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Telematicus Volume 02 Numero 12

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Published in 
Telematicus
 · 3 years ago

  

#### TELEM024 - Telematicus - Volume 02 - Numero 12 - Anno 1992 - 66 pag. ####

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Dicembre 1992

Bollettino telematico mensile a cura della region 2:33 Fidonet e di .mau.

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Il materiale presente in Telematicus e` (C) dei singoli autori.
E` espressamente consentita la distribuzione e il riutilizzo del bollettino in
tutto o in parte, purche` non a fini di lucro e citando sempre autore e fonte
di provenienza.

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***** Indice: pagina 2 - Who's Who: pagina 3 - Distribuzione: pagina 66 *****

############ ###
### 0 ### INDICE ###
############ ###

[ 1] Editoriale, di Maurizio Codogno . . . . . . . . pag. 4
[ 2] I flag della nodelist . . . . . . . . . . . pag. 5
[ 3] Teledrin via modem, di Franco Carcillo . . . . . . pag. 8
[ 4] Software made in Italy: RFA, di Maurizio Giunti . . . . pag. 10
[ 5] Software made in Italy: RFAShell, di Giovanni Lopes . . . pag. 16
[ 6] Crittografia - parte 1 . . . . . . . . . . pag. 23
[ 7] Vivamiga, di Peter Ugone . . . . . . . . . . pag. 31
[ 8] Curiosita`: Il gergo hacker - parte 20 . . . . . . pag. 38
[ 9] Notizie Fidonet region 33 . . . . . . . . . pag. 54











Questo Telematicus e` nato con l'aiuto di...

Editor cruccus: Maurizio Codogno | * I collaboratori dai network: *
Editor avvisator: Franco Carcillo |
Editor mantenitor: Maurizio Giunti | Vertigo (331/301)
Editor shellator: Giovanni Lopes | Giovanni Lopes (332/108.2)
Editor subentrans: Peter Ugone | Pietro Budicin (333/603)
Editor secretarius: Giuseppe Scarpi | Franco Carcillo (334/100.3)
| Giovanni Pugliese (335/211)

... e dei "saccheggiati"

Eric S. Raymond <esr@snark.thyrsus.com>
Charles Blair <ceblair@ux1.cso.uiuc.edu>






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### 1 ### EDITORIALE ###
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Carissimi lettori,
e` arrivato Natale anche quest'anno (o almeno diranno cosi` gli amici del net
335 che si lamentano di ritardi immani nella distribuzione. Io non so che far-
ci: il numero di novembre ad esempio e` stato uploadato da Davide Rolando il 4
novembre, e sto scrivendo queste note finali il 30 novembre, in modo di dare
agli hard disk il numero per domattina), e telematicus e` arrivato vivacchian-
do alla fine del suo secondo anno di vita.

Commenti? Beh, telematicus e` diventato una presenza rassicurante come la
mamma o la pubblicita` dal Berlusconi: tutti danno per garantita la sua esi-
stenza, rimane anche citato spesso nelle aree messaggi come "voce autorevole",
ma il lavoro continuo a doverlo fare quasi tutto io... (e smetto qui, prima di
ricevere i soliti pomodori marci via matrix).

Su, pensate a qualcosa di carino per l'anno nuovo...

ciaociao .mau.

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### 2 ### I FLAG DELLA NODELIST ###
############ ###

Nel numero 21 di telematicus, Franco Carcillo aveva doviziosamente spie-
gato la struttura della nodelist, quel bel file che e` l'equivalente dell'e-
lenco telefonico per sapere tutti i nomi e numeri dei bbs Fidonet della nostra
region oppure, per chi non ha paura di riempire un floppino, di tutto il mon-
do. Vi ricorderete che gli ultimi dati corrispondenti ad un elemento della li-
sta comprendevano dei nomi stilizzati che servivano per sapere varie notizie
sul sistema in questione, come ad esempio se non e` interattivo ma mail-only,
oppure che accetta solo le connessioni minimali in FTSC-1 (quelle senza zmodem
e tutte le belle cose). Un'altra funzione importante dei flag e` indicare il
tipo di protocollo di trasmissione dati che e` supportato dal sistema: e`
chiaro che se devo downloadare un file in teleselezione preferisco un modem ad
alta velocita` compatibile col mio SuperTurboExtraSpeed, piuttosto che un 2400
vulgaris.

Bene, dato che ultimamente sono stati aggiunti alcuni nuovi flag per spe-
cificare tali protocolli, ho pensato di riportarli qui sotto per la gioia di
chi si e` sempre chiesto se erano caratteri casuali o no. Nella seguente lista
sono quindi presentati tutti i flag approvati, con il loro significato in ter-
mini di compatibilita`.

Flag Significato
V21 CCITT V21 300 bps full duplex
V22 CCITT V22 1200 bps full duplex
V29 CCITT V29 9600 bps half duplex
V32 CCITT V32 9600 bps full duplex
V32B CCITT V32bis 14400 bps full duplex
V33 CCITT V33
V34 CCITT V34
V42 correzione di errore LAP-M (con fallback verso MNP 1-4)
V42B correzione di errore LAP-M (con fallback verso MNP 1-5)
MNP correzione di errore Microcom Networking Protocol
H96 Hayes V9600
HST USR Courier HST a 9600bps o piu`
H14 USR Courier HST a 14.4Kbps o piu` <-- NEW ENTRY
H16 USR Courier HST a 16.8Kbps o piu` <-- NEW ENTRY
MAX Microcom serie AX/96xx
PEP Packet Ensemble Protocol
CSP Compucom Speedmodem
ZYX Zyxel (a 16.8Kbps) <-- NEW ENTRY

Le raccomandazioni della nodelist forniscono anche dei default: i nodi a
1200bps (ammesso che ne esistano ancora cosi` tanti da meritare un trattamento
speciale) usano il V.22 nella zona 2 e il Bell 212A nelle altre zone; i nodi a
2400 usano il V22bis. Poi, per chi non ci pensasse su, V32B implica V32 e V42B
implica V42; gli HST sono sicuramente MNP; H14 implica HST e H16 implica H14.

Insomma, ci sono flag per tutti... state attenti nei vostri download
chilometrici!














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### 3 ### TELEDRIN VIA MODEM ###
############ ###

Le chiamate al servizio di teleavviso personale, normalmente effettuate
tramite 168, sono ora possibili anche via modem allo 036666. Questo numero,
operativo nei maggiori distretti telefonici, consente l'accesso ad un servizio
telematico - molto spartano - che provvede ad inoltrare il messaggio all'uten-
te desiderato. La chiamata e` imputata come traffico in teleselezione, e per-
tanto leggermente piu` onerosa della semplice chiamata al 168 che addebita 2
scatti.

Il servizio e` nato per consentire l'invio di messaggi per il nuovo ser-
vizio di teleavviso alfanumerico, ma in effetti risulta utilizzabile anche per
chiamate dirette a teledrin tradizionali (a sole cifre). Curioso notare che,
anche in quest'ultimo caso, diventa possibile inviare messaggi composti non
solo da cifre ma anche da alcuni caratteri (spazio, punto, trattino, U, E).

Se siete curiosi chiamate in 7-E-1 lo 036666, e al prompt ID= digitate M
: vi verra` chiesto il numero del pager (ovvero del teledrin), la funzione
(digitare 4) e il messaggio da inoltrare. Il teledrin e` ricevibile normalmen-
te su base locale, da poco e` stato attivato anche il servizio nazionale ed
europeo che consente, previo abbonamento, di ricevere le chiamate anche in zo-
na diverse da quella abituale. In questo caso pero` bisogna, ad ogni cambio di
zona, chiamare 168 e autolocalizzarsi, indicare cioe` la nuova zona (l'Italia
e` stata divisa in 8 zone). Cio` vale anche per il servizio Euromessage, frui-
bile nell'Europa Occidentale. Per i piu` attenti alla moda segnalo l'arrivo di
teledrin trasparenti e colorati.

Franco Carcillo














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### 4 ### SOFTWARE MADE IN ITALY: RFA ###
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RFA 3.00 - Remote BBS maintenance
=================================

Quando da normale utente ho fatto il grande salto di qualita' passando al
point, ho sofferto di gravi crisi di identita'. Allora davo una mano al Sysop
(Claudio Boarino) occupandomi di un paio di aree files, solo che la struttura
del point sembrava separarmi da queste aree. Fu in quel periodo che per la
prima volta pensai ad un programma di collegamento tra i point e le aree
files. Successivamente l'idea si e' evoluta e RFA e' diventato anche e soprat-
tutto un complesso software di manutenzione remota.


RFA <-> Remote File Administrator

RFA e' un robot che scandisce l'area messaggi netmail: quando trova un
messaggio diretto a lui provvede ad eseguire i comandi in esso contenuti.
RFA ha un suo set di comandi interni specificamente studiati per i norma-
li compiti di manutenzione aree files, controllo file attach e request, file
search su nome o stringa, etc. In piu' permette al Sysop un completo accesso
al Dos. Vediamo, ad esempio, come si potrebbe prelevare il log del D'Bridge
tramite RFA:

batch
c:
cd \db
pkzip dblog.zip dbridge.log
@
dload c:\db\dblog.zip

RFA, ricevuto questo messaggio da un utente autorizzato, provvede ad ese-
guire i comandi. Il comando BATCH dichiara che cio' che segue, fino al simbo-
lo '@' dovra' essere eseguito dal Dos, proprio come se fosse un file batch.
Invece il comando DLOAD comanda ad RFA di mettere in file attach in HOLD il
file specificato verso il point che ha mandato il messaggio. Al successivo
poll si otterra' un messaggio di risposta a quello di comando e in piu', se
tutto e' andato bene, il file DBLOG.ZIP.
In questo esempio il comando DLOAD e' stato utilizzato indicando il per-
corso fisico del file DBLOG.ZIP sull'hard-disk. Questo, sebbene sia molto co-
modo per il Sysop, non permetterebbe di aprire l'uso di RFA a tutti i point.
Infatti non tutti i point devono accedere al Dos, anzi la maggior parte di es-
si necessita solo di poter vedere il contenuto di alcune aree files. Per que-
sto si e' reso necessario implementare in RFA un archivio di utenti e di aree.
Ogni area ha per RFA un nome e tutti gli utenti (tranne i Sysop) possono acce-
dere ad essa solo tramite quel nome; a sua volta, ogni utente e' riconosciuto
da RFA tramite una triplice chiave: NOME, INDIRIZZO, PASSWORD per garantire il
massimo grado di sicurezza.
Ogni utente e' dotato di 2 livelli di accesso, uno verso i comandi (Clvl)
e l'altro verso le aree (Alvl). Un utente puo' "vedere" un'area se il suo Alvl
e' maggiore o uguale a quello dell'area; similmente puo' usare un comando se
il suo Clvl e' maggiore o uguale a quello del comando. In piu' ogni utente
puo' essere "nominato" gestore di una o piu' aree files: cio' significa che in
quelle aree, e solo in quelle, potra' essere dotato di un Clvl piu' alto, per
esempio per permettergli l'uso di comandi piu' potenti per cancellare, rinomi-
nare, copiare files e descrizioni.
Abbiamo dunque visto 2 categorie di utenti, i Sysop e gli utenti normali,
che possono al limite essere gestori di area. RFA riconosce anche un altro ti-
po di utenti, gli utenti PLEASE, che accedono ad RFA tramite la password uni-
versale PLEASE (un po' di buona educazione non guasta 8^)). Questi utenti ac-
cedono ad RFA con Alvl e Clvl decisi dal Sysop nella configurazione, di solito
in maniera da limitare il loro accesso ai comandi indispensabili per la ricer-
ca dei files. Infatti nell'idea originale gli utenti PLEASE servono per per-
mettere ad RFA di realizzare un veloce ed efficiente servizio informativo sul
software disponibile in linea.
Come? Vediamolo con un esempio. Supponiamo che io, Maurizio Giunti
(2:332/102.1006), voglia sapere se sul 332/108 c'e' l'ultima versione di Mer-
curio. Sapendo che sul 332/108 e' installato RFA potrei mandare un messaggio
di questo tipo:

From: Maurizio Giunti (2:332/102.1006)
To: RFA (2:332/108)
Sub: PLEASE
+------------- Text ------------------+
Search Merc*.*


Ricevuto il messaggio, RFA operera' una scansione di tutte le aree alle
quali possono accedere gli utenti PLEASE mandandomi indietro un report dei
programmi trovati. A questo punto, supponendo di aver trovato nell'area di RFA
$BBSSOFT il file che mi interessa, MERC110I.ARJ: posso allora procedere al fi-
le request diretto oppure posso prelevarlo via RFA, mandando un messaggio con-
tenente questo comando:

DLOAD $BBSSOFT\MERC110I.ARJ

RFA, ricevendo questo comando, metterebbe in file-attach in hold per me
(2:332/102.1006) il file e mi manderebbe un messaggio per avvertirmi di ese-
guire il poll.

Dunque RFA si propone in primo luogo come interfaccia tra i point e le
aree files, sia per la manutenzione che per la diffusione di informazioni e la
gestione dei file-request. In secondo luogo, RFA offre altre features per ren-
dere piu' facile la vita al Sysop: ad esempio il comando REQUEST. Vediamo un
esempio:

REQUEST IC 2:332/108 MERC110I.ARJ $POINT Ottimo editor di messaggi

Questo comando fa creare un messaggio di file-request con priorita' Imme-
diate+Crash al nodo 2:332/108 per richiedere il file MERC110I.ARJ. Quando il
file arrivera', RFA provvedera' a copiarlo nell'area $POINT e ad assegnargli
la descrizione "Ottimo editor di messaggi"; inoltre provvedera' a spedire un
messaggio a chi ha comandato il request per avvertirlo dell'arrivo del file.

Non basta! RFA e' anche in grado di eseguire il routing dei files accom-
pagnati dai .TIC, compatibilmente con lo standard stabilito dal programma TICK
di Barry Geller, e con in piu' il completo supporto degli indirizzi a 4 dimen-
sioni, delle descrizioni multilinea, ed altro ancora.

Per finire voglio sottolineare che RFA e' dotato di un programma di con-
figurazione interattivo a finestre interamente menu-driven, per rendere piu'
agevoli i cambiamenti nella configurazione, che tra l'altro e' anche modifica-
bile in remoto tramite appositi comandi!

Per qualunque informazione rivolgersi a:

Maurizio Giunti
(2:332/102.1006)












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### 5 ### SOFTWARE MADE IN ITALY: RFASHELL ###
############ ###

RFA, di Maurizio Giunti, e` un bellissimo programma che consente di ge-
stire tutta la parte files di un BBS attraverso semplici messaggi netmail.
Copiare e cancellare files, aggiungere e modificare le descrizioni non e` piu`
un problema per il sysop che non ha il BBS a portata di tastiera: senza biso-
gno di lunghi (e costosi) collegamenti puo` fare tutto quello che desidera
semplicemente con... l'editor di messaggi.

Chi prova RFA se ne innamora subito, e comincia presto ad usarlo in ma-
niera molto pesante; ma, in questo modo, ne scopre anche un limite: scrivere
una serie di comandi per RFA e` un po` come scrivere un file batch; se il file
batch e` breve non ci sono problemi, ma se e` lungo la cosa rischia di diven-
tare noiosa e la probabilita` di fare degli errori aumenta. D'altra parte e`
anche vero che, se dovessimo fare sul nostro computer le stesse azioni che
facciamo via RFA, non ci sogneremmo mai di usare un file batch: utilizzeremmo
direttamente i comandi DOS o, piu` probabilmente, un programma come il PcShell
o il Norton Commander. E allora, mi sono domandato, perche` non fare un pro-
gramma che consenta di fare, con RFA, quello che il PcShell consente di fare
con il Dos? Detto fatto, e` nato RfaShell. Grazie a RfaShell, il sysop che ha
il BBS lontano da casa e che ci ha installato Rfa, potra` lavorare sui files
del BBS nello stesso modo con cui lavora su quelli presenti sul proprio compu-
ter, con la sola differenza che i comandi vengono impartiti ad un programma,
RfaShell, ed eseguiti da un altro, Rfa, in un altro posto.

RfaShell lavora solo e soltanto sulle aree files configurate in RFA; non
ha quindi alcuna conoscenza di quelle che sono le directory reali del sistema
su cui deve lavorare. Se si prevede di voler gestire con RfaShell anche di-
rectory diverse dalle aree files del BBS, bisognera` definire anch' esse come
aree files in RFA (ovviamente potremo attribuire a tali aree un livello che le
renda accessibili solo al sysop e ad eventuali "fedelissimi").

La cosa essenziale per un programma come RfaShell, che deve lavorare sui
files presenti su un sistema remoto (il BBS), e` avere una conoscenza il piu`
esatta possibile della situazione del remoto stesso. Il metodo con cui
RfaShell acquisisce queste informazioni si basa su due concetti fondamentali:
1) Rfa invia ad RfaShell, per ogni area, le informazioni riguardanti la di-
rectory e il FILES.BBS separatamente le une dalle altre; 2) queste informazio-
ni vengono inviate non mediante dei messaggi, ma all'interno di files compres-
si che vengono spediti in file attach.

L'aggiornamento della situazione sul remoto viene inviato da Rfa in tre
situazioni diverse: 1) quando un utente invia il comando ALLPACK: in questo
caso viene creato un file compresso contenente le informazioni per tutte le
aree a cui il richiedente ha accesso; 2) quando un utente invia il comando
REQPACK, seguito dal nome simbolico di un'area files: in tal caso viene invia-
to un file compresso contenente le informazioni relative a quell'area; 3) in
maniera automatica: Rfa puo` generare automaticamente il file compresso per le
aree di cui l'utente e` moderatore, a condizione che la situazione sia cambia-
ta rispetto all'ultima volta.

Quando il file compresso arriva a destinazione, deve essere scompattato
nella directory di RfaShell, eventualmente sovrascrivendo i files gia` presen-
ti (si suppone che quelli appena arrivati siano piu` aggiornati!). Nel file
compresso che si riceve trova posto anche un file (SHINFO.RFA) contenente la
lista delle aree e dei comandi a cui l'utente ha accesso. Questo file viene
usato da RfaShell come file di configurazione; per questo motivo non c'e` al-
cun bisogno di configurare, in RfaShell, le aree una per una: se si aggiunge
un'area files ad Rfa, verra` subito aggiunta anche in RfaShell. La sola confi-
gurazione di cui RfaShell ha bisogno e` quella relativa alla creazione dei
messaggi per Rfa: nome e indirizzo del mittente del messaggio, nome e indiriz-
zo del destinatario, soggetto (la password di Rfa), tipo di base messaggi
(*.msg, QuickBBS o Squish), "coordinate' dell'area messaggi, priorita`.

L'interfaccia utente di RfaShell e` di tipo particolarmente avanzato (e`
stata realizzata con le librerie TurboVision della Borland): ci sono finestre,
menu` a tendina, uso del mouse, e via dicendo. Vengono normalmente aperte due
finestre contenenti ciascuna un' area files, un po' alla PcShell.
E' possibile copiare, muovere, cancellare e rinominare i files. Si posso-
no creare file attach per altri utenti, inviare files via route (tipo tick) o
richiederli a Rfa in file attach; si possono aggiungere, eliminare e modifica-
re le descrizioni dei files, e c'e` anche un editor di testo per il files.bbs!
A questi comandi si aggiunge anche la possibilita` di utilizzare il programma
ChkFile, per il controllo antivirus e la conversione di formato degli archivi.

Tutti i comandi impartiti dall'utente vengono simulati e registrati in un
apposito file di nome COMANDI.RFA; per esempio se si copia un file da un'area
ad un'altra, vedremo subito, in RfaShell, l'effetto della copia e, al contem-
po, verra` registrato nel COMANDI.RFA "copiare il file Pinco Pallino dall'area
Tale all'area TalAltra". La copia, sul sistema remoto, verra` eseguita da Rfa
solo in un secondo momento, quando Rfa ricevera` il messaggio contenente il
comando di copia.
Il messaggio viene creato da un programma esterno ad RfaShell: questo
programma legge il file COMANDI.RFA e crea un messaggio per Rfa contenente
tutti i comandi ivi memorizzati. Alla fine del messaggio inserisce un comando
REQPACK per ciascuna delle aree su cui si sono fatti dei cambiamenti.

Quello che ci si domandera`, a questo punto, e` quanto possa essere peri-
coloso questo sistema di esecuziuone differita dei comandi impartiti dalla
shell. La pericolosita` e` molto piu` limitata di quanto potrebbe apparire in
un primo momento. Ci possono essere problemi quando la situazione di qualche
area files viene modificata fra il momento in cui Rfa invia l' aggiornamento e
quello in cui riceve i comandi su quell'area: tuttavia e` bene tenere presente
che i comandi di Rfa non sono distruttivi, se si richiede la copia di un file,
e questo file nel frattempo e` stato rimosso, semplicemente la copia non ver-
ra` fatta, e tutti i successivi comandi su quel file non andranno a buon fine;
quando l'utente ricevera` l'aggiornamento conseguente all'invio dei comandi,
avra` modo di vedere cosa e` effettivamente successo.
La situazione oggettivamente piu` pericolosa e` quella in cui RfaShell
deve re-inviare al BBS un file di descrizioni (FILES.BBS) per una determinata
area messaggi: il nuovo file andra` a sostituire quello vecchio e tutte le in-
formazioni contenute in quest'ultimo verranno perse. Ovviamente cio` e` grave
solo nel caso in cui il file di descrizioni presente sul BBS sia stato modifi-
cato dopo l'ultimo aggiornamento inviato alla shell. Tipicamente cio` puo` av-
venire se nell'area arrivano files via route o se qualcun altro vi ha accesso.
RfaShell cerca di evitare, quando possibile, l'invio di un file di de-
scrizioni in sostituzione di uno presente sul BBS; cio`, in effetti, e` neces-
sario solo quando si cambia l'ordine dei files, si cancellano delle inee di
commento o si modifica il files con l' editor di RfaShell. Una contromisura
drastica e` inibire, in Rfa, l' uso del comando Receive (usato dallo shell per
immettere in area i files inviati); oppure, piu` semplicemente, basta avere l'
accortezza di non lavorare su aree in cui arrivano files via route, e, se piu`
persone gestiscono le aree files del BBS, definire chi lavora su un'area e chi
su un'altra.

Dulcis in fundo, RfaShell ha un sofisticato sistema di gestione del file-
request, ovviamente sempre via RFA: e` possibile consultare le liste files di
altri BBS e far richiedere i files ivi contenuti all'RFA presente presso il
remoto.
Per sfruttare questa possibilita` bisogna compilare le liste files dei
BBS da cui intendiamo "rifornirci", utilizzando un apposito programma, fornito
con RfaShell. Fatto cio`, si puo` entrare in RfaShell, selezionare la voce
Request del menu` Request (che fantasia, eh?) e scegliere il BBS da cui si vo-
gliono richiedere dei files (viene mostrata la lista dei BBS di cui si possie-
de la lista files compilata), dopodiche' non resta altro da fare che selezio-
nare l'area files e il file da richiedere. E' possibile richiedere piu` files
dalla stessa area, da aree files diverse, e a BBS diversi; RfaShell memorizza
la dimensioni totale dei files richiesti a ciascun BBS, per evitare cha la
frenesia file-requestatoria ci porti a collegamenti troppo lunghi e onerosi.
Per ogni file richiesto e` anche possibile scegliere un'area del BBS come area
di destinazione: in tal caso appena il file arrivera`, verra` messo subito a
dimora da Rfa, con la stessa descrizione che aveva presso il BBS da cui e`
stato richiesto.

Giovanni Lopes
(2:332/108.2)
















############ ###
### 6 ### CRITTOGRAFIA - PARTE 1 ###
############ ###

[NdE: Nel caso pensiate che non sia possibile fare della telematica senza sa-
pere un poco dei fondamenti della crittografia (c'e` gente con delle idee mol-
to strane a questo mondo!) seguitevi queste "chiacchierate, tratte dalle "No-
tes on Cryptography" di Charles Blair, dell'Universita` dell'Illinois. Visto
che non penso che molti di voi abbiano seguito corsi di teoria dei numeri, mi
limitero` a citare la maggior parte dei teoremi senza dimostrazione; lo scopo
principale di questa versione e` quella di dare un'infarinatura sulle tecniche
di crittografazione dei dati in uso al giorno d'oggi... .mau.]


1. SISTEMI DI CRITTOGRAFAZIONE
==== ===========================

Innanzitutto, un <sistema di crittografazione> (encryption system) e` una
procedura che, a partire da un messaggio originale, o <in chiaro> (plaintext),
e un piccolo pezzo di informazione definita in precedenza tra il mittente e il
destinatario (la <chiave>), crea una versione codificata del messaggio stesso
(il <testo cifrato>, ciphertext). Negli esempi in seguito, si supporra` che
chi vuole craccare il testo conosca la procedura di cifratura e abbia a dispo-
sizione il testo cifrato; insomma gli manca solo la chiave. Supponiamo anche
che chi prepari il testo non cerchi di rendere piu` difficile l'attacco usando
parole o frequenze di occorrenza delle lettere che non siano standard, ma che
si fidi della sicurezza offerta dal codice.

Altre situazioni che possono sorgere in pratica, e che indeboliscono la
sicurezza del codice, sono quelle in cui il craccatore abbia a disposizione
sia il testo in chiaro che quello cifrato, in modo da potere cercare la chiave
(<knowm-plaintext attack>; e quella in cui si abbia a disposizione la macchina
cifratrice cui possiamo dare in pasto un testo a nostra scelta, anche se non
possiamo portarla via per ricavare la procedura (<chosen-plaintext attack>).

Vediamo ora alcuni esempi storici di sistemi di crittografia.


1.1. Sostituzione semplice
------ ---------------------

Questo e` il semplice sistema di sostituzione lettera per lettera immor-
talato da Edgar Allan Poe ne _Lo scarabeo d'oro_. La chiave e` una semplice
permutazione delle 26 lettere dell'alfabeto:

ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ
actqgwrzdevfbhinsymujxplok

In questo modo, il testo in chiaro

THE SECURITY OF THE RSA ENCODING SCHEME RELIES ON THE
FACT THAT NOBODY HAS BEEN ABLE TO DISCOVER HOW TO TAKE
CUBE ROOTS MOD N WITHOUT KNOWING NS FACTORS

(che per i curiosi che non conoscono l'inglese significa "La sicurezza
dello schema di codifica RSA si basa sul fatto che nessuno e` stato in grado
di scoprire come calcolare le radici cubiche mod n senza conoscere ns fatto-
ri") diventa

UZG MGTJYDUO IW UZG YMA GHTIQDHR MTZGBG YGFDGM IH UZG
WATU UZAU HICIQO ZAM CGGH ACFG UI QDMTIXGY ZIP UI UAVG
TJCG YIIUM BIQ H PDUZIJU VHIPDHR HM WATUIYM

Si puo` rendere il messaggio piu` difficile da decodificare (ma anche da
leggere!) omettendo gli spazi tra le parole.

Questi messaggi possono essere di solito decodificati cercando le coppie
di lettere che appaiono piu` spesso (in inglese, TH e HE sono di gran lunga le
piu` frequenti; in italiano abbiamo nell'ordine ES, EN, LE e DE) e riempendo
uno alla volta i buchi rimasti; un'ottima spiegazione si trova per l'appunto
nel summenzionato racconto di Poe.

Nella situazione a testo noto, l'intero codice si ottiene quasi subito.
Ma puo` capitare, come nel nostro esempio, che alcune lettere - J, P, Q, Y, Z
- non appaiano, sicche` non possiamo dire come sono codificate. Nel caso di
testo scelto, e` immediato ottenere tutto il codice.


1.2. Il codice di Vigenere e i cifrari "usa e getta"
------ -----------------------------------------------

Questo codice funziona rimpiazzando ogni lettera con un altra lettera
spostata di un certo numero di posizioni rispetto all'originaria. Ad esempio,
J e` 5 posizioni dopo E; e D e` cinque posizioni dopo Y (Y,Z,A,B,C,D). Il co-
dice in questa forma base si dice gia` essere stato usato da Cesare (che usava
uno spostamento di tre caratteri), ma la cosa e` complicata dal fatto che la
chiave e` ora una *successione* di valori di spostamento. Se la successione e`
lunga ad esempio dieci caratteri, la prima, l'undicesima, la ventunesima...
lettera sono cifrate usando il primo elemento della chiave; il secondo proces-
sa la seconda, dodicesima, ventiduesima... lettera e cosi` via. Se nell'esem-
pio precedente usiamo la chiave

3 1 7 23 10 5 19 14 19 24
otteniamo

WILPOHNFBR BPMQRJKGTC QDVASSZGVF
HNLOOQBSLM QUOBPFVHMF DUULLTWMAY VCLBXFUZXR
REPPMTOSKF RXALDFDSVS EFYLYYLAHB QXPQRTNHDL
RXPKQSLTTA WPYP

(Abbiamo diviso il testo cifrato in gruppi di dieci lettere per comodita`. La
divisione in righe e` arbitraria).

Al tempo della sua creazione (~1600) questo codice era considerato inat-
taccabile, ma non e` realmente difficile da craccare. Supponiamo di immaginare
che la prima lettera sia una T. Questo significa che la undicesima lettera e`
una Y, la ventunesima una N, ... Guardiamo ora le combinazioni di due lettere
che si hanno con le varie possibilita` della seconda lettera:

TI YP ND EN NU AU SC OE OX BF NX OX TP (spostamento pari a 0)
TJ YQ NE EO NV AV SD OF OY BG NY OY TQ (spostamento 25)
TK YR NF EP NW AW SE OG OZ BH NZ OZ TR
TL YS NG EQ NX AX SF OH OA BI NA OA TS
(saltandone un po'...)
TF YM NA EK NR AR SZ OB OU BC NU OU TM
TG YN NB EL NS AS SA OC OV BD NV OV TN
TH YO NC EM NT AT SB OD OW BE NW OW TO (spostamento 1)

Quest'ultima riga e` la "risposta esatta". Anche se mostra diverse brutte
combinazioni (come NC, SB, NW), dovute soprattutto al fatto che l'ultima let-
tera di una parola rimane attaccata alla prima della parola successiva, sembra
meglio delle altre righe. Una volta che la seconda lettera e` stata identifi-
cata, si puo` allo stesso modo cercare la terza; il tutto si puo` automatizza-
re semplicemente usando una tabella di digrammi. E` necessario evidentemente
conoscere la lunghezza della chiave; ma per lunghezze non troppo ampie, si
puo` provare tutte le possibilita` di lunghezza, scegliendo alla fine quella
che da` il risultato migliore. Gli attacchi a testo noto e testo scelto sono
simili al metodo precedente.

Si noti pero` che, aumentando la lunghezza della chiave, si hanno sempre
meno righe su cui lavorare. Il caso estremo e` quello in cui la chiave e` lun-
ga come il testo stesso; il codice ottenuto in questo modo non e` teoricamente
craccabile. Infatti, supponendo che la chiave sia scelta a caso, a ogni testo
in chiaro immaginabile corrisponde una chiave che da` il testo cifrato dato.
Questo metodo e` stato molto usato dalle spie che devono comuncare con il co-
mando; esse avevano un taccuino contenente pagine e pagine di valori casuali
(il nomignolo di "usa e getta" deriva dal fatto che ogni pagina, una volta
usata, non puo` essere riciclata e deve essere distrutta).


1.3. Un sistema a trasposizione
------ --------------------------

In questo sistema, supponiamo che ogni riga del messaggio contenga 63 ca-
ratteri (altrimenti mettiamo degli spazi alla fine). La chiave e` una permuta-
zione dei numeri da 1 a 63, e ogni riga del testo e` riarrangiata usando la
permutazione. Supponiamo ad esempio che la chiave sia

1 11 21 ... 61 8 18 ... 54

(in realta` converrebbe usare una permutazione piu` complicata) e il testo in
chiaro il solito: otteniamo


TTRNRT UHOMO SFECE HYSGEH REDEN E HNS E A LE I I CTCE O SI
FN ET AHBCT DNDO AOBTRA TALOO TY IW CBEO K SEV H AS TOE HE
C HNO OWOA S UMOGR TIWC RNK BOU S STIT O NF EDTN

Un metodo possibile di decodifica sceglie una colonna del testo cifrato e
chiede quali altre colonne possono seguirla immediatamente. Per esempio, alla
decima colonna (OBO) potrebbe seguire l'ottava (UAO), ma non la prima (TFC),
perche` si otterrebbe l'improbabile combinazione di lettere BF.

Come sempre, piu` il messaggio e` lungo meno e` difficile da decodifica-
re; a differenza degli esempi precedenti, il fatto di avere degli spazi com-
plica la vita. Cosa succede con un attacco a testo conosciuto? Beh, ad esempio
visto che c'e` solo una Y nella prima riga sappiamo che la colonna 12 del te-
sto in chiaro e` la 21 del testo cifrato, ma ad esempio non possiamo sapere
quali sono i valori corrispondenti alle tre colonne con tutti spazi. Non che
in questo caso interessi, come al solito, ma potrebbe essere utile con altri
testi. Infine nel caso di un testo dato si puo` avere tutta la chiave in un
colpo solo.




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### 7 ### VIVAMIGA ###
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Premessa
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Ed eccomi di nuovo qui, amebe paglierine gratinate da una palla di fuoco
(se non si e` capito gioco a D&D)! No, non sono RRE. L'Essere,dopo aver deni-
grato il WC-DOS, ha seguito il famoso detto: "Chi disprezza compra" ed e` pas-
sato dall'altra sponda. RRE ha tradito la Fede che illumina tutti noi amighi-
sti e per punizione divina e` diventato un PiCiu User 8-). Poco prima di com-
piere il grande gesto mi ha implorato di scrivere un articoletto per telemati-
cus riguardo l'Amiga 4000. Quindi ecco tutto quello che avreste voluto sapere
sul nuovo nato in casa Commodore ma non avete mai osato chiedere.

L'Amiga 4000
------------

L'uscita ufficiale dell' A4000 ha messo fine alle discussioni senza fon-
damento su voci di corridoio, comunicati beffa e documenti ufficiali sfuggiti
dalle mani di alcuni sviluppatori Amiga, discussioni su come fosse e di come
avrebbe dovuto essere il nuovo nato in casa Commodore. Ma naturalmente non si
smette mai di discutere, anche se adesso lo si puo` fare con qualcosa di con-
creto tra le mani: un hardwaroso Amiga 4000 con i suoi pregi ed i suoi difet-
ti.

L'A4000 si presenta con un case desk un po' piu` stretto di quello del-
l'A2000 (a dire il vero esteticamente non mi piace, somiglia ad uno dei tanti
WC taiwanesi che ci sono in giro). Saltano subito all'occhio sul frontale i
posti per 2 drive da 3.5" (2 ipotetiche, in quanto la Commodore usa dei drive
Chinon molto alti che lasciano quindi posto ad una sola meccanica) e una da
5.25" molto utile per dischi rimovibili Syquest, CD-ROM, streamer etc... Le
prese mouse/joystick, dopo aver abbandonato la comoda posizione sul lato de-
stro della macchina, (Amiga 1000 e 3000) ed aver visitato il fronte ed il re-
tro degli altri modelli Amiga, sono state piazzate sul lato sinistro del case
(come se tutti al mondo fossero mancini). Il connettore della tastiera si tro-
va sul retro, insieme ai connettori della seriale, della parallela, dell'usci-
ta video (unica a 23 pin), dell'uscita audio e del drive esterno. All' appello
manca il connettore del controller SCSI, infatti non c'e`. :-(

All'interno c'e` ancora il posto per 2 Hard disk da 3.5" a fianco dell'
alimentatore. La parte elettronica del 4000 e` realizzata in tecnologia SMT,
che permette un costo minore di produzione ed una maggiore affidabilita`. Su
tutto spicca subito il processore (il Motorola 68040), che e` montato su una
scheda a parte su cui vi e` anche varia logica di controllo, il controllore
del bus e l'oscillatore per il clock del processore. Soluzione modulare che
permette un facile upgrade della macchina, semplicemente sostituendo la scheda
processore con una piu` potente. Sulla piastra madre del 4000 rimangono gli
8520 (seriale, parallela, drive, etc...), la memoria (ora in moduli SIMM sem-
plici da montare ed economici), il BUS ZORRO-III (e` riportato orizzontalmente
con una scheda dove ci sono 3 slot ZORRO-III in linea a 3 slot AT e uno in li-
nea allo slot video) e il famigerato nuovo CHIPSET AGA (Advanced Graphics
Architecture).

Oltre alla potenza del processore, il Motorola 68040, il 4000 e` caratte-
rizzato anche dall' innovativo chipset AGA (Alice e Lisa). L'Amiga, nato nel
1984, e` stato per molto tempo un computer con una grafica eccezionale, veloce
e con molti colori. Adesso, a 8 anni di distanza, l'anzianita` si fa sentire,
e se prima le prestazioni erano sufficienti per animazioni in bassa risoluzio-
ne a 4096 colori, adesso non bastano piu`. Il chipset AGA si puo` dire rivolu-
zionario nella storia di Amiga (a parte la piccola parentesi dell'ECS). Pur
mantenendo la compatibilita` verso il basso a livello di sistema, non e` in-
stallabile sulle "vecchie" macchine a causa del passaggio dai 16 bit ai 32
bit. Il passaggio da 16 a 32 bit, pur facendo mordere le mani a chi si e` ap-
pena acquistato un A3000, porta ad un aumento di 4 volte la velocita' :-). Le
risoluzioni ottenibili con l'AGA sono principalmente quelle dell'ECS e cioe`:
320x256, 640x256, 640x512, 320x512, 640x480, 640x960, 800x300, 800x600,
1280x256, 1280x512 (chissa` perche` e` la stessa risoluzione dell'HDTV) ma e`
possibile definirne quante se ne vuole grazie alla programmabilita` dei chip
grafici. La vera novita` e` che in qualunque risoluzione si hanno a disposi-
zione 8 bitplane e una palette di 24 bit quindi 256 colori da un totale di
16.777.216, piu` i modi speciali HAM, EXTRA HALF BRITE, DUAL PLAYFIELD (con 4
bitplane per playfield) e il nuovissimo modo HAM8 che permette (a patto di
usare un buon algoritmo di codifica) di visualizzare immagini a 262.208 colori
(su questo numero ci sono state molte discussioni. Io rimango di questa idea
anche se molti insistono col dire che le immagini possono avere, pixel permet-
tendo, 16 milioni di colori) molto vicine a immagini a 24 bit puri (soprattut-
to ad alte risoluzioni con il dithering). Molti modi grafici sono disponibili
a frequenza di 15Khz (i vecchi modi NTSC e PAL e il super-hires 1280x256/512
tutti facilmente codificabili con genlock in segnali compositi o luminan-
za/crominaza) molti nuovi modi grafici sono a frequenza di 31Khz (double pal,
double NTSC, productivity), cioe` senza flicker sull'uscita (unica) a 23 pin.
Gli sprite ora possono essere anche in alta risoluzione e larghi fino a 64
pixel con 16 colori.

La memoria CHIP e` di 2Mb ma dovrebbe arrivare a 8Mb. Come detto non c'e`
il controller SCSI. La Commodore ha pensato inutile aumentare il prezzo della
macchina con un controller SCSI-II e relativo costosissimo HardDisk e cosi' ha
messo un controller IDE (AT-BUS) da poche lire e relativo HardDisk della Sea-
gate. Saranno presto disponibili controller in standard SCSI e SCSI-II per bus
ZORRO-III sia prodotti dalla Commodore sia da terze parti. Sarebbe comunque
meglio che la Commodore distribuisca il 4000 anche senza HardDisk consentendo
l'acquisto di controller e HardDisk SCSI al posto del'IDE di serie.

Ed ora alcune considerazioni. La grafica a 8 bitplane consente animazioni
in real time (grazie alla minore occupazione di memoria sia RAM che di massa);
ottime per il Multimedia, ma per animazioni in Raytracing (ad esempio per uso
pubblicitario) sarebbe meglio un output a 24 bit puri. Questo passo puo` esse-
re piu` lungo della gamba, ma un passettino in piu` degli 8 bitplane non sa-
rebbe stato male. Per esempio usando 10 bitplane e 1024 registri colore, si
avrebbero modi video a 1024 colori e un modo HAM10 molto piu' preciso del-
l'HAM8: 8 biplane per dati (variazioni da 0 a 255) 2 bit di controllo (modo
registro o variazione della componente ROSSA,VERDE,BLU) 64 registri colore
usabili (riduzione del fringing, sbavatura dei colori proprio dei modi HAM).

Viene spontaneo paragonare due macchine basate sullo stesso processore:
l'altra e` il NeXT. Ha il 68040, il DSP56001 (Digital Signal Processor sempre
Motorola), display poscript con risoluzione 1120x832 monocromatico o a colori
(4096 su palette di 24 bit), monitor monocromatico o a colori, 16Mb di RAM
(exp. 128Mb), 400Mb di Harddisk SCSI e soprattutto UNIX con interfaccia NeXT-
STeP orientata ad oggetti con un'ottima dotazione standard di software (es.
Mathematica, RenderMan, compilatori per vari linguaggi etc...). Il modello a
colori costa intorno ai 17 milioni. Un modello monocromatico con diversa dota-
zione di HardDisk e RAM costa circa 10 milioni. Il 4000, con harddisk da 213
Mb, si trova nei negozi a circa quattro milioni cioe` allo stesso prezzo del-
l'A3000T. Il prezzo non e` ovviamente definitivo e scendera` sicuramente nei
prossimi mesi. [NdE: col dollaro che sta schizzando? :-( ] Quindi, rispetto al
NeXT, costa meno ma la dotazione software e alcune caratteristiche del NeXT
sono indubbiamente superiori al 4000.

Da ultime notizie, ho saputo che e` uscito anche l' A1200, un simil A500
con MC68EC020 (BUS indirizzi limitato a 24 bit quindi Max 16Mb di RAM) a
14Mhz, 2Mb di Chip RAM espandibile con altri 8Mb di FAST, chipset AGA, posto
interno per harddisk IDE da 2.5 pollici, drive etc... al costo irrisorio di
circa 800.000 lire. Si hanno cosi` macchine di fascia bassa e alta con il
chipset AGA e architettura full 32 bit, manca solo piu` una macchina di fascia
media (sostituto dell' A2000) con processore 68030 ad un prezzo di 2/2.5 mi-
lioni di lire. Speriamo che la Commodore ascolti gli utenti e realizzi una
scheda processore da inserire nello stesso contorno dell' A4000.

Per adesso mi fermo qui, aspetto risposte numerose in matrix alle mie
considerazioni. [NdE: illuso...]


PUP 2:334/100.10@Fidonet.org


















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### 8 ### IL JARGON FILE - PARTE 20 ###
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<flamage> /flay'm@j/ [infiammatura] s. Messaggi con alto contenuto di ru-
more e bassa di segnale su <USENET> o altri forum elettronici. Spesso nella
frase "the usual flamage" [la solita infiammatura].

<flame> [fiammeggiare] 1. vi. Parlare incessantemente e/o con rabbia su
un soggetto relativamente poco interessante o con una attitudine chiaramente
ridicola. Quando una discussione degenera in una inutile controversia, uno
puo` dire ai contendenti "ora state proprio f.", o "fermate tutto questo `fla-
mage'!" per tentare (cosi` per dire) di raffreddarli un poco. 2. Postare un
messaggio email che intende insultare e provocare. <FLAME ON> vi. Continuare a
fare flames. Vedi <rave>, <burble>. Il riferimento scherzoso alla Torcia Umana
dei Fantastici Quattro e` stato perso, tanto che l'uso recente completa il
cerchio: "Flame on" [Fiamma!] ora in genere significa "inizio delle f.".

Un utente USENET che e` stato dal 1972 al 1976 al WPI [Worchester Polytechnic
Institute] aggiunge: Sono certo al 99% che l'uso di f. e` nato al WPI. Quelli
che continuavano a insistere di avere bisogno di usare un TTY per "real work"
cominciarono a venire chiamati "flaming asshole lusers" [<lusers> dal culo in-
fiammato]. Altra gente che rompeva particolarmente divenne "flaming asshole
ravers", [donnaioli...] che venne accorciato in "flaming ravers", e infine
"flamers". Ricordo qualcuno che tiro` fuori la battuta sulla Torcia Umana, ma
non penso che "flame on/off" sia stato molto usato al WPI.

<flame bait> [esca per le fiamme] s. Un posting che intende fare partire
una <flame war>, o uno che invita flames come risposta.

<flame war> [guerra di fiamme] s. Aspra disputa, specialmente se portata
avanti in un forum elettronico pubblico tipo <USENET>. Spesso contratto in
un'unica parola, <flamewar>.

<flamer> [infiammatore] s. Uno che manda abitualmente flames. Detto spec.
di disgustose personalita` <USENET>.

<flap> vt. 1. Smontare un nastro DEC (in modo che faccia flap, flap,
flap...). Vecchi hackers al MIT raccontano dei tempi in cui il disco era il
device 0, e i microtapes erano 1, 2, ..., e tentare di fare fare f. al device
0 significava invece che un motore cominciava a centrifugare in un cabinet vi-
cino al disco! 2. Per estensione, smontare un qualunque nastro magnetico. I
nastri attuali non fanno piu` flap, ma l'uso e` rimasto.

<flat-ASCII> [ASCII piatto] agg. Detto di un file di testo che contiene
solo i caratteri ASCII a 7 bit e usa solo caratteri di controllo standard
ASCII (coie` non ha nessun codice interno specifico a un particolare formatta-
tore di testo, e nessun <META>carattere). Sin. <plain-ASCII>.

<flatten> [appiattire] v. Togliere dell'informazione strutturale, spec.
filtrare qualcosa con una struttura implicita ad albero ottenendo una semplice
successione di foglie. "Questo codice appiattisce un'espressione con parentesi
in una forma canonica (v. <canonical>) equivalente".

<flavor> [gusto] s. 1. Varieta`, tipo. "I comandi DDT possono essere di
due f.". "Queste lucette sono di due f., grandi e rosse oppure piccole e ver-
di". Vedi <vanilla>. 2. L'attributo che fa si` che qualcosa sia <flavorful>.
Usato spesso nella frase "da` un f. aggiuntivo". "Questa convenzione da` un f.
aggiuntivo permettendo di stampare testo sia con l'alto a destra che rove-
sciato". Vedi <vanilla>. Questo uso e` quasi certamente influenzato dalla teo-
ria dei quark nella fisica particellare, dove i quark (i costituenti ad es.
dei protoni) possono avere sei f. (su, giu`, strano, incantato, alto, basso) e
tre colori (rosso, blu, verde) - l'uso MIT, pero`, e` quasi certamente prece-
dente alla teoria dei quark.

<flavorful> [gustoso] agg. Che e` esteticmente piacevole. Vedi <random> e
<losing> come opposti. Vedi anche le voci <taste> e <elegant>.

<flippy> /flip'ee/ s. Un floppy disk single-side alterato per essere usa-
to su entrambi i lati aggiungendogli un secondo foro. Il nome deriva dal fatto
che il disco deve essere girato (flipped) perche` il secondo lato sia accessi-
bile. Non piu` di uso comune.

<flush> [pulir via] v. 1. Cancellare qualcosa, di solito superfluo. "Ab-
biamo f. tutto questo nonsense". terminologia standard ITS per indicare
l'abort di un'operazione di output (ma notare il significato #4 sotto!); si
parla del testo che sarebbe dovuto essere stampato, ma non lo e` stato, come
f. Sotto l'ITS, se si vuole listare un file al terminale, esso viene visualiz-
zato una pagina per volta; alla fine di ogni pagina viene chiesto se si vuole
proseguire la lettura, e in caso negativo il sistema risponde con "FLUSHED".
(Si specula che il termine sia sorto dalla vivida immagine di spazzare via i
caratteri non voluti annaffiando il buffer interno di output, lavando via i
caratteri prima che questi possano venire stampati). 2. Uscire alla fine della
giornata lavorativa (opp. all'uscire per la pausa pranzo). "Time to flush!".
3. Escludere qualcuno da un'attivita`, o ignorare una persona. 4. [UNIX/C]
Forzare l'I/O bufferizzato su un disco, come con la chiamata `fflush(3)'. Que-
sto *non* e` un abort come nel significato 1, ma una domanda per completamento
in anticipo! Gli hacker UNIX trovano l'uso ITS confondente e viceversa.

<flytrap> [pigliamosche] s. See <firewall machine>.

<FOAF> [USENET] s. Acronimo solo scritto per Friend Of A Friend [amico di
un amico]. La sorgente di una storia non verificata, possibilmente falsa. Il
termine non e` originario degli hackers (e` stato usato nel libro di Jan
Brundvent sulle leggende metropolitane), ma e` riconosciuto molto piu` facil-
mente su USENET e simili piuttosto che nel mainstream.

<foo> 1. inter. Termine di disgusto. 2. Nome usato per programmi tempora-
nei [NdE: come il nostro "pippo"], o esempi di nomi di tre lettere. Altre pa-
role simili sono <bar>, <baz> (corruzione di <bar> a Stanford), e raramente
RAG. 3. Usato molto genericamente come un nome di esempio per assolutamente
tutto [NdE: di nuovo come il nostro pippo]. 4. Il primo elemento della lista
standard di variabili metasintattiche usate negli esempi di sintassi. Vedi
anche: <bar>, <baz>, <qux>, <quux>, <QUUUX>, <corge>, <grault>, <garply>,
<waldo>, <fred>, <plugh>, <xyzzy>.

<foo> e` l'esempio canonico (v. <canonical>) di una `variabile metasintatti-
ca': un nome usato negli esempi e che si intende stare per qualunque cosa sia
sotto discussione, o per un elemento a caso di una classe di cose sotto di-
scussione. Per evitare confusione, gli hacker non usano mai `foo' o altre pa-
role simili come nomi permanenti per qualcosa.

L'etimologia della parola hacker "foo" e` oscura. Quando e` usata insieme a
"bar" e` generalmente fatta risalire all'acronimo militare della Seconda Guer-
ra Mondiale FUBAR (Fucked Up Beyond All Recognition) [fottuto oltre ogni rico-
noscibilita`], purgato poi in <foobar> e infine troncato.

L'uso del termine stesso "foo" ha pero` antecedenti piu` complicati, compren-
denti una lunga storia nelle strisce di fumetti e nei cartoni animati. La vec-
chia strip `Smokey Stover' di Bill Holman comprende spesso la parola "FOO",
particolarmente nelle targhe automobilistiche. E` stata riportata anche la
presenza di "FOO" e "BAR" nei fumetti di `Pogo', di Walt Kelly. Daffy Duck in
un cartoon del 1938 regge un cartello con su scritto "SILENCE IS FOO!" E` an-
che possibile che l'uso hacker derivi di fatto dal titolo `FOO, Lampoons and
Parody' di un libro comico stampato per la prima volta vent'anni dopo, nel
settembre 1958; il titolo FOO era scritto in grandi lettere sulla copertina.

Molto probabilmente il termine hacker "foo" non ha un'origine ben precisa, e
deriva via tutti questo canali dallo Yiddish "feh", o dall'inglese "fooey!".

<foobar> s. Un'altra comune variabile metasintattica: v. <foo>.

<fool> s. Nell'uso hacker, descrive specificatamente una persona che ra-
giona abitualmente da premesse errate in maniera ovvia o facilmente dimostra-
bile, e non puo` venire persuaso a fare altrimenti dall'esperienza; non e` ge-
neralmente usato nei suoi altri significati, cioe` per descrivere una persona
con una incapacita` nativa a ragionare correttamente, oppure un buffone. Anzi,
nell'esperienza hacker molti f. sono in grado di ragionare fin troppo bene
nell'eseguire i propri errori. Vedi anche <cretin>, <loser>.

<for the rest of us> [slogan Mac] agg. Usato per descrivere un prodotto
<spiffy> [ben fatto] la cui possibilita` di acquisto rispetto ad altri prodot-
ti comparabili e` enorme, oppure (piu` spesso) usato sarcasticamente per de-
scrivere prodotti <spiffy>, ma dal prezzo impossibile.

<foreground> [UNIX: in primo piano] agg.,vt. In un sistema a time-shar-
ing, un task eseguito in f. e` quello in grado di accettare input e ritornare
output all'utente; opp. <background>. Normalmente, c'e` sono un task in f. per
terminale (o finestra del terminale); avere piu` processi che tentano simulta-
neamente di leggere la tastiera e` un buon modo di perdere (v. <lose>). Per
est., f. un task significa portarlo in cima allo <stack> di processi per il
suo immediato processamento, e in questo senso viene spesso usato dagli hacker
anche per compiti non legati al calcolatore.

<forked> [UNIX: lett. biforcato] agg. Lento in maniera impossibile, o
piantato. Originato quando il sistema si rallenta a velocita` impossibilmente
schifose, a causa di un processo che fa ricorsivamente copie di se stesso (per
mezzo della chiamata di sistema Unix `fork(2)') e si prende tutte le entry
della tabella dei processi.

<fortune cookie> [UNIX: il biscottino della fortuna] s. Una citazione,
notiziola, scherzo o massima a caso mandata al terminale dell'utente quando
questi si collega o (piu` raramente) si scollega. Voci di questo jargon file
sono state spesso usate come f.c.

<fossil> [fossile] s. 1. Nel software, una pessima feature che si riesce
a comprendere solo in un contesto storico, come residuo del passato lasciato
solo per ragioni di compatibilita`. Esempio: la ritenzione dell'ottale come
base di default per gli escape nelle stringhe C, nonostante nelle moderne ar-
chitetture indirizzabili a byte l'esadecimale funzionerebbe meglio. Vedi
<dusty deck>. 2. In modo piu` ristretto, una feature con utilita` passata ma
non piu` presente. Esempio: il bit di forza-maiuscole (LCASE) nei driver tty
dello UNIX V7 e <BSD>, sviluppati per l'uso con terminali senza minuscole. In
una perversione del solito obbiettivo di compatibilita` all'indietro, questa
funzionalita` e` stata attualmente espansa e rinominiata in alcune successive
release <USG UNIX> come i bit IUCLC e OLCUC.

<fred> s. Il nome personale usato piu` spesso come una variabile metasin-
tattica (v. <foo>). La sua popolarita` si dice derivare dal fatto che e` sem-
plice digitarla su una comune tastiera QWERTY. E` anche detta essere un acro-
nimo per "Flipping Ridiculous Electronic Device" (altri verbi inizianti per f
possono sostituire "flipping")

<freeware> s. Software gratuito, spesso scritto da entusiasti e usualmen-
te distribuito via posta elettronica, BBS locali, <USENET> o altri media elet-
tronici. Vedi <shareware>.

<fried> [fuso: lett. fritto] agg. 1. Non funzionante a causa di problemi
hardware: bruciato. Specialmente usato per hardware che si e` rotto a causa di
una extracorrente, di un cortocircuito o comunque un evento elettrico (Alle
volte, i circuiti elettronici friggono letteralmente! In particolare, le resi-
stenze possono bruciare e i trasformatori fondere, esalando un fumo di un odo-
re terribile. Pero` il termine e` anche usato metaforicamente). 2. Di persone,
esausto. Detto particolarmente di chi continua a lavorare in un simile stato.
Spesso usato come spiegazione o scusa. "Si`, lo so che quella modifica ha di-
strutto il file system, ma ero f. quando l'ho fatta".

<frob> /frob/ 1. s. [MIT] La definizione ufficiale del Tech Model Rail-
road Club era "FROB = braccio o perno che si protende", e per estensione meta-
forica un qualunque oggetto piccolino; un oggetto che si puo` tenere conforte-
volemnte in mano; qualcosa insomma che si puo` "frobbare". Vedi <frobnitz>.
2. v. Forma abbreviata di <frobnicate>. 3. [dal mondo <MUD>] Richiedere pri-
vilegi di <wizard> per `cortesia professionale', sulla base del fatto che uno
e` gia` wizard da un'altra parte.

<frobnicate> /frob'ni-kayt/ [pacioccare?] vt. Manipolare o sistemare, re-
golare. Quindi: "Per favore, f. l'interruttore della luce" (vale a dire,
schiacchialo), ma anche "Smettila di f. quel fermaglio; lo romperai". Poss.
derivato da <frobnitz>. Solitamente abbreviato in <frob>, ma <frobnicate> e`
riconosciuta come la forma ufficiale completa. Cosi` si ha il detto "To frob a
frob" [piu` o meno "pacioccare un coso"]. Vedi <tweak> e <twiddle>. Uso:
<frob>, <twiddle>, e <tweak> alle volte connotano punti su un continuo. <frob>
connota una manipolazione senza scopo; <twiddle> [spazzare, lett. gingillarsi]
una manipolazione grossolana, spesso una rozza ricerca per un settaggio cor-
retto; <tweak> [settare, lett. dare un pizzicotto] connota un aggiustamento
fine. Se qualcuno che sta girando una manopola di un oscilloscopio la sta gi-
rando a poco a poco, sta probabilmente settandola; se la sta semplicemente gi-
rando, ma guarda lo schermo, sta spazzando; ma se lo fa semplicemente perche`
girare una manopola e` divertente, allora la sta f.. La variante "frobnostic-
ate" e` stata recentemente riportata.

<frobnitz> /frob'nits/, pl. <frobnitzem> /frob'nitsm/ s. Un oggetto fisi-
co non specificato, un widget. Si riferisce anche a scatole nere elettroniche.
Questo raro vocabolo e` di solito abbreviato in FROTZ, o piu` comunemente in
<frob>. Sono anche usati "frobnule" and "frobule". A partire forse dal 1979,
"frobozz" (/fruh-bahz'/), plurale "frobbotzim" (/fruh-bot'z@m/) e` anche d-
iventato molto popolare, soprattutto per il suo utilizzo come nome in <Zork>.
Tutti questi nomi possono anche essere applicati a oggetti non fisici, come le
strutture dati.

<frog> [ranocchio] alt. `phrog' 1. inter. Termine di disgusto (sembra che
ne abbiamo proprio molti). 2. Usato come nome per praticamente tutto. Vedi
<foo>. 3. s. Di cose, un macinino. Di persone, qualcosa tra un tacchino e un
rospo. 4. <froggy>: agg. Simile a <bagbitting>, ma piu` leggero. "Questo f.
di un programma ci mette una vita a girare!"

<front end> s. 1. Un calcolatore sussidiario che non fa molto. 2. L'en-
tita` con cui si sta parlando quando si ha una conversazione con qualcuno che
risponde senza fare attenzione a cosa e` stato detto. "Guarda quegli elefanti
che volano!" "Ah, si`." "Ma hai sentito che cosa ho appena detto?" "Scusa,
stavi parlando al f.e..".

<frotz> /frotz/ 1. n. See <frobnitz>. 2. <mumble frotz>: Un'interiezione
di disgusto molto lieve.

<frotzed> /frotzt/ agg. Giu` (v. <down>) a causa di problemi hardware.

<fry> [fondere, lett. friggere] 1. vi. Guastarsi. Detto specialmente di
guasti hardware che producono fumo. Piu` in genere, diventare non funzionante.
Uso: mai per il software, solo per hardware o uomini. Vedi <fried>, <magic
smoke>. 2. vt. far guastare, di hardware (v. <roach>, <toast> o <hose>). Mai
usato per software o uomini.

<FTP> /ef-tee-pee/, *non* /fit'ip/ 1. s. Il File Transfer Protocol per la
trasmissione di file tra sistemi sull'Internet. 2. vt. Trasferire un file
usando il File Transfer Protocol. 3. Alle volte usato in maniera generica per
la trasmissione di files anche non via <FTP>. "Fammi FTPare questa copia di
Wuthering Heights da uunet."

<fuck me harder> [fottimi piu` forte] escl. Pronunciata a volte in rispo-
sta a malfunionamenti madornali, sp. in software, e sp. quelli che sembrano
impossibilmente persistenti (come se progettati da un diavoletto perverso).
Spesso elaborato in maniera teatrale: "Arrrgghhh! F.m. con un battipalo e un
palo di ferro battuto di cinque metri intinto nel curaro *e senza vaselina*!".
La frase si e` a volte sentita abbreviata come FMH in compagnie educate.

<FUD wars> /fud worz/ [guerre FUD, da `Fear, Uncertainty and Doubt': pau-
ra, incertezza e dubbio] s. L'atteggiamento politico tenuto dalle ditte soft-
ware e hardware che sono ostentatamente orientate alla standardizzazione ma
che di fatto vogliono frammentare il mercato per proteggere la loro propria
quota; come esempio vedi il conflitto OSF contro UNIX International.

<fudge> [abborracciare] 1. v. Comportarsi in maniera incompleta ma margi-
nalmente accettabile, in particolare rispetto alla scrittura di un programma.
"Non avevo proprio voglia di soffrirci tanto sopra, cosi` ho fatto che f. il
tutto". 2. s. Il codice risultante.

<fudge factor> [fattore fudge] s. Un valore o parametro variato ad hoc in
modo da produrre il risultato desiderato. I termini "tolerance" e "slop"
[spandimento] sono anche usati, anche se questi indicano in genere una tolle-
ranza in un senso solo, come un buffer che e` crato piu` grande del necessario
perche` non si sa esattamente quanto deve essere grande, ed e` meglio sprecare
un po' di spazio piuttosto che piantare tutto per non averne lasciato abba-
stanza. Un f.f., d'altra parte, puo` essere spesso aggiustato in entrambe le
direzioni. Un ottimo esempio e` il <fuzz> tipicamente necessario nei calcoli a
virgola mobile; se si confrontano due numeri per la loro uguaglianza, occorre
lasciare che possano differire di una piccola quantita`; se questa e` troppo
piccola, la computazione potrebbe non terminare mai, mentre se e` troppo gran-
de, il risultato potrebbe essere inutilmente inaccurato. I f.f. sono spesso
modificati in maniera scorretta da programmatori che non comprendono pienamen-
te il loro significato.

<fuel up> [rifornirsi] vi. Mangiare o bere in fretta e furia per potere
tornare a fare hacking. "Mangiamo?" "Si`, andiamo a rifornirci". "Ora di un
<great-wall>!". Vedi anche <ORIENTAL FOOD>.

<fuggly> /fuhg'lee/ adj. Forma enfatica di <funky>; funky + ugly (o pos-
sibilmente una contrazione di "fuckin' ugly", fottutamente brutto). Stranamen-
te per quanto riguarda lo slang hacker, puo` di fatto derivare dal gergo delle
strade dei neri. Per dirlo propriamente, la prima sillaba deve essere ringhia-
ta piu` che pronunciata. Uso: umoristico. "Ragazzi, il codice di conversione
ASCII-EBCDIC in quel driver della stampante e` *fuggly*." Vedi anche <wonky>.

<funky> [originale] agg. Detto di qualcosa che funziona, ma in modo stra-
no, accrocchiato. Fa pero` il suo lavoro e sarebbe difficile da modificare,
cosicche` la sua ovvia non ottimalita` e` lasciata perdere. Spesso usato per
descrivere le interfacce. Piu` bachi ci sono in qualcosa che nessuno si e`
preoccupato di fissare perche` e` piu` facile usare un workaround, piu` questo
e` f. <TECO> e UUCP sono f.. Il trattamento delle eccezioni nell'Intel i860 e`

  
straordinariamente f.. Molti standard acquistano funkiness col passare del
tempo. "Il nuovo mailer e` stato installato, ma e` ancora un poco f.; se la
tua posta ti ritorna indietro senza un motivo, prova a rimandarla". "Questo
UART e` proprio f.. Il data ready e` settato alto nel modo ad interrupt, e
basso in modo DMA". Vedi <fuggly>.

<funny money> [moneta buffa] s. (anche `play money', moneta giocattolo)
1. `Dollari' astratti equivalenti a unita` di tempo di computazione e/o di
utilizzo di memoria fornite dai professori agli studenti all'inizio di un cor-
so che preveda l'utilizzo di un calcolatore; chiamata anche "purple money"
(moneta purpurea, in opposizione implicita alla moneta reale o (almeno negli
USA) "verde"). Quando si termina la f.m., il proprio account si blocca e oc-
corre andare da un professore per ottenerne di piu`. Una volta pratica comune,
ora e` diventata cosi` rara a causa del costo precipitato dei cicli di memoria
in timesharing che e` diventata folklore. Le quantita` allocate erano invaria-
bilmente troppo piccole, anche per i non-hacker che volevano passare l'esame
col minimo indispensabile di lavoro. In casi estremi la pratica condusse a
mercati neri su piccola scala su account ottenuti clandestinamente. 2. Per
estensione, moneta fantasma o qualunque tipo di mezzo usato per garantire
l'allocazione di risorse in un sistena.

<fuzz> [peluria] s. Nell'aritmetica a virgola mobile, la massima diffe-
renza ammessa tra due quantita` perche` le si possa ritenere uguali. Deve es-
sere settata propriamente in relazione ai limiti di precisione della FPU. V.
<fudge factor>.

<fuzzball> [hacker TCP/IP] s. Un sistema DEC LSI-11 cha gira un partico-
lare gruppi di programmi fatti in proprio da Dave Mills e co-cospiratori as-
sortiti, usato all'inizio degli anni '80 per testare e fare sperimentazioni
sul protocollo Internet. Erano stati usato come backbones NFS ai vecchi tempi
delle linee da 56 KB/sec; alcuni di questi erano ancora attivi su Internet al-
l'inizio del 1990, con compiti strani tipo il servizio di sincronizzazione
temporale della rete.










############ ###
### 9 ### NOTIZIE FIDONET REGION 33 ###
############ ###

AFI A EXPOSER
=============

Dal 20 al 23 a Firenze, nella splendida cornice di Fortezza da Basso, si
e` svolto anche quest'anno Exposer, una mostra dedicata ai prodotti informati-
ci. Quest'anno non vi e` stato HAMBIT - Dimensione Radiotelematica, che da al-
cuni anni caratterizzava in senso strettamente telematico la manifestazione
fiorentina con un convegno particolarmente interessante per chi, come noi, si
diletta telematicamente. La mostra, come tutte quelle locali post-SMAU, non
poteva presentare alcuna particolare novita` per gli addetti ai lavori, se non
per la partecipazione dell'Associazione FidoNet Italia, alla sua seconda
esperienza in fatto di mostre dopo quella dell'ottobre scorso a Vicenza. Un
piccolo stand, sempre molto affollato, dove molti volontari (in testa Lord
Fenner) spiegavano ai piu` curiosi cos'era la telematica amatoriale, consenti-
vano la "prova su strada" dell'accesso ad un BBS e regalavano opuscoli infor-
mativi o, per chi si associava, una sorta di starter kit in 2 floppy per il
neo telematico. Nel pomeriggio di domenica 22 si e` svolto un affollato incon-
tro tra SysOp della rete FidoNet, di cui si riporta il verbale.

Verbale di riunione

Data e ora dell'avvenuta riunione: 22/11/92, alle 14:45
Luogo della riunione: convegno Exposer, a Firenze

Presidente: Franco Mulato (2:332/1)
Segretario: Giuseppe Scarpi (2:332/102)

Per brevita', il verbale si riferisce solo agli interventi programmati nel-
l'Ordine del Giorno.

I. Ordine del Giorno
====================

Ermanno Iencinella Considerazioni sulla rete Fidonet oggi
La nuova rete telefonica ISDN
Il ruolo umanitario di Fidonet

Stefano Pasquini Il sistema cost-sharing TIP-TOP

Franco Carcillo Iniziative Televideo e BSA per AFI

Marcello Ardini Il progetto "KidsLink"


II. Escussione degli argomenti programmati
==========================================

Dopo una breve presentazione, il Presidente ha ceduto la parola all'at-
tuale RC Ermanno Iencinella, che ha delineato brevemente la situazione attuale
della rete Fidonet.
La sensazione - afferma l'RC - e' che qualcosa stia cambiando all'interno di
Fidonet, e forse la struttura della rete non e' piu' adeguata; in ogni caso
Iencinella ha chiesto a tutti di esprimere un parere al riguardo, anche suc-
cessivamente alla riunione.
L'idea proposta e' quella di creare un gruppo di persone che analizzino i pro-
blemi della rete, in particolare quelli relativi al costo. Ci si e' cosi' ag-
ganciati ad un altro problema, quello dei costi crescenti di gestione, sulla
cui causa Iencinella sta cercando di indagare.
Prima di passare all'argomento successivo, l'RC ha esortato tutti a porre
chiaramente davanti a se gli obiettivi della propria BBS, e soprattutto a non
dimenticare mai l'aspetto "umano" che essa coinvolge.

Il secondo argomento trattato da Iencinella riguarda la rete telefonica
ISDN, che sembra destinata a sostituire gradualmente quella pubblica attuale.
Tra le interessanti possibilita' di ISDN, Iencinella ha citato:

- possibilita' di gestire sullo stesso doppino e contemporaneamente due ca-
nali a 64 kbit/s.
- possibilita' di assegnare, allo stesso canale, otto differenti numeri te-
lefonici gestiti da un opportuno smistatore; ai numeri si possono aggan-
ciare indifferentemente apparecchi analogici, digitali, voice, fax, etc.
(con opportuni convertitori).
- possibilita' di impiegare le nuove linee con vecchi apparecchi, grazie ad
opportuni convertitori.

I problemi della ISDN che l'RC ha presentato sono essenzialmente questi:

- attualmente, non e' chiaro dove procurarsi apparecchi digitali in grado
di sfruttare al massimo le nuove linee.
- il progetto e' operativo solo in alcune citta' "pilota": Torino, Milano,
Trento, Venezia, Bologna, Pisa, Roma, Bari e Palermo.
- il costo dello scatto telefonico e' pari al doppio di quello su linea
normale.

Comunque, l'idea ventilata e' equipaggiare con queste linee i nodi piu' cari-
chi del sistema, facendone richieste a SIP come Fidonet Italia.

A conclusione del suo discorso, Iencinella ha sottolineato che sarebbe
interessante dare a Fidonet Italia anche un risvolto umanitario; a tal scopo
l'RC ha contattato l'Istituto per non vedenti Cavazza di Bologna, che autono-
mamente ha aperto una BBS, e con cui puo' essere interessante collaborare.


Secondo tema della riunione e' stato il sistema cost-sharing presentato
da Stefano Pasquini.
Basilarmente, TIP-TOP permetterebbe di risolvere il link echomail con gli Sta-
ti Uniti tramite una struttura piramidale di distribuzione della posta e di
condivisione della spesa.
Al vertice della struttura, un BackBone europeo sara' chiamato in poll da un
massimo di tre BB a livello di Region (primo livello), ed avra' l'incarico di
raccogliere la posta, inviarla negli U.S.A., smistare l'echomail in arrivo e
metterla in hold per i tre BB, che provvederanno ad un secondo poll.
A loro volta, i BB di Region prevedono una struttura di secondo livello orga-
nizzata alla stessa maniera; al di sotto di essa si giunge ad una struttura di
terzo livello, che rappresenta il layer terminale. Attualmente, l'Italia e'
una delle Region che fanno parte del primo livello.
Il punto cruciale di TIP-TOP e' che le spese verranno ripartite in modo pira-
midale fino al livello piu' basso, in ragione del carico che ogni nodo rappre-
senta per l'uplink di livello immediatamente superiore.

Intervenendo al riguardo, Mulato ha ricordato la situazione attuale in Italia,
in cui l'onere di BB viene attualmente assunto da Franz Antolini. Il vantaggio
di TIP-TOP, oltre che una tassazione contenuta per ogni singolo nodo anziche'
una spesa elevata per una persona, sarebbe quello di rendere la rete non piu'
dipendente da un singolo.

Pasquini ha concluso osservando che, allo stato attuale, la spesa per ogni no-
do non e' ancora quantizzabile.


Franco Carcillo ha trattato il terzo tema della riunione, che vede in
particolare il rapporto tra Fidonet Italia, Televideo e l'associazione BSA.
Riguardo a Televideo, la RAI gestisce attualmente una rubrica di "telesoft-
ware", che prevede la presentazione l'invio di programmi (ricevibili con appo-
sita interfaccia) ed altre pagine informative. L'idea presentata da Carcillo
e' quella di creare una collaborazione di AFI con RAI, affidando a Davide Ro-
lando una rubrica settimanale su Televideo, con presentazione di software se-
lezionato da ISN, oltre che una pagina informativa sulle BBS AFI.
Per contro, le BBS AFI si impegnerebbero ad aprire una conferenza sul tele-
software, che comprenderebbe anche annunci della RAI. Il progetto dovrebbe es-
sere operativo dal gennaio 93. Lo scopo, oltre che accrescere il prestigio di
Fidonet, e' anche quello di valorizzare il software "made in Italy".

Un'altra interessante prospettiva e' l'accordo fatto con BSA; tale accordo
prevede una campagna di tutela del software, fatto a cura delle BBS interessa-
te, l'apertura di un'area in cui parlare dei problemi di pirateria ed in gene-
re di distribuzione del software, ed infine l'autorizzazione a mettere in li-
nea versioni dimostrative di prodotti commerciali che verrebbero fornite di-
rettamente dalle Case.
L'accordo verra' formalizzato tra breve, ed avra' quasi sicuramente una grande
risonanza giornalistica: questo potra' servire a migliorare l'immagine di AFI,
anche in conformita' allo Statuto che prevede tra i compiti istituzionali la
diffusione della telematica e la valorizzazione di Fidonet.


L'ultimo intervento programmato e' stato fatto da Marcello Ardini, a pro-
posito del progetto KidsLink.
Nel brevissimo intervento, Ardini ha ricordato le premesse che hanno portato a
KidsLink: in particolare l'esistenza di un'iniziativa simile su Internet,
l'interessamento di un ricercatore del CNR di Bologna che e' sfociato nell'i-
stituzione, da parte di ARCI, di una BBS "in proprio". Successivamente, del-
l'iniziativa si e' interessato il Comune di Bologna ed in un secondo tempo an-
che AFI.
Allo stato attuale l'iniziativa e' attiva solo nel net 332, in cui e' possibi-
le ricevere le aree KID*.AFI; le espansioni future annunciate da Ardini preve-
dono da un lato il collegamento con scuole elementari e medie, dall'altro
l'interessamento al progetto di enti quali l'istituto Bocconi.

Il segretario
Giuseppe Scarpi
(2:332/102 cosysop)

-o-o-o-o-o-o-o-o-o-









*** net 331 ***

L'avvenimento di rilievo del mese nel net 331 e' stata l'elezione per il
rinnovo delle cariche di net (NC e NEC).

NC e NEC in carica erano rispettivamente Angelo Besani (331/101) ed il
sottoscritto (331/301). I risultati delle elezioni (che hanno fatto registrare
una partecipazione elevatissima di nodi, 57 votanti su 61 aventi diritto!) so-
no stati i seguenti:

Per la carica di NC (Net. Coordinator):

Enrico Cima 19 voti
Sergio Gervasini 18 voti
Angelo Besani 9 voti
Alfredo Persivale 7 voti
Walter Mascarin 4 voti totale: 57

Per la carica di NEC (Net. Echomail Coordinator):

Giancarlo Cairella 36 voti
Ugo Uggetti 19 voti
Enrico Cima 1 voto
Astenuti 1 voto totale: 57

Il nuovo NC del net 331 risulta quindi essere ENRICO CIMA (331/200), men-
tre come NEC risulta essere confermato il sottoscritto.

Ciao,
--V--



*** net 332 ***

Dal 20 al 23 novembre buona parte dei sysop e dei point di Firenze sono
stati impegnati presso lo stand che Fidonet e AFI hanno ottenuto alla manife-
stazione Exposer, esposizione di informatica e office automation. L' affluenza
di pubblico e` stata notevole e sono state fatte molte dimostrazioni di colle-
gamento ad un BBS sui due calcolatori messi a disposizione da una ditta di
Prato. L' AFI ha registrato circa 25 nuovi soci.
Durante la manifestazione, precisamente domenica 22 novembre, si e` tenu-
to un convegno dei sysop del net 332 (e non solo, sono intervenuti anche sysop
di altri net, fra cui il REC, Stefano Pasquini e l' ex-RC, Franco Carcillo).
Il verbale della riunione potete leggerlo a parte; posso solo segnalare che,
dopo la riunione, tutta la banda si e` trasferita in un ristorante sui colli
per un' ottima cena, annaffiata da abbondante vino.

Chiudono le conferenze di net PACE.332 e AMBIENTE.332, che confluiscono
rispettivamente nelle conferenze nazionali PEACELINK.ITA e ECOLOGIA.ITA; ven-
gono nazionalizzate le conferenze SCUOLA.332 e CARTONI.332.



*** net 333 ***

Grande movimento d'opinioni sulla ristrutturazione delle aree Sysop. Si
spera sia il passo verso una rimessa a nuovo di tutte le aree messaggi.

Il nostro Adolfone, anche dopo le elezioni, e' in forma piu' che mai:
siamo stati i primi a veder aggiornata la nodelist con i nuovi flag per i mo-
dem ZyXEL e USRobotics. Battuti sul tempo tutti gli altri NET!

Alla prossima.


*** net 334 ***

TamTam, l'associazione per la telematica amatoriale del net, ha ripropo-
sto un proprio stand al salone Nuove Tecnologie tenuto a Torino Esposizioni
dal 4 all'8 novembre scorsi.

L'incontro di dicembre con soci e amici, presso il Circolo Ricreativo
Dipendenti Comunali di C.so Sicilia 13, e` previsto per lunedi' 14 alle ore
21; l'11 gennaio 1993 si terra` invece l'Assemblea Generale Ordinaria.


*** net 335 ***

Novembre e' stato un mese abbastanza calmo per cio' che riguarda il 335,
qualche piccolo spostamento di link da parte di alcuni nodi, ma niente di
piu'.


......dal Net 335
Giovanni Pugliese (335/211)



Telematicus puo` essere downloadato dai seguenti nodi Fidonet:

334/100 - 011-3299706 | 334/104 - 011-502423 | 334/105 - 011-2238389
335/211 - 099-4746313 | 335/215 - 0994746044 | 331/112 - 0341-360511
333/603 - 040-3783111 | 332/315 - 0721-30783

da Sintel, 011-596274,

e dai nodi ISN

331/301 - 02-76006857 | 331/106 - 0332-706469 | 331/201 - 030-293250
331/202 - 0373-273188 | 331/206 - 0523-896512 | 331/318 - 0382-575369
332/206 - 019-853037 | 332/404 - 051-554430 | 332/305 - 0541-777003
332/402 - 051-6331730 | 332/403 - 051-6231940 | 332/102 - 055-2364065
332/108 - 055-2298120 | 332/502 - 0522-824379 | 332/504 - 059-450643
333/304 - 049-9200386 | 333/207 - 0445-530103 | 333/401 - 0471-200004
333/404 - 0474-21123 | 333/505 - 0422-431041 | 333/507 - 0431-430945
334/306 - 0121-542795 | 335/210 - 081-5709527 | 335/405 - 06-315323


#### End of TELEM024 ####

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