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BFi numero 10 anno 4 file 03 di 18
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-----------[ BFi numero 10, anno 4 - 30/09/2001 - file 3 di 18 ]--------------
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-[ C0LUMNS ]------------------------------------------------------------------
---[ ACiDLiFE
-----[ [deletia] - shalom
http://www.acidlife.com - http://www.annozero.org
--[ ACiDZER0
[deletia]
Aria sempre piu` irrespirabile. Un senso opprimente di soffocamento.
Provo a squadernare la storia su di un vecchio tavolo in legno, tarlato.
Dispiego piccoli rettangoli di carta e plastica l'uno accanto all'altro,
su piu` file.
Osservo reggendomi la testa con la mano destra, poi l'appoggio sopra la
storia ed esco per un caffe`.
Ok, parliamo di spazio. Il mio corpo si muove nello spazio. Una volta si
muoveva libero nello spazio, ora no. Ora il mio corpo e` libero di
impugnare denaro per pagare il proprio muoversi nello spazio. Millecinque
di caffe`.
Mi muovo sulle mie gambe, percorro strade, attraverso piazze, infilo
vicoli su vicoli cosi`, per arrivare a sera.
Arrivo a sera dopo qualche chilometro e ore di cammino. Di solito e` lei ad
arrivare da me ma oggi proprio non avevo voglia di aspettarla. Ero
ansioso. Ho passato la giornata a produrre, diligentemente ho anche
consumato, con moderazione. Ora non mi resta che crepare, magari consumando
ancora un po', almeno quello che mi resta.
Sollevo la mia testa dalla storia e pulisco con la manica del maglione la
chiazza di bava che ha imbrattato almeno mezzo XX secolo. Kristo.
Sono sempre piu` incuriosito dall'assurdita` di quello che mi circonda. Ho
trasformato negli anni un po' della mia rabbia in curiosita`, quel tanto
che basta per imparare a cercare quella splendida e lucente mazza con cui
spaccare tutto.
Spalanco gli occhi di fronte a quelle cantine in cui l'umanita` occidentale
si sta cacciando. Ricordano molto bunker antiatomici, quelli belli pero`,
con provviste e ogni genere di comodita`, soprattutto quelle inutili.
Dopo aver perso la voglia di sorridere, dopo aver imparato a traslare il
proprio io dentro una stupidissima scatola parlante, l'umanita` occidentale
(d'ora in poi l'uomo, la gente, i cadaveri) sta imparando ad apprezzare i
benefici dell'isolamento.
A che serve mettersi in discussione con qualcuno quando la stupidissima
scatola parlante puo` dire a tutti le stesse cose? Perche` rischiare ogni
genere di pericolo fuori dal bunker, all'aperto, per sentire i cazzi
altrui? In fondo la realta` e` semplicemente un attimo che corre tra una
fottutissima nascita e una fottutissima morte. E` quello splendido momento
che permette di consumare e produrre prima di crepare.
Negli anni, l'ineluttabilita` di una vita produttiva, la folgorante paura
dell'universo, il totale buco nero dell'esistenza, hanno convinto l'uomo
all'assurdita` del ritrovo e dello scambio. All'assurdita` del Sogno e del
Piacere, del Regalo e dell'Amore.
Quella splendida macchina di morte che e` ora il nostro mondo e` riuscita
nel terribile intento di creare mostri decerebrati dediti al mantenimento
del sistema stesso.
Il nostro sistema e` ora una complessa e potente MACCHINA elaboratrice di
realta` e succhiatrice di sangue, merda e succhi gastrici. Gli studiosi la
chiamano pensiero unico.
In questo carnaio maleodorante, nell'enormita` della macchina, i grandi e
stolti ingegneri vanno a caccia di bachi.
Li vogliono tutti sotto controllo questi bachi, tutti in casa o in luoghi
adibiti alla raccolta. Tutti controllati, schedati, catalogati.
Ci sono riusciti, in casa ci tengono. Per premio ci hanno dato un
giochino, una bella scatola luminosa che parla come l'altra ma e` molto piu
intelligente.
Con quella scatola i cervelli fritti comprano, i bachi studiano,
apprendono si conoscono.
Cosi`, privati dello spazio, rinchiusi e controllati, i bachi del sistema
si offrono come esempio. Si donano al mondo per quello che sono e che
vogliono essere: donne e uomini liberi.
Prima regola del fight club e` che non si parla mai del fight club.
Acidlife e` uno spazio libero, free e opensource. E' un errore di sistema,
un luogo dove la creativita` e lo spirito sono gratuiti e disponibili.
Acidlife vuole essere una testimonianza attiva di quello che NON e`
l'umanita`. Acidlife non e` un'etichetta, non e` profitto, pubblicita` o
costrizione.
Acidlife ha vissuto esperienze differenti nei suoi due anni e mezzo di
vita. Partita come esperienza di un singolo, col tempo si e` allargata
coinvolgendo decine di persone di ogni eta` e estrazione sociale.
Amicizie, incontri, traslochi e amori hanno cementato il percorso. Un
collante emotivo fondamentale. Per noi, dediti alla liberta` del Sogno, la
forza della condivisione e` il motore principale per tutte le attivita` che
mettiamo in gioco.
Ora le cose cominciano in qualche modo a quagliare. L'estate scorsa si e`
chiuso un ciclo vitale del percorso di acidlife. Dopo un periodo di
collettivizzazione, di gruppi di lavoro e strutture articolate, le forze,
le idee e gli stimoli sono andati sempre piu` annullandosi.
Usciamo da mesi di riflessioni che porteranno a marzo verso la nuova
acidlife.
Acidlife e` attualmente mantenuta con un piccolo obolo di due dozzine di
persone. Conta un centinaio di iscritti alle mailinglist e una
cinquantinata di mail sparse per l'italia.
Lo scopo e` essere uno stimolo e un'occasione di creativita`. Uno spazio web
disponibile affinche` idee, progetti, servizi siano liberi di nascere e
affrontare il mondo.
Il sito varia nel tempo, a seconda degli stimoli e delle idee di chi ha
voglia di lavorarci. Attualmente la base di partenza per il nostro nuovo
scampolo di vita e` una miniredazione, un piccolo manipolo di flashari,
parecchie menti illuminate e un network di siti e realta` (dimensions)
sviluppatesi attorno ad acidlife.
Il resto e` il nostro futuro e le nostre idee. Obiettivo: tanti amici e
alleati, perche` uniti si vince.
--[ L'iNF0RMAZi0NE DEVE ESSERE LiBERA
shalom
Annozero nasce come una costola di Acidlife, tanto che fino a poco tempo
fa era un suo dominio di terzo livello ed ora fa parte del suo network in
fieri. Muove i suoi primi passi dalla volonta` di cogliere una sensibilita`
informatica, profondamente politica, che si riconosce in una semplicissima
espressione: il sapere non deve avere barriere. Arrivano la prima homepage
e i primi scritti, poi arriva "Hacker in your mind", con lo scopo di
recuperare l'etimologia del termine hacker, persona esasperatamente
curiosa che "mette le mani" (hack) e costruisce. Infine la sterzata. Verso
il software libero.
Una scelta, quella di abbracciare argomenti strettamente correlati al
Progetto Gnu, motivata dal fatto che il software libero attualmente
rappresenta in miglior esempio spontaneo ed eterogeneo della vera natura
dell'essere informatico. Recupera le radici prime dell'informatica, quelle
attecchite alla fine degli anni Cinquanta al Tmrc (Tech Model Railroad
Club) del Mit secondo cui "il software non era forse un dono al mondo,
qualcosa che era gia` una ricompensa? [...]. Scrivere un buon programma
significa costruire una comunita` e non produrre una merce. In ogni caso,
nessuno dovrebbe mai pagare per il software: l'informazione dev'essere
libera" ("Hackers", Steven Levy).
Oggi, quelle radici vengono riscoperte attraverso concetti che non sono
per niente nuovi: sorgenti al posto di binari, rilascio dei codici, libera
redistribuzione, condivisione delle conoscenze. E allora perche` la
necessita` di recuperare questi valori, quarant'anni dopo i Tx-0 e il
Pdp-1? Perche` la logica commerciale ha introdotto lucchetti, eseguibili
che si cliccano ma non si studiano, licenze monouso. Ha avviato politiche
che limitano la veicolazione delle conoscenze - introduzione di brevetti,
sfruttamento commerciale del diritto d'autore -, trasformato illeciti
civili in reati penali, inasprito le sanzioni trasformandole in condanne.
Annozero non parlera` di Linux e del software libero da un punto di vista
tecnico. Ha piuttosto come scopo quello di tenere d'occhio quello che
accade a livello politico e legislativo. Di farlo con un minimo di
puntualita` e di riferire i cambiamenti che influenzano, positivamente o
negativamente, la diffusione dell'informatica nella societa` civile. Non
abbraccia toni da guerra civile, ma semplicemente riferisce. Perche` non
occorre urlare la propria battaglia. E' piu` proficuo studiare i fatti,
approfondirli, per avere una risposta - o per anticiparla - di fronte ad
attacchi il cui unico obiettivo e` imbrigliare cio` che non di deve
imbrigliare: la circolazione del sapere, sotto forma di byte o parole che
sia.
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