Quando il lavoro diventa il tuo tag
Se posso dare i miei due cents, questa cosa di dover trovare "la propria professione" o "il proprio sogno da raggiungere" e' un'imposizione deleteria della cultura occidentale, che ci vuole costantemente produttivi e occupati in qualcosa, a discapito di altre attivita' come lo studio, la meditazione, o l'introspezione, o anche semplicemente il rapporto con l'altro, che sarebbero molto piu' "salutari".
Non credo nemmeno alla retorica (sicuramente a fin di bene) del "trova un lavoro che ti piace e non lavorerai mai". E' una balla, secondo me. Non metto assolutamente in dubbio che ci siano persone che amano il proprio lavoro e che lo svolgono con passione, con impegno e traendone gratificazione. Ma per quanto mi riguarda, ho provato a trasformare in lavoro alcuni dei miei hobby e delle cose che mi piace fare nel tempo libero, e i risultati sono stai disastrosi, in quanto non appena il piacere diventava lavoro non era piu' un piacere.
Non e' un delitto non sapere "che cosa farai da grande". Siamo tutti esseri umani complessi, con mille interessi, inclinazioni e talenti, ma questo non significa che necessariamente dobbiamo averne uno prevalente rispetto agli altri.
Per quanto mi riguarda personalmente, il lavoro dei miei sogni (al netto del fatto che naturalmente non deve farmi schifo di per se e non deve andare contro ai miei principi) e' un lavoro con un buon balance tra income e tempo libero. Migliore e' il balance, migliore e' il lavoro, qualsiasi esso sia.
Obviously, it's just my opinion. 😉
Pigrizia mi andrebbe anche bene. Non sono affatto pigra, ma capisco come il concetto di prigrizia, in questa concezione malata (malata sempre secondo me), vada a braccetto con la mancanza di ambizione.
Mi irrita un po' di piu quando ti tacciano di negativita'/pessimismo, visto che al 90 per cento dei casi, e' la positivita' delle attivita' svolte nel tempo libero che ci tiene sani di mente. Non certo il workalholism.
(pensiero preso da internet)