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Telematicus Volume 01 Numero 12
***** Vol. 1 ***** Pag. 1 ***** Numero 12 *****
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Dicembre 1991
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Bollettino telematico mensile a cura del network 2:334 - Fidonet
Editor natalitius: Maurizio Codogno
Editor accountista: Alfredo Berlusconi
Editor dimissionarius: Roberto Piola
Editor finestrator: Renato Rolando
Editor coordinator: Franco Carcillo
Editor programmator: Marco Russo
Editor auscultator: Lorenzo Travaglio
Collaboratori: Tutti voi :-)
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IN QUESTO NUMERO :
Editoriale, di Maurizio Codogno . . . . . . . pag. 2
La programmazione Event-Driven, di Marco Russo . . . pag. 3
Fusione, di Roberto Piola . . . . . . . . . pag. 7
Itapac - parti 8 e 9, di Alfredo Berlusconi . . . . pag. 8
BBS e Radioascolto, di Lorenzo Travaglio . . . . . pag. 11
Vivamiga, di Renato Rolando . . . . . . . . pag. 13
Curiosita`: Il gergo hacker - parte 9 . . . . . . pag. 15
Notizie Fidonet, di Franco Carcillo . . . . . . pag. 18
Notizie dal net 334 . . . . . . . . . . pag. 20
I nostri bbs . . . . . . . . . . . . pag. 21
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Il materiale presente in Telematicus e` (C) dei singoli autori.
E` espressamente consentita la distribuzione e il riutilizzo del
bollettino in tutto o in parte, purche` non a fini di lucro e
citando sempre la fonte di provenienza.
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-----> EDITORIALE
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Carissimi lettori,
A parte i soliti auguri di Buone Feste che sentirete poi da troppa
gente perche` valga la pena di spendervi piu` di due parole, vorrei
farvi notare che questo e` l'ultimo numero del volume 1 di
Telematicus. A gennaio, se ne avro` il tempo, vorrei partire con una
veste editoriale piu` legata al video, con una specie di
impaginatore on-line per il testo della rivista.
Dicembre e` anche tempo di bilanci: perche` non mi spedite un
bel matrix dicendo cosa vorreste avere e non avere l'anno prossimo
su Telematicus? Almeno ricevero` un po' di posta...
Un cordiale saluto a Marco Russo che ha raccolto l'invito di
scrivere qualcosa, e a Lorenzo Travaglio che ogni tanto si fa vivo:
su, non ammazzo nessuno, sono troppo buono io!
Infine ribadisco qui l'invito che Franco Carcillo ha scritto
nella rubrica Notizie Fidonet: nessuna persona che abbia voglia di
fare il corrispondente Fidonet dagli altri net italiani? Nemmeno a
Natale, che sono tutti piu` buoni??? Tanto lo so che arriva anche
fuori da Torino...
ciaociao .mau.
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-----> LA PROGRAMMAZIONE EVENT-DRIVEN
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Il rapido evolversi delle interfacce utente verso sistemi user-
friendly ha portato qualche stravolgimento non solo per l'utente,
che puo' passare giorni e giorni a schiacciare pulsanti e muovere
finestre col mouse, ma anche (e direi soprattutto) per i programma-
tori.
Non piu' di dieci anni fa la struttura piu' "amichevole" che si
conoscesse era una sequenza di menu in cui l'utente poteva trovare
tutte le funzioni di cui necessitava utilizzando l'applicazione.
Certo, prima di poter "visitare" tutta un'applicazione ci voleva del
tempo, ma era sicuramente piu' facile eseguire un'operazione sce-
gliendo tra varie possibilita' presentate a video che non farlo
scrivendo lunghi comandi (spesso infarciti di incomprensibili para-
metri) sulla tastiera...
Venne il Macintosh, venne Windows, venne l'Amiga, l'Atari, X-Win-
dows.... oggi si puo' dire che non esista piattaforma senza i suoi
bravi ambienti a finestre con menu a tendina, uso massiccio di help
on-line, il tutto comandabile semplicemente muovendo il mouse...
Addirittura anche senza arrivare ad usare sistemi con grafica avan-
zata si possono vedere programmi che seguono in tutto e per tutto
questo nuovo "standard": qualsiasi applicazione MS-DOS un po' recen-
te ha le stesse funzionalita' di una Windows, con le dovute propor-
zioni, ovviamente.
Quello che non e' cosi' evidente, invece, e' che questa migra-
zione verso interfacce utente sempre piu' evolute ha costituito una
radicale svolta nel metodo di costruzione dei programmi stessi. Oggi
un programmatore rischia di dover passare piu' tempo a disegnare,
controllare, gestire, in una parola a "fare" l'interfaccia utente
che non a "fare" il programma vero e proprio.
Inizialmente si potrebbe dire: come, uno che usa Windows ha
gia' tutto pronto, le routine sono gia' li', basta chiamarle, qual
e' il problema? Il problema e' proprio che le routine da chiamare
non sono cosi' poche, ma soprattutto il problema piu' grande e'
stare dietro alle imprevedibili mosse dell'utente che, preso dalla
sindrome del mouse, puo' richiedere al programma di fare le cose
piu' disparate nelle situazioni piu' impensate (per il programmato-
re...).
E cosi' veniamo al nodo cruciale: il programmatore non decide piu'
cosa l'utente puo' fare in ogni situazione possibile, il programma-
tore deve invece prevedere di gestire ogni "mossa" dell'utente, ogni
"impulso" esterno (come errori di accesso al disco), in una parola
ogni EVENTO possibile indipendentemente dal contesto in cui si trova
ad agire. La differenza, che potrebbe apparire sottile, e' in real-
ta' molto grande, soprattutto se si pensa alla mole di lavoro ag-
giuntivo che questa visione delle cose comporta.
Facciamo un esempio: immaginiamo di utilizzare un programma
"vecchio stile" e di volere effettuare una stampa di alcuni dati;
probabilmente ci troveremo di fronte ad un menu con scelte tipo
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"Salva, Carica, Stampa, Esci". Scegliamo di stampare: compare una
serie di richieste circa la stampa che vogliamo effettuare, cioe'
che stampante useremo, che formato di stampa, quante righe per pa-
gina, e cosi' via. Come utenti non abbiamo molte alternative se non
rispondere alle domande che il programma ci pone, spegnere il compu-
ter, andare a bersi una coca cola: di queste decisioni il programma-
tore deve prevedere solo la prima, al massimo la seconda... in ef-
fetti il programmatore consente all'utente in quella situazione di
effettuare un numero molto limitato di operazioni.
Ora resettiamo l'immaginazione e proiettiamo nel nostro encefa-
lo una bella videata con finestre, menu, icone, ghirigori vari...;
decidiamo di stampare alcuni dati: andremo su di un menu di stampa,
attiveremo questa funzione, comparira' una bella finestra con tutti
i parametri di stampa, modificheremo quelli che non ci vanno bene e
daremo il via alle operazioni....
Detta cosi' potrebbe sembrare la stessa cosa vero? Ma facciamo un
passo indietro. Tanto per cominciare, come ho attivato il menu?
Potrei averlo fatto usando la tastiera, oppure con il mouse... Com-
pare la mia finestra con tutti i parametri... ah pero' adesso che mi
ricordo devo tornare sul documento per cambiare l'altezza del tito-
lo, devo fare una copia del documento sul dischetto, devo cambiare
il colore del bordo della mia finestrella, devo....
Come vedete il programma deve essere pronto a seguire tutti i
"devo" dell'utente... ed e' proprio il programmatore che deve preve-
dere tutti questi casi, o meglio deve fare in modo che l'utente non
compia operazioni "distruttive" richiedendo simultaneamente due
operazioni incompatibili tra di loro.
Un modo semplice e brutale e' fare in modo che se l'utente decide di
stampare un documento o compila debitamente la richiesta di stampa
che gli viene proposta oppure annulla la stampa... senza lasciarla
"in sospeso" sotterrando la nostra finestrella con milioni di altre
finestre. Questo pero' e' appunto un metodo brutale, che snatura
tutta la filosofia con cui queste nuove interfacce utente sono nate.
Abbiamo quindi scoperto un nuovo "stile" di programmazione, che
e' la programmazione pilotata dagli eventi (programmazione event-
driven). Scrivere un programma event-driven significa in soldoni
scrivere tanti programmi, uno per ogni evento possibile, che possono
poi interagire tra di loro. Attenzione pero' che non stiamo parlando
di multi-tasking, ma di interazione a livello di dati: infatti la
stessa operazione (l'uscita da un programma) puo' richiedere diffe-
renti "passi" a seconda dello stato in cui si trova il programma.
Per esempio, immaginiamo che nel menu sia sempre attiva l'operazione
"Esci"; se questa viene richiamata quando non ci sono altre opera-
zioni in sospeso, non si dovra' fare altro che restituire il con-
trollo al programma chiamante (in genere il sistema operativo), ma
le cose cambiano se, ad esempio, ho effettuato una modifica su di un
documento senza averla ancora salvata.
Questo e' il primo esempio di come le cose si complicano quando
si scrive un'applicazione event-driven, e la complessita' aumenta
sempre di piu' quando si devono controllare un numero sempre piu'
elevato di fattori variabili...
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Ora, e' indubbio che questo modo di procedere sia "legato" allo
stile di programmazione tradizionale, quello in cui il programmatore
deve prevedere tutte le situazioni possibili e decidere cosa fare in
ognuna di esse: con questo tipo di interfaccia utente il numero di
situazioni e' talmente grande che diventa quasi impossibile scrivere
un programma consistente operando in questa maniera.
Ovviamente esiste un sistema per semplificare le cose.
Normalmente esiste un "nocciolo" del programma (che a seconda
dei casi puo' essere implementato nel sistema operativo, puo' far
parte di una libreria o essere riscritto di sana pianta) che gesti-
sce gli eventi ad un livello basso, possiamo anzi dire che "genera"
gli eventi: questo nocciolo non e' altro che un loop in cui si vanno
a testare tutti gli "agenti esterni" (mouse, tastiera, floppy, se-
riale, parallela, ...) e in base ai segnali che essi producono deci-
de che tipo di evento generano. Per esempio, il movimento del mouse
assume due significati diversi se il pulsante del mouse e' premuto
oppure no; inoltre se si preme il pulsante del mouse in una zona del
video piuttosto che in un'altra il significato dell'operazione puo'
cambiare.
Questo "nocciolo" spesso e' la parte piu' cruciale del program-
ma e il piu' delle volte e' il programmatore che lo deve scrivere,
magari utilizzando tutta una serie di primitive messe a disposizione
del sistema operativo: questo e' esattamente quello che succede nel
Macintosh. Per fortuna esistono delle ottime librerie che hanno
questa parte di programma gia' pronta, ed eliminano gia' un grosso
problema.
A questo punto iniziamo a parlare di eventi ad un livello di
astrazione piu' alto di quello che abbiamo visto sinora.
Il nostro "nocciolo" analizza attentamente l'hardware e genera even-
ti: chiamata di un menu, chiusura di una finestra, ecc.
Il programma deve prevedere quindi un'operazione per ogni evento
possibile. Un evento, pero', puo' interessare una o piu' parti del
programma.
Se, infatti, decidiamo di uscire dal programma, e' probabile che
questo evento influisca su quasi tutte le parti del programma, poi-
che' occorrera' effettuare tutta una serie di controlli per verifi-
care che tale operazione sia consentita. Se invece decidiamo di
ridurre una finestra, quell'evento interessera' soltanto la parte di
programma che si occupa della gestione di quella finestra... che poi
questa operazione comporti una serie di operazioni (e quindi di
eventi) successive, questo non e' importante. L'evento "riduci la
finestra" interessa direttamente quella finestra; il programma po-
tra' poi generare un evento "ridisegna la finestra" che interessa la
finestra che sta sotto, ma questo non ci interessa ora, ci interes-
sera' solo quando gestiremo l'evento successivo, che anziche' essere
generato dal "nocciolo" di cui parlavamo prima sara' auto-generato
dal programma stesso. In realta' questa differenza non e' importan-
te, poiche' ogni evento viene gestito allo stesso modo indipendente-
mente da chi lo abbia generato.
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Chi e' riuscito a capirmi finora avra' iniziato a comprendere
come viene strutturato un programma event-driven: esistono tanti
moduli che convivono, operando ognuno per conto suo ma comunicando
(quando serve) con gli altri moduli creando e ricevendo dei messag-
gi, cioe' degli eventi.
Ma a cosa corrispondono, praticamente, questi moduli? Questo dipende
dal programmatore... ma la cosa piu' ovvia da fare e' di considerare
ogni "oggetto" che possiamo visualizzare (finestra, menu, bottone,
icona, ecc.) come un modulo del programma. Estendendo questo concet-
to, possiamo pensare che esistano dei moduli che non siano altro che
insiemi di moduli piu' elementari (ad esempio, una finestra e' com-
posta da un bordo e dalla somma degli elementi che contiene, come
testo non modificabile, linee di input, bottoni, e cosi' via).
Nonostante tutto questo sia molto schematizzabile, vi assicuro
che non e' affatto facile scrivere (almeno la prima volta...) un
programma con tutte queste cose...
Per fortuna ci sono dei sistemi per semplificare il lavoro: oggi
questi sistemi sono i linguaggi object-oriented. Come dice la paro-
la, questi linguaggi sono orientati agli oggetti, cioe' costringono
il programmatore a scrivere non piu' delle semplici funzioni (fun-
zione per disegnare una finestra, per disegnare il menu, per gestire
il movimento della finestra, la scelta dei menu....) ma degli ogget-
ti. Oggetti come finestre, menu, icone... Ogni oggetto contiene
tutte le funzioni (che prendono il nome di metodi) per la gestione
completa dell' oggetto stesso.
Questo significa che l'oggetto finestra possiede i metodi per dise-
gnare la finestra e gestire tutti gli eventi a lui indirizzati. Il
programma che crea la finestra puo' quindi permettersi il lusso di
ignorare del tutto come funziona la finestra, poiche' essa e' com-
pletamente autonoma e non ha bisogno di alcun "aiuto" esterno per
poter funzionare!
Un programma event-driven puo' comunque essere scritto utiliz-
zando un linguaggio tradizionale, ma sicuramente e' molto piu' "sem-
plice" (soprattutto dopo aver fatto un po' di esperienza) farlo
utilizzando dei linguaggi object-oriented; ancora piu' semplice se
avrete delle buone librerie a disposizione...
Per questo numero basta cosi'!!!
Per insulti e commentacci vari contattatemi in Matrix o su Fido
Torino nell'area "Filo diretto coi Points".
Un saluto.
Marco Russo
2:334/1.110@fidonet.org
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-----> FUSIONE
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[NdE: Ho ricevuto questo da uno dei nostri piu` assidui
collaboratori, impossibile non pubblicarlo]
C'era una volta un picolo BBS di montagna, Tecnosoft BBS, en-
trato in rete Fidonet per avere le tanto decantate aree messaggi.
Poi, salto' fuori un altro BBS, ancora piu' piccolo, ma 300
metri piu' in alto, e Tecnosoft divenne il "BBS di campagna". Inol-
tre vennero i points, ed il traffico di mail aumento' a dismisura...
Nel frattempo, continuava la ricerca disperata ed inutile di uno
sponsor, ed il sysop incomincio' a soffrire di continue e prolungate
crisi depressive, con il crescere delle spese e con l'accorgersi che
la sua limitata disponibilita' di hardware non gli permetteva di
mettere in linea tanto da attirare utenti a sufficienza.
Malinconicamente aiuto' un altro giovine sysop a mettere in piedi un
BBS sponsorizzato... Che invidia vedere l'enorme hard disk in mani
di un nuovo venuto, mentre si tira avanti con due rumorosi e lenti
hard da 20 Mega.
Un tragico sabato, al sysop in questione arrivo' una lettera
che lo getto' nello sconforto piu' nero. Dopo una mezz'ora di deci-
sione, si decise a telefonare: "Paolo, tu volevi avere un BBS Fido-
net, vero? Dammi tempo un'ora che te lo porto, con tutti i miei
utenti, le mie aree messaggi e le mie aree files". Avvenne cosi' la
fusione tra il BBS di campagna ed il BBS sponsorizzato: al vecchio
numero di Tecnosoft (0121-500663) risponde malinconico un Front End:
"Il numero e' cambiato! Chiamate lo 0121-542795 - orario 20.00-8.00;
domenica tutto il giorno", mentre al nuovo numero (542795) risponde
un potente BBS, a cui mancano ancora numerosi ritocchi, ma che ha
gia' da offrire molto piu' del vecchio Tecnosoft - se non altro come
enormi aree files.
Comunicazione di servizio: io non saro' piu' reperibile al
334/306.0, ma solo al 334/306.666.
@ @
Ciao. Ci vediamo sul nuovo King BBS
\____/
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-----> ITAPAC - PARTI 8 E 9
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ERRORI
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Durante il collegamento con il PAD possono verificarsi alcune
situazioni che sono decisamente anomale. Queste anomalie possono
compromettere il collegamento o anche la richiesta di collegamento.
In questo caso, in base al parametro 6, il PAD genera un messaggio
corrispondente all'anomalia che e' venuta a verificarsi.
RESET DTE - L'host ha chiesto il reset del PAD. Tutti i para-
metri che abbiamo eventualmente riprogrammato vengono riportati ai
valori che sono stati previsti dal nostro profilo o modificati prima
della connessione. In pratica e` persa la programmazione fatta du-
rante il collegamento con l'host remoto.
RESET ERR - Errore di procedura. O la rete oppure il collega-
mento col l'host ha commesso un errore di procedura nella comunica-
zione arrivando cosi' a provocare il reset del collegamento ed il
ripristino dei parametri standard.
RESET NC - Reset per congestione della rete; qualche pac-
chetto e' andato perso in quanto la rete di comunicazione e' in
condizioni di eccessivo affollamento. La connessione con l'host e'
ancora attiva e si puo' riprendere il colloquio.
ERR INV - Parametro o comando non valido. Se l'errore si
verifica durante la riprogrammazione di piu' parametri in un solo
comando e' necessario correggere l'errore e mandare di nuovo tutta
la stringa.
ERR ILL - Comando non permesso, il NUI e' errato. ITAPAC
permette solo NOVE tentativi di collegamento errati, al decimo si
interrompe il collegamento con il PAD. Le NUI sono attive solo sui
PAD a cui sono state assegnate: puo' capitare percio` che la NUI sia
corretta e che il PAD non la riconosca.
MESSAGGI
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I messaggi di tipo CLR xxx sono generati per segnalare l'in-
terruzione o il fallimento della connessione con l'host remoto e
riportano il PAD nel modo comandi per essere cosi' in condizione di
chiedere una nuova connessione.
CLR DTE - Il collegamento e' stato interrotto dall'host.
CLR CONF - Disconnessione confermata: abbiamo inviato al PAD
la sequenza Control-P per attivare il richiamo del PAD ed abbiamo
inviato il comando CLR <CR>.
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CLR OCC - L'host non dispone di porte libere per il collega-
mento. E' necessario attendere e riprovare piu' tardi.
CLR NC - La rete e' sovraccarica nel circuito che ci collega
all'host richiesto, ma puo` essere in compenso libera per effettuare
un collegamento diverso. Questo messaggio puo' essere generato sia
alla richiesta che durante il collegamento. Per i collegamenti in-
ternazionali possono essere disponibili diverse "strade" che transi-
tano per diverse nazioni, puo' quindi essere utile provare accessi
alternativi per aggirare il tratto congestionato.
CLR INV - E' stata richiesta una funzione non valida.
CLR NA - Accesso non permesso: l'host chiamato appartiene ad
un gruppo chiuso.
CLR ERR - Chiamata abbattuta a causa di un errore nella pro-
cedura Locale
CLR RPE - Errore di procedura dall'host chiamato: la chiamata
e' abbattuta
CLR NP - NUA non disponibile o non attiva sulla rete.
CLR DER - L'host chiamato e' guasto.
CLR PAD - L'host ha chiesto al PAD la disconnessione.Il PAD
ha abbattuto la chiamata.
I PROFILI STANDARD
------------------
I dieci profili standard che sono stati predefiniti dal Gesto-
re sono stati studiati per tutta una serie di differenti applicazio-
ni. L'utente in commutata e' solitamente in condizione di ricevere
il profilo 3 dal Gestore. Ecco la raffigurazione del profilo 3.
PROFILO 3
1 = 1 6 = 5 11 variabile 16 = 127
2 = 1 7 = 21 12 = 1 17 = 24
3 = 126 8 = 0 13 = 5 18 = 18
4 = 255 9 = 2 14 = 1 19 = 2
5 = 1 10 = 80 15 = 0
Gli altri nove profili sono disponibili nel manuale ITAPAC:
Manuale di accesso alla rete itapac da parte di terminali start-stop
(X28) o su richiesta al sottoscritto. Se le richieste saranno molte,
faranno parte di un prossimo articolo.
VELOCITA` DEL PAD
-----------------
Nonostante il vostro modem comunichi con il PAD ad un baud
rate ben preciso (300 o 1200 baud full duplex) la trasmissione dei
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pacchetti rallenta in maniera drastica il numero dei caratteri in
ricezione e in uscita dal vostro DTE. Il PAD invia in continuazione
segnali di Clear-to-send e Ready-to-send che si traducono in macro-
scopiche pause tra i pacchetti. A bassa velocita` (300 baud) la
commutazione non e` avvertibile, a 1200 invece si`. Abbiamo calcola-
to che la velocita` reale di trasferimento e ricezione e` di solito
compresa fra i 450 baud e i 700 baud. Il rallentamento si "sente"
soprattutto durante la trasmissione di un file, in cui il PAD e`
sottoposto a lavoro, per cosi` dire, pressante.
In Xmodem, addirittura, il PAD rischia di sconvolgere i segna-
li di Time Out, o di confondere tutto. I grossi Networks come DELPHI
tengono conto anche di questo, altri minori NO. Se il vostro Xmodem
non riesce a downloadare niente, significa solo che l'Host remoto
non prevede alcuna distinzione tra pacchetti e terminali asincroni.
La domanda e`: accade solo su Itapac (non sarebbe da stupirsi)
o e` un problema comune a TUTTI gli NCP ?
LE SERATE "NC"
-------------
Ci sono serate in cui qualsiasi indirizzo chiamato risulta
"NC". Lo stato di Network Congestion e` molto frequente su Itapac,
ed impedisce l'utilizzo della rete dall'NCP usato. Le cause sono
misteriose. Di notte le ditte non usano del tutto Itapac, e a parte
qualche eccezione la rete PARE sia usata solo da hobbisti.
Dunque? Ai centri assistenza negano tutto, ma la realta` e`
questa. Itapac, come conclusione, fa schifo. Non solo la fanno paga-
re molto piu` di equivalenti reti all 'estero, ma oltre al danno ci
aggiungono anche la beffa: a volte NON VA. Come NON VA ? Mah... a
loro tutto funziona. E poi ci si stupisce se la gente tenta di fre-
garli.
LE NUI CHE USANO GLI HACKERS
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Le NUI che solitamente usano (o usavano...) sono NUI dimostra-
tive. Non hanno un account, e quindi, teoricamente, non possono
esaurirsi. Gli operatori non possono neppure accorgersi del loro
uso, non avendo un record delle chiamate addebitate.
Se una NUI dimostrativa "muore" le cause possono essere solo due:
1) Itapac ha cambiato i codici per normale manutenzione interna.
2) Itapac e` stata avvisata di quanto succedeva, o da un loro tecni-
co che ha rilevato un traffico anormale e ha controllato, o da un
esterno.
COME UN HACKER SI PROCACCIA UNA NUI
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Il metodo piu` sicuro e piu` facile e` quello di copiarla alle
Fiere in cui Italcable o comunque operatori dispongono di collega-
menti in rete di tipo X28 commutato. Notate che gli X28 dedicati NON
necessitano di NUI, possedendo una propria linea fisica per l'adde-
bito.
Avvicinatevi all'operatore e domandate "Quel computer ce l'ha
il telefono? L'operatore (se avra` tempo) si impietosira`, di fronte
a tanta manifestata ignoranza, e si sentira` tranquillo anche nel
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battere la propria Password. Voi, con allenato colpo d'occhio, vi
guardate la tastiera e vi memorizzate la Nui. Per fortuna oggigiorno
i tecnici della Italcable utilizzano le macro, e di conseguenza
quasi nessuno riesce ad impossessarsi di NUI alle fiere.
Una nuova tecnica di scanning, basata su tentativi statistica-
mente calcolati, e` stata accuratamente studiata e consolidata da un
aficionado delle bbs (un certo HM). Tale tecnica potrebbe garantire,
se applicata a ricerche prolungate, esiti positivi di ricerca NUI.
Peccato che il numero minimo di NUI provate non possa comunque esse-
re inferiore alle 10.000 creando cosi` problemi di costo.
Questo serva a scoraggiare chiunque abbia dei propositi illeciti
riguardo all'utilizzo della rete nazionale a commutazione di pac-
chetto.
-----> BBS E RADIOASCOLTO
==================
Nel Gennaio 1991 e' stato aperto, su alcune banche dati del
NET 334 uno spazio dedicato all'Associazione Italiana Radioascolto
(A.I.R.) nell'intento portare a conoscenza del pubblico telematico
il mondo del radioascolto e le sue tematiche.
Inizialmente limitata a "Fido_To" ed "EUreka!" quest'idea si
e' successivamente sviluppata fino a coinvolgere ormai 11 BBS; ad
Ottobre inoltre e' stato aperto il link con "A.I.R. BBS Rimini"
gestito dal nostro socio Mario Morigi e per il futuro si prevede
l'espansione a livello nazionale.
Si tratta di un'area messaggi e di un'area files (questa,
purtroppo, non su tutti i BBS) in cui si possono trovare idee, noti-
zie ed articoli riguardanti il mondo della radio, dove per "radio"
si intende anche semplicemente l'apparecchio di cui tutti, credo,
disponiamo, utilizzato in maniera un po' diversa dal solito, ad
esempio per ascoltare musica sui 1440 kHz di R. Luxembourg ("il
juke-box d'Europa") invece che dalle FM nostrane.
Che cosa serve per iniziare? Solo una radio che disponga alme-
no di una gamma di Onde Corte; da questo punto in avanti non ci
sono, praticamente, limiti. La si puo' ascoltare di giorno o di
sera, per 5 minuti o per tutta una notte, da soli o in compagnia, a
casa o in vacanza, sempre ed ovunque. Si possono ascoltare trasmis-
sioni in italiano da tutto il mondo, oppure approfondire la cono-
scenza di qualsiasi lingua straniera, dare la caccia a deboli segna-
li di trasmissioni locali latinoamericane, insomma, si puo' fare di
tutto con questo meraviglioso apparecchio.
Provereste voi a guardare la TV senza l'antenna? Certamente
no. Ebbene, anche la radio riceve i segnali nelle stesse condizioni,
per cui occorre pensare ad una soluzione analoga. Se il vostro appa-
recchio non e' un portatile, o comunque non ha un'antenna telesco-
pica incorporata allora dovete pensare ad una soluzione alternativa.
I piu' smaliziati sanno che non c'e' limite agli esperimenti e che
ogni possibile soluzione ha pregi e difetti. Tuttavia, per iniziare,
vi propongo la soluzione piu' semplice: comprate qualche metro di
filo unipolare (a trecciolina, smaltato o inguainato), fissate uno
spinotto ad una estremita' ed inseritelo nella presa per antenna
esterna che si trova nel ricevitore, stendete la rimanenza nella
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camera o fatelo uscire dalla finestra ed accendete l'apparecchio,
sintonizzandolo fra i 6000 ed i 6200 kHz: qui troverete tutte le
stazioni europee che sono di piu' facile ascolto.
Provate ad accendere la radio che giace da qualche parte in
casa vostra; utilizzandola in modo diverso scoprirete un mondo nuo-
vo, credetemi. Dopodiche' non dimenticate di scrivere le vostre
esperienze in area messaggi, non e' necessario ascoltare stazioni
difficilissime, anche le esperienze con le emittenti piu' "facili"
sono importanti.
Per chi si vuole cimentare ricordo che a Gennaio '92 ci sara'
una grossa occasione: il "2. A.I.R. Contest", aperto a tutti per la
modica cifra di Lit. 7000, di cui trovate il Regolamento in area
messaggi oppure richiedendolo a Bruno Pecolatto, via Soana 13 - Pont
Canavese (TO).
Se volete conoscerci piu' da vicino potete richiedere una
copia omaggio della nostra rivista, Radiorama, scrivendo alla Segre-
teria A.I.R. - Casella postale 63 - 35020 Ponte San Nicolo' (PD),
oppure venirci a trovare il terzo sabato di ogni mese a Torino in
via Vipacco 15, all'incirca verso le 15.00. Il prossimo incontro e'
fissato per il 21 Dicembre, occasione giusta per scambiarci gli
auguri di Natale.
A nome dell'A.I.R. e del suo Presidente, Alberto Gandolfo,
desidero ancora una volta ringraziare l'Associazione TAMTAM, il suo
Presidente Franco Carcillo e tutti i Sysop che hanno gentilmente
messo a nostra disposizione uno spazio sui loro BBS: Enrico Arman,
Franco Carcillo, Marco Civra, Mimmo Cristofaro, Fabrizio Dogli,
Paolo Giulio Gialli, Paolo Goria, Sandro Magni, Mario Morigi, Rober-
to Piola, Luigi Ravina, Franco Schinco, Mike Sinesi, Luigi Vay,
nonche' tutti coloro che hanno contribuito e contribuiscono tuttora
con i loro messaggi allo sviluppo di questa iniziativa.
A tutti voi i piu' calorosi auguri di Buon Natale e Felice
Anno Nuovo.
Lorenzo Travaglio
2:334/1.105
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ELENCO DEI BBS CHE CONTENGONO LE AREE RADIOASCOLTO
(f = area files, m = area messaggi)
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Fido_To 011-5765565 (area Forum - f+m)
EUreka! 011-6624400 (f+m)
Charlie's Puppies 011-3297706 (f+m)
Travelmatic 011-502423 (The Smart BBS - m)
Sintel 011-596274 (pag. 327 - m)
Piemonte Computer bbs 0121-542795 (m)
Italia Network #1 011-8989069 (m)
Italia Network #2 011-304840 (m)
Italia Network #3 011-8126756 (m)
Italia Network #4 011-8981304 (m)
Italia Network #5 011-3174440 (m)
AIR BBS Rimini 0541-777003 (m)
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-----> VIVAMIGA
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Amiga <-> Window 3.0
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Bene, carissime amebe ed ameboidi (mi sembra di scrivere l'in-
troduzione di Dylan Dog) purtroppo questo mese ha portato poca roba
nelle capaci fauci del nostro Amiga. C'e' il solito giochino della
Psignosys a 40 livelli di parallasse con 56Mb di grafica (si vede
chiaramente che puntano al CD!) assolutametnte ingiocabile e noioso.
E' uscito uno stupendo prg di generazione di frattali, Mandel-
Paug, sicuramente il piu' veloce in giro... ed anche il piu' preci-
so. Permette animazioni di frattali (ad es. una serie di immagini in
ingrandimento) anche se devo dire che da quel lato non sia ne' molto
debuggato ne' molto ottimizzato, contrariamente al resto del prg.
Dimenticavo, permette sia il Mandelbrot che il Julia; da non perdere
se v'interessa la cosa. Per la cronaca, con uno zoom spinto ho dovu-
to alzare a 15 il livello di definizione ed ho terminato il disegno
(Lace, Hi Res) in 11 ore. Lo stesso disegno e' stato portato a ter-
mine su di un 3000 in 3 minuti! Questo perche' il 3000 col coproces-
sore forniva al livello di definizione 1 una precisione nei calcoli
piu' che sufficiente! Allucinante.
E' uscito anche un bel prg di comunicazione sviluppato apposi-
tamente per il sistema operativo 2.0, e si vede. Purtroppo non ho
ancora avuto modo di testarlo con una BBS, ma se tanto mi da tan-
to... l'unico ad averlo testato, ed ad esserne uscito deluso e' quel
tal Verdone possessore non solo di un 3000 ma anche del super-galat-
tico HST US Robotics. [NdE: no, ha il Dual Standard che e` ancora
piu` supergalattico] Mah! Secondo me il tipo si e' faticosamente
letto una volta il manuale del JRcomm ed ora non ha intenzione di
rileggersene altri. Dimenticavo, si chiama MXM_Term 1.9.
Sono sempre piu' convinto di scrivere soltanto per il mio capo
redattore; possibile che non vi sia almeno venuto in mente di chie-
dermi cosa sia una 'trasmigrazione metabolica?'. 8-( [NdE: io leggo
sempre quello che RRE scrive, visto che devo correggergli le bozze,
e visto che so cos'e` una t.m. non mi sono preoccupato piu` di
tanto. Ma dai, amighisti, scrivetegli qualcosa cosi` sta contento!]
Comunque arriviamo al sodo (disse l'uovo in pentola): oggi
voglio trattare alcuni concetti base per distinguere chiaramente gli
msdossiani col loro Windows 3.0 dagli Amighisti col loro SistemaOpe-
rativo 2.0. Trovo la cosa estremamente interessante e, visto che mi
accingo a scrivere un mare di fregnacce, siete pregati di interveni-
re nel dibattito... Windows, ultimo capolavoro della piu' potente e
panciuta casa di software (indovinate chi) dovrebbe essere l'ultimo
grido in fatto di User Friendliness. Si basa su alcuni punti-forza:
- La GUI (Graphics User Interface)
- Il mutitask
- La gestione della memoria
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Le GUI sono gia' in giro da una vita, prima ancora che sul Mac
(volevo farvi una breve storia, ma tanto non frega nulla a nessuno.
Per chi fosse interessato c'e' una breve carrellata su di un libro
per Amiga, contattatemi). La GUI di Windows 3.0 e' abbastanza ac-
cattivante, grafica in 3D, menu, gadget, icone etc.
La GUI dell'Amiga 2.0 (che chiamero' d'ora in poi A2.0) sembra
copiata di peso da Windows, i concetti-base li troviamo tutti. Per
intenderci oltre a Windows fatto in tal guisa (lasciamo perdere
quell'aborto di Mac) un altro esempio di GUI in 3D basato su toni di
grigio e' il NeXt. Insomma i concetti di costruzione di una GUI
sembrano orami essersi consolidati a tal punto da diventare uno
standard. [NdE: mai sentito parlare di X11R5?]
Il multitask su Windows e' una bella nota dolente, chiaramente
quello non e' multitask, non piu' di quanto io sia un genio della
programmazione. Semplicemente quando dovete usare un altro applica-
tivo quello precedente sparisce. Da cosa capisco Windows memorizza
il suo stato e poi lo si disattiva. Non resta neppure di tipo resi-
dent (che cioe' gira in contemporanea con altri task). [NdE: in
realta` non e` un multitask ma un task switching: puo` girare un
solo task per volta, e puoi scegliere quale far girare]
Chiaramente il multitask dell'A2.0 e' superiore, e' un vero
multitask. Tanto per intenderci si possono lanciare n programmi
tutti uguali, mentre se tentate questo in Windows semplicemente
riappare il programma precedentemente lanciato. Il concetto di resi-
dent e' molto piu' esteso, si possono lanciare n programmi ciascuno
con un proprio stack, ma tutti facenti capo allo stesso pezzo di
codice in memoria (chiaramente le global nel codice devono essere
rigorosamente costanti!) [NdE: si dice codice shareable] L'A2.0
possiede gli Screen, grande invenzione che manca totalmente a Win-
dows.
La gestione della memoria e' un punto di forza di Windows:
nessuna limitazione (vabbe', `quasi') e la possibilita' di impiegare
la memoria virtuale sull'HD (con ovvie limitazioni nelle prestazio-
ni). L'A2.0 non possiede questa chicca, credo principalmente per il
fatto che la MMU (Memory Management Unit) non sia disponibile a
livello di microprogrammazione sul 68000 (presente invece dal 68010
in poi). In area Amy Devs qualcuno aveva proposto di implementar-
la... Chiaramente tutti si son dati da fare per far vedere che si,
loro i manuali li sanno leggere, ma guai a tradurre le proprie cono-
scenze teoriche in un programma. Quanto al sottoscritto, non sapreb-
be da che parte iniziare e cosi' e' rimasto tutto sulla carta.
Signori, mi rendo conto di avere appena superficialmente scal-
fito il problema; tuttavia lo spazio e' tiranno. Se interessera' (e
chi tace NON acconsente) continuero' il discorso sul prossimo nume-
ro.
Arvudze
RRE
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-----> IL GERGO HACKER
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<boot>: [tecnico; da `by one's bootstraps', `dai propri tiran-
ti degli stivali] v.,s. Caricare o inizializzare il sistema operati-
vo su una macchina. Questo uso non e` piu` gergale, ma ha creato
molti derivati che lo sono tuttora.
Il derivato `reboot' implica che la macchina non e` stata giu`
a lungo, o addirittura che il boot e` stato un <bounce> inteso per
ripulire uno stato di <wedgitude> [in cui non si aveva piu` una
situazione stabile e chiara]. Questo e` a volte usato nei processi
di pensiero umani, come nel seguente dialogo: "Mi sono perso". "OK,
reboot. Ecco la teoria..."
Si puo` anche trovare nelle varianti `cold boot' (da macchina
spenta) e `warm boot' (colla CPU e tutti i dispositivi gia` accesi,
come dopo un reset hardware o un crash software).
Un'altra variante: `soft boot', reinizializzazione di una sola
parte di un sistema, sotto controllo di altro software che sta
ancora girando: "Se stai usando l'emulatore <mess-dos>, Ctrl-Alt-Ins
fa un soft-boot dell'emulatore, lasciando girare il resto del
sistema".
Opposto a quest'ultimo c'e` `hard boot', che connota
un'ostilita` o una frustrazione nei confronti della macchina da
bootare. "Ho dovuto fare un'hard boot di uesta dannata Sun" o "Mi
raccomando di fare un hard boot".
Nota storica: questo termine deriva da `bootstrap loader', un
programma molto corto letto da schede o nastro cartaceo, o
direttamente battuto dal pannello di controllo. Questo programma era
sempre molto corto (grandi sforzi venivano fatti per raccorciarlo,
in modo da minimizzare la fatica e la possibilita` di errore
possibili nel digitarlo), ed era appena capace di leggere un
programma leggermente piu` complesso (solitamente da un lettore di
schede o di nastro cartaceo), a cui cedeva il controllo; questo
programma a sua volta era abbastanza intelligente da leggere
l'applicazione o il sistema operatico da un nastro magnetico o da
un'unita` disco. Cosi`, in passi successivi, il calcolatore "si
tirava su da solo" in uno stato operativo utile. Al giorno d'oggi,
il bootstrap si trova di solito in ROM o EPROM, e legge il primo
passo in una posizione fissa del disco, detta il `boot block'.
Quando questo riceve il controllo, ha abbastanza conoscenza per
caricare il SO richiesto e passargli il controllo.
<bottom-up implementation>: [da sotto un su] s. Opposto hacker
di termine tecnico `top-down design'. In molte culture di programma-
zione, e` considerato saggezza rivelata cheil modo miglire per crea-
re una applicazione e` partire dai livelli di astrazione maggiore e
scendere man mano giu`, specificando le sequanze di azione in detta-
glio sempre maggiore fino a che non si arriva al codice vero e pro-
prio. Gli hackers trovano spesso utile (specialmente in incarichi di
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esplorazione che non possono essere strettamente specificati in
anticipo) che funziona meglio `costruire' le cose nell'ordine oppo-
sto, scrivendo e testando un chiaro insieme di primitive e quindi
cucendole insieme.
<bounce> [rimbalzare]: v. 1. [UNIX, forse dall'immagine di una
palla lanciata contro un muro che rimbalza] Un messaggio di posta
elettronica che non puo` essere recapitato e ritorna al mittente una
notificazione di errore e` detto essere `bounced'. Vedi anche <boun-
ce message>. 2. Avere relazioni sessuali: prob. dall'espressione
`bouncing the mattress' [far rimbalzare il materasso], ma influenza-
to dalla frase di Piglet nei libri di Winnie-the-Pooh "Salta anche
su di me, Tigger", caricata psicosessualmente. 3. Fare un reboot
casuale di un sistema per mettere a posto un problema transiente,
principalmente tra gli utenti <VMS>. 4. [IBM] fare un <power cycle>
di una periferica per resettarla.
<bounce message>: [UNIX] s. Messaggio di notifica spedito al
mittente da un nodo che non puo` spedire <email> all' indirizzo
Internet richiesto o al link successivo in un <bang path> (vedi
<bounce>). Le ragioni di questo possono comprendere uno username
inesistente o scritto non correttamente, o un nodo di relay giu`.
Alle volte anche i b.m. possono fallire, portando a risultati occa-
sionalmente disastrosi: vedi <sorcerer's apprentice mode> [modo
dell'apprendista stregone]. Il collettivo `bounce mail' e` anche
comune.
<box> [scatola]: s. [in IBM] Un calcolatore: spec. nella co-
struzione "foo box", dove foo is un qualificante di funzione, come
`graphics', o il nome di un SO (tipo `UNIX box', `MS-DOS box', ecc.)
<boxed comments> [commenti inscatolati]: s. Commenti (note di
spiegazione nel codice) che occupano diverse linee. Chiamati cosi`
perche` in codice C e assembler sono spesso circondati da una
scatola in uno stile piu` o meno simile a questo:
/*************************************************
*
* Questo e` un boxed comment in stile C
*
*************************************************/
Varianti comuni di questo stile omettono gli asterischi in colonna
due oppure aggiungono una serie di asterischi per chiudere il lato
destro della scatola. La variante piu` tersa omette tutto tranne i
delimitatori di commento all'estrema sinistra; la `scatola' e`
implicita. Opp. <winged comments>.
<boxen> /bok'sn/: [per analogia con <VAXen>] s.pl. Plurale
fantasiosi di <box> spesso trovato nella frase `UNIX boxen', per
descrivere sistemi hardware <UNIX>. La connotazione e` che due UNIX
boxen possono sempre essere scambiate tra loro.
<boxology> /bok-sol'@-jee/: s. 1. La raffinata arte di dise-
gnare diagrammi usando i caratteri `box' (principalmente `|', `-' e
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`+' in un font ASCII a spaziatura costante. Nota anche come
`character graphics' o `ASCII graphics'. 2. Disegni boxologici. "Il
suo report e` pieno di boxologia". Confr. <macrology>.
<BQS>: agg. Sinonimo di <Berkeley Quality Software>.
<brain dump>: [deposito del cervello] s. L'atto di dire a
qualcuno tutto quello che si sa su un particolare argomento o pro-
getto. Usato tipicamente quando qualcuno lascia ad altre persone la
cura della manutenzione di una parte di codice. Concettualmente
analogo al <core dump> di un sistema operativo, visto che quest'ul-
timo salva gran parte di informazioni di stato (<state>) utili prima
dell'uscita. Esempio: "Devi darmi un b.d. su FOOBAR, prima di comin-
ciare a lavorare per la HackerCorp.". Vedi <core dump> (sign. #4).
Alla Sun, questo e` anche noto come `TOI' (Transfer Of Information,
trasferimento di informazione).
<brain-damaged>: [col cervello danneggiato: generalizzazione
di `Honeywell Brain Damage' (HBD), una malattia teorica inventata
per spiegare alcuni cretinismi nel sistema <Multics> della Honey-
well] agg. Ovviamente sbagliato: <cretinous>; <demented>. C'e`
l'implicazione che la persona responsabile di cio` debba avere
subito dei danni al cervello, perche` si sarebbe dovuta comportare
meglio. Chiamare qualcosa b.-d. e` davvero cattivo; implica anche
che non e` usabile, e che il suo fallimento non e` dovuto tanto a un
accidente, quanto a poverta` di sviluppo.
<break>: 1. vt. Causare la rottura di qc (in qualunque senso).
"L'ultimo tuo patch all'editor ha scassato (`broke') i comandi di
paragrafo". 2. v. (di un programma) Fermarsi temporaneamente, cosic-
che` si possa debuggare. Il posto dove si ferma e` detto "break-
point". 3. [tecnico] vi. Mandare un break RS-232 (125 ms di linea
su) su una linea seriale di comunicazione. 4. [UNIX] vi. Digitare il
tasto che al momento fa spedire dal driver della tty al processo
attuale il segnale SIGINT. Normalmente il tasto break (sign. 3) o
delete sono quelli usati.
<breakage>: s. 1. rottura e i casini conseguenti. 2. [IBM] Le
persone in piu` che devono essere aggiunte ad una organizzazione
perche` i piani principali sono cambiati: usato spec. di squadre di
sviluppo software e hardware.
<bring X to its knees>: [mettere qc in ginocchio] v. Di una
macchina, sistema operativo, pezzo di software, o algoritmo: cari-
carlo in maniera cosi` estrema o patologica che lo si ferma virtual-
mente. "Per mettere in ginocchio un MicroVAX, prova ad avere 20
utenti che fanno girare <vi> - o quattro che usano <EMACS>. Confr.
<hog>.
<broken>: [scassato] agg. 1. Che non lavora propriamente (di
programmi). 2. Che si comporta in maniera strana, spec. (quando
usato per una persona) che esibisce una depressione estrema.
<broket>: /broh'k@t/ o /broh'ket/ [per analogia con `bracket':
una `broken bracket'] n. Ciascuno dei caratteri `<' e `>', usati
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come coppia di delimitatori. La parola e` nata come contrazione
della frase `broken bracket', cioe` una parentesi che e` ricurva a
meta`. (Al MIT, e apparentemente anche nel <Real World>, sono di
solito chiamate <angle brackets>, o parentesi angolari).
<Brooks's Law> [legge di Brooks]: prov. "Aggiungere mesi uomo
a un progetto software in ritardo lo fara` finire ancora piu` tardi"
- un risultato del fatto che il vantaggio di dividere un progetto
tra N programmatori e` O(N), ma la complessita` di coordinamento e
di riunione dei vari sottolavori e` O(N^2). La citazione e` da Fred
Brooks, un manager del progetto IBM OS/360 e autore di `The Mythical
Man-Month' [Il mitico mese uomo], un eccellente libro tra i primi
sull'ingegneria del software; il mito in questione e` stato espresso
piu` laconicamente come "Il tempo del programmatore e` fungibile", e
Brooks ha definitivamente stabilito che questo e` falso. Gli hackers
non hanno mai dimenticato questo avviso, troppo spesso, il <manage-
ment> si`.
<BRS>: s. Sinonimo di <Big Red Switch> [Grande Interruttore
Rosso]. Questa abbreviazione e` abbastanza comune on-line.
-----> NOTIZIE FIDONET
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* TamTam a Nuove Tecnologie '91
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La scommessa e` stata vinta!
Il bisogno di sapere, la fame di conoscere, la semplice curiosita`
hanno portato, allo stand di TamTam, decine e decine di persone: un
successo davvero solo sperato, concretizzatosi in nuove adesioni
all'associazione.
E` stata una esperienza faticosissima ma premiante, non certo econo-
micamente (e questo si sapeva prima) ma senz'altro per la gioia di
aver parlato del proprio hobby, aver coinvolto e interessato nuove
persone, da quei bravi missionari telematici che siamo.
D'altronde l'impegno per la promozione dei servizi telematici amato-
riali e la diffusione di valide iniziative di supporto, sono LO
scopo principale di TamTam. Notare che, lentamente ma con sempre
maggior interesse, le nostre iniziative, come l'incontro del primo
lunedi` del mese, vedono avvicinarsi nuove generazioni di telemati-
ci, non puo` che vedere soddisfatte le aspettative di chi, volonta-
riamente, crede nella telematica come nuovo media di comunicazione.
Ma questo successo non puo` che essere di stimolo per nuove inizia-
tive, nuovi impegni, nuovo coraggio, nuove `missioni'.
Alla prossima, dunque!
* Firenze: decisa la costituzione di AFI.
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Un gruppo di SysOp, principalmente del net 332 e 335, si e`
ritrovato in una umidissima Firenze, domenica 24/11, per approvare
la bozza di statuto preparata da Franco Mulato (e altri) per l'Asso-
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##### TELEMATICUS #####
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ciazione FidoNet Italia.
L'Associazione curera`, a livello nazionale, gli interessi dei SysOp
(assistenza legale, rapporti con Enti ecc..) e promuovera` iniziati-
ve tese a meglio far conoscere la telematica amatoriale.
La sede sara` a Firenze, l'atto costitutivo sara` firmato nei primi
giorni di dicembre.
* Giorgio Rutigliano lascia il coordinamento italiano
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Giorgio Leo Rutigliano, primo SysOp italiano della rete Fido-
Net (con FidoPotenza a fine 1985) ha lasciato dopo 6 anni la carica
di Region Coordinator (RC) per l'Italia. Contemporaneamente si e`
anche dimesso da coordinatore del net 335 (SudItalia).
A Giorgio un grazie sentito per quello che ha fatto e per quello
che, nonstante la momentanea disaffezione, continuera` certamente a
fare per la rete FidoNet.
Il nuovo NC del net 335 e` Stefano Pasquini, gia` coordinatore na-
zionale echomail (REC).
Il nuovo RC, Franco Carcillo, gia` NC del 334, iniziera` a svolgere
l'incarico da fine novembre.
* Telematicus cerca corrispondenti
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Telematicus intende ospitare interventi e notiziari anche
degli altri net italiani. A tal fine si cercano attivi corrisponden-
ti che, entro il 20 di ogni mese, siano in grado di inviare NEWS e
quant'altro necessario all'editor (.mau.) [NdE: spedite al
2:334/100.5...] .
* Servizi telematici e pirateria
------------------------------
Ha fatto scalpore la recente irruzione della forza pubblica
presso un rivenditore `non autorizzato' di software soggetto a copy-
right. Il pirata pare avesse in casa tra migliaia di dischetti anche
700 milioni! Il medesimo disponeva di un un BBS, utilizzato per gli
scopi illeciti di cui sopra.
L'avvicinarsi del mercato unico europeo e di nuove leggi sul crimine
informatico porteranno senz'altro la legislazione italiana a meglio
definire anche i reati di pirateria; attualmente la vacanza legisla-
tiva provoca uno stato quanto mai confusionale sulla reale applica-
bilita`, per analogia, di norme relative ad altri elementi patrimo-
niali.
I servizi telematici, da sempre considerati, forse non del tutto a
torto, covo di pirati e di incalliti smanettoni, se vogliono rimane-
re `pubblici' e non `pirati' dovranno essere davvero `sani e puli-
ti'; la presenza, soprattutto sistematica, di software piratato, per
i BBS della rete FidoNet potrebbe far scattare, secondo alcuni lega-
li, la denuncia per associazione a delinquere. E coi tempi della
giustizia italiana, la dimostrazione di innocenza ha costi, economi-
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ci e morali, improponibili per gli hobbisti telematici. E` pertanto
in atto, su tutti bbs della rete, un severo controllo sui software
disponibili al prelevamento; i servizi che, nonstante gli avvisi,
continueranno in modo sistematico a mettere in linea tale software
si vedranno esplusi della rete.
Dura lex, sed lex.
-----> NOTIZIE DAL NET 334
===================
Il 2 dicembre 1991 abbiamo il solito incontro mensile, l'ulti-
mo del 91, per SysOp e utenti dei servizi telematici torinesi. Nel-
l'occasione grande festa per il successo di TamTam a Nuove Tecnolo-
gie. L'appuntamento e` per le ore 21, al CRDC in corso Sicilia 12.
Come gia` visto sopra, al nodo 334/306 non trovate piu`
Roberto Piola, ma Paolo Goria, col suo nuovo Piemonte Computer BBS
reperibile dalle 20.00 alle 08.00 di tutti i giorni, e la domenica
24 ore, allo 0121-524975.
In questo mese di novembre, abbiamo anche avuto due nuovi
ingressi in FidoNet: Enrico Olivetti col suo Olivetti Software BBS,
allo 011-373651, e Gianni Bragante con Lady Bright BBS, che si trova
a Vigliano Biellese (VC) e risponde (la sera, se non ho letto male
la nodelist!) allo 015-8353153. Ai nuovi sysop un cordiale saluto, e
la speranza che mi mandino una paginetta dove raccontino il loro
BBS!
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-----> I NOSTRI BBS
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(BBS) (numero) (orario)(vel.) (SysOp)
Fido_Torino........011-5765565....24h..2400 F.Carcillo
SDN-Italy!.........011-5765568....24h..9600 F.Carcillo
Charlie's_Puppies..011-3299706....24h..9600 F.Schinco
Magazine...........011-8989069....24h..9600 L.Ravina
I.N.#2 ............011-304840.....24h..2400 M.Sinesi
I.N.#3 ............011-8126756....24h..9600 L.Vay
I.N.#4 ............011-8981304....24h..9600 S.Magni
I.N.#5 ............011-3174440....24h..2400 F.Bogli
EUreka!............011-6624400....24h..9600 P.G.Gialli
TorinoNet..........011-3100485/70.24h..2400 E.Arman
Infotel............011-2238389....24h..2400 T.Moreno
LordDrake..........011-710408.....24h..9600 F.Croce
Travelmatic........011-502423.....24h..9600 M.Cristofaro
Sintagma...........011-596274/48..24h..2400 M.Civra
EGO................015-757151.....24h..2400 G.Amosso
Piemonte_Computer..0121-542795....20-8.2400 P.Goria
Lady_Bright........015-8353153....20-8.9600 G.Bragante
Olivetti_Software..011-373651.....24h..2400 E.Olivetti