E ora brexit?
Boris Johnson ha i numeri per far passare il suo accordo: se non ci saranno sorprese il Regno Unito sarà fuori dall'Unione Europea dal 31 gennaio, ma intanto solo formalmente
La Brexit è molto più vicina, ora che il leader dei Conservatori britannici, Boris Johnson, ha ottenuto una grande vittoria alle elezioni di ieri.
Johnson ha ottenuto i voti necessari in parlamento per far passare il suo accordo per l’uscita del paese dall’Unione Europea, un obiettivo che sarà probabilmente raggiunto entro il prossimo 31 gennaio, l’ultima scadenza fissata dai leader europei dopo numerosi rinvii.
Ma anche in questo caso non sarà la vera fine di Brexit, poiché a partire dal 31 gennaio inizierà un periodo di transizione che durerà almeno fino alla fine del 2020.
Durante questo periodo la situazione rimarrà com’è ora, per quanto riguarda leggi e accordi internazionali. Il Regno Unito continuerà di fatto a far parte dell’Unione Europea, anche se non lo sarà più formalmente.
Questo stato di cose sarà mantenuto per dare il tempo ai negoziatori di accordarsi su una serie di questioni, dalla sicurezza alla cooperazione nella giustizia e molte altre materie tecniche.
Ma la cosa più importante che resterà da negoziare è un nuovo accordo commerciale. Le trattative saranno lunghe e complesse e c’è la possibilità che non ci sia il tempo sufficiente a concluderle.
Dopo il 31 gennaio, infatti, gli stati membri dell’Unione dovranno votare un mandato a un gruppo negoziale per occuparsi delle trattative commerciali, e servirà anche il consenso del Parlamento Europeo.
Difficilmente si riuscirà a cominciare prima di marzo e a quel punto ci saranno solo tre mesi, fino alla fine di giugno, per concludere il trattato commerciale: un tipo di accordo che in genere è lungo migliaia di pagine e che spesso richiede anni per essere ultimato (l’Unione Europea non ha mai approvato un accordo commerciale in così poco tempo, quello recente col Canada ha richiesto anni di trattative).
L’accordo dovrà poi essere ratificato dai vari stati membri europei.
Secondo Johnson sarà comunque possibile ratificare l’accordo in tre mesi, perché i regolamenti europei e britannici sono già praticamente allineati.
Se invece alla fine di giugno il trattato non sarà stato ratificato, il Regno Unito avrà la possibilità di chiedere un’estensione del periodo di transizione, ma Johnson ha già escluso questa eventualità.
Senza estensione, il Regno Unito lascerà in tutto e per tutto l’Unione Europea a partire dal primo gennaio 2021.
Se lo farà senza un accordo commerciale, la situazione sarà probabilmente simile a quella degli scenari più gravi del cosiddetto “no deal”: l’uscita senza accordo con l’Unione, temuta da molti nel Regno Unito e in Europa nel corso dell’ultimo anno.
(Fonte: IL POST)
GLI EFFETTI:
Basta la carta di identità o necessita avere il passaporto?
Sarà ancora ancora valida la tessera sanitaria o devo fare un’assicurazione?
🤲La prima vera modifica riguarderà il visto. Prima delle elezioni, i conservatori hanno presentato un piano per l'immigrazione molto dettagliato. E adesso lo applicheranno. I turisti che arriveranno in UK da Paesi Ue, quindi anche dall'Italia, dovranno essere muniti di visto elettronico, da conseguire almeno tre giorni prima della partenza per la Gran Bretagna. Per ottenerlo sarà necessario seguire una procedura online molto simile a quella che attualmente è in vigore per ottenere l'ESTA (Electronic System for Travel Authorization) che consente l'ingresso negli Stati Uniti. Il visto statunitense costa 14 dollari, mentre il costo del futuro visto per il Regno Unito non è ancora chiaro. Visto alla mano, un turista potrà fermarsi – magari a Londra – per un massimo di 3 mesi, scaduti i quali dovrà far ritorno nel suo Paese di origine. Per rimanere in Gran Bretagna oltre i tre mesi, infatti, sarà necessario un permesso di lavoro.
Ma c'è un intoppo in più. Con la nuova legge sull'immigrazione, non sarà possibile entrare in UK con la carta di identità. Per ottenere il visto elettronico, infatti, sarà necessario disporre di un passaporto biometrico (i nuovi passaporti rilasciati ovunque, in Italia, già da qualche anno). Lo stesso passaporto sarà richiesto in dogana, una volta arrivati a destinazione.
Queste nuove regole dovrebbero entrare in vigore già a partire dal prossimo 31 gennaio 2020.
Ciononostante, è molto probabile che dopo il 31 gennaio possa scattare un periodo di transazione della durata di 11 mesi, durante i quali si lavorerà per rendere le nuove regole del tutto effettive. Visto elettronico e passaporto, dunque, potrebbero essere necessari a partire dal 1 gennaio 2021. Le date, tuttavia, sono ancora in definizione. E per chi ha deciso di recarsi in Gran Bretagna nei prossimi mesi, è meglio rimanere costantemente aggiornati su eventuali nuovi sviluppi.
🗣Ad oggi, le notizie riguardanti la validità della copertura sanitaria europea nel Regno Unito sono le seguenti: nel caso – oggi molto probabile - Brexit si concretizzasse, le tessere europee di assicurazione malattia registrate nell'UE (ovvero quella che conosciamo come tessere sanitarie) non saranno valide. E qui arriva in aiuto anche l'Unione Europea, che nelle sue FAQ sulla possibilità di Brexit spiega: «I cittadini dell'Ue non saranno più in grado di accedere all'assistenza sanitaria nel Regno Unito con la loro tessera europea di assicurazione malattia. Controlla con il tuo ente assicurativo se le spese mediche di emergenza sono rimborsate in un Paese non appartenente all'Ue. Se non lo sono, puoi decidere di sottoscrivere un'assicurazione di viaggio privata». Per tutto il periodo di transizione (che dovrebbe estendersi fino al 31 dicembre 2020), non è in programma nessun cambiamento per quanto riguarda l'assistenza sanitaria. Per averla, dunque, è necessario possedere la tessera sanitaria italiana. Questo documento permette ai cittadini europei in terra britannica di ricevere cure e assistenza di base negli ospedali pubblici. L'intenzione è quella di apportare delle modifiche che dipenderanno dagli accordi presi tra il Regno Unito e l'UE al termine del periodo di transizione. Ma si vedrà più avanti, dunque.
#📞Costi sul roaming telefonico
Altro capitolo spinoso riguarda i costi sul roaming telefonico. Da ormai un po' di tempo, i cittadini italiani in UK (come nel resto dei Paesi europei) possono usare i loro piani tariffari come se fossero in Italia, senza sovrapprezzi. Lo ha stabilito l'Unione europea con una legge entrata in vigore il 15 giugno del 2017. Con Brexit, le cose potrebbero cambiare. Senza accordo, infatti, verrebbe meno la garanzia della gratuità del servizio roaming, e il Regno Unito diventerà a tutti gli effetti un Paese fuori dall'accordo UE. Come suggerisce l'ambasciata italiana, i cittadini italiani (possessori di sim italiane) che visitano l'Inghilterra, dovranno fare riferimento al proprio operatore telefonico circa gli addebiti roaming.
(Ilsole24ore)