milano-centro ma agli steroidi). Le scuole frequentate da vostro figlio avranno un effetto sproporzionato (e francamente ridicolo) sulle sue prospettive di carriera 20–30 anni dopo. Dopo aver discusso questo argomento con molti genitori inglesi, ho capito che questo sistema scolastico piramidale basato strettamente sul censo (e sugli agganci e capacità di spesa dei genitori del nascituro) è un modo — autoreferenziale e blindato — che hanno i ricchi inglesi per tenere i posti di lavoro migliori solo per loro ed essere sicuri di lasciare agli altri solo i posti di lavoro che i ricchi non vogliono.
- F. Per comprare casa occorrono stipendi favolosi (impensabili in Italia). Altrimenti resterai in affitto, anche a 1h o 90 minuti dal centro, per tutta la vita. Per esperienza personale, ho visto che a Londra si ritrovano a comprar casa burocrati statali ed evasori fiscali greci e italiani (e, soprattutto, i loro figli spensierati) in cerca di solidi “beni rifugio”, ricchi contrabbandieri africani e sudamericani specializzati in materie prime, oligarchi e mini-oligarchi russi con tutto il loro numerosissimo entourage, prostitute dai quattro angoli del pianeta: tutte queste persone — che non vivono di salario — hanno enormi capacità di spesa e contribuiscono ad alzare i prezzi delle case di tutta la città. Per fare un esempio concreto: una mia amica milanese 5 anni fa ha comprato un "One Bedroom Apartment" (poco più di un monolocale) a Little Venice (20 minuti di metro dall'ufficio in centro) per 1 milione di sterline. Allucinante.
- G. Londra-centro è molto sicura. Appena esci dal centro, lo è molto di meno. Mai a Milano o a Hong Kong mi sono sentito in pericolo, mentre nei sobborghi di Londra la sicurezza è tutto sommato un optional. Uno dei miei compagni di squadra di calcetto, londinese (caucasico, magro come un chiodo, con le lentiggini) grande tifoso dell’Arsenal, mi mostrava orgoglioso due cicatrici dovute a due colpi di pistola accusati in due separate occasioni. Persino furti e truffe sono all’ordine del giorno. Da questo capisci che larghe fasce della popolazione, specialmente nelle periferie più balorde, vivono ai margini della disperazione (NB. tengo a precisare, visti i commenti in calce alla risposta, che sono ben conscio che esistono anche periferie bellissime e molto sicure dove abitano persone benestanti e i soggetti citati al punto F di cui sopra).
- H. L’Inglese di classe medio-alta è spesso "segretamente" razzista e xenofobo. L’Inglese di classe medio-bassa è spesso "apertamente" razzista e xenofobo. Entrambi hanno un clamoroso complesso di superiorità tanto mal-celato quanto immotivato. Questo crea "interessanti" conversazioni, specialmente in ambito lavorativo.
- I. Donne e uomini hanno un rapporto malato con l’alcol (che viene clamorosamente minimizzato da tutti, riducendolo a mera abitudine sociale). Mai ho visto a Milano o a Hong Kong ragazze ventenni vestite di paillettes vomitare, scalze, fuori da una discoteca alle 3 di mattina distrutte dall’alcol ed essere trascinate mezze moribonde dalle amiche dentro un taxi. A Londra e’ così ogni weekend, non una volta l’anno.
Fonte quora.it