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AR1: BEVA CHE FA SANGUE! avventure -enologiche- nelle fazendas brasiliane

BEVA CHE FA SANGUE!
avventure "enologiche" nelle fazendas brasiliane
BY AGH

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Published in 
andata e ritorno
 · 2 years ago

Rodeio, Brasile 1991.

Quando si capita in una zona vinicola bisogna stare attentissimi. C'e' sempre qualche agricoltore che vuole farvi assaggiare il suo vino, quello che, a sentir lui, e' l'unico veramente buono e non sofisticato di tutta la regione. Se poi sentono che provenite dall'Italia, terra di vini per eccellenza, siete fottuti.

Mi trovavo nel sud del Brasile, in viaggio nelle comunita' trentine dello stato di Santa Catarina. In questa parte del paese la coltivazione della vite e' piuttosto diffusa e, in certe zone, si produce anche un vino passabile. Vino passabile ma ben lungi dal vino che si fa in Italia, dove la tradizione vinicola e' ben piu' antica e consolidata di quella brasiliana.

Purtuttavia qui in Brasile ci sono molti contadini che, magari insieme alle banane, coltivano la vigna e si piccano di produrre vino in proprio, magari avviando anche delle piccole attivita' commerciali. Naturalmente sulla qualita' di questi vini ci sarebbe molto da opinare...

Sara' per il tipo di vitigno, il clima, la terra, la fermentazione, la lavorazione o che so io, ma il vino fatto in casa che ti fanno assaggiare i contadini e' quasi sempre una cosa abominevole. Prima o poi vi capitera' di essere bloccati in qualche "fazenda" dove, con fare cerimonioso, il contadino-vignaiolo di turno vorra' farvi assaggiare la sua ignobile bevanda.

E, naturalmente, a nulla servono le vostre resistenze. E cioe' che siete astemio, che avete la cirrosi, che avete un cancro al fegato... Il vignaiolo subito si adombra, e con uno sguardo severo vi fa capire che se non assaggiate almeno un bicchiere s'offonderebbe a morte. E poi via, non potete fare i cafoni e fare un torto a un povero cristo che smania per farvi assaggiare il suo vino. E dunque, volenti o nolenti, ci si rassegna di buon grado alle "degustazioni".

Che sono quasi sempre una cosa tragica. Vi porgono subito un bel bicchierone di vino bianco, color giallo urina pallido. Resistendo alla tentazione di turarvi il naso, trangugiate il primo sorso... Poi riprendete fiato, leggermente sollevati perche' i vini bianchi di solito sono quelli che fanno meno schifo. -Allora, com'e'?- fa il "vignaiolo", ansioso di ricevere un vostro apprezzamento... -Ottimo, veramente...- mentite in modo spudorato. -Ecco, provi il rosso!...- dice il contadino, felice come un bambino per i vostri complimenti...

Cercate di respingerlo con un patetico -Ma veramente, mi gira un po' la testa...- -Beva, beva che fa sangue!- fa lui implacabile. Ingoiate anche il rosso, stavolta tutto d'un fiato per far finire in fretta quel supplizio. Porgete il bicchiere al contadino ansimando, e lui fa -Buono eh?-

-Neh, non male, non male...- dite voi, mentre fate degli sforzi indicibili perche' la vostra faccia non si rattrappisca per il disgusto. E via con un altro bicchiere riempito fino all'orlo, perche' non bisogna mai fare l'errore madornale di bere tutto d'un fiato: in questo caso continuano a riempirvi il bicchiere finche' non vi portano via a braccia. Ma questo l'ho imparato dopo, con l'esperienza, dopo aver bevuto ettolitri di schifezze.

Bisogna dirlo, certi vini brasiliani hanno un gusto assolutamente indescrivibile. Spesso sono anche superadulterati. Con che cosa non si sa, di sicuro c'e' che durante la fermentazione vengono aggiunte dosi industriali di zucchero per far alzare la gradazione alcolica... Alla prima sorsata sembrano effettivamente o vagamente vino, certo non del migliore, poi sopravviene improvvisamente uno strano gusto che sembra, a seconda dei casi, di spinaci o di zucchine. Talvolta anche di melanzane...

Non ho idea di come cristo facciano ad ottenere vini del genere, ma un fatto e' certo: e' quasi impossibile berli senza buttare indietro la testa. Almeno per noialtri "cresciuti" a Teroldego, Merlot e Marzemino. Un paio di "degustazioni" in un pomeriggio, in giro per qualche fazendas, sono piu' che sufficienti per stroncare anche il piu' collaudato e turpe degli avvinazzati.

by Agh

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