Akumajou Dracula 悪魔城ドラキュラ
(Castello Demoniaco Dracula)
Data di uscita: 22/02/88
Supporto: Konami JAMMA arcade board
Prima e a tuttora unica incarnazione da sala giochi della serie, questo gioco rappresenta, come suggerito dal titolo stesso (inspiegabilmente cambiato in un anonimo Haunted Castle per l’occidente), un remake dell’originale. Per una trasposizione propriamente arcade, del resto, altro non ci si poteva aspettare che una riproposizione del modulo di gioco puramente arcade del primo titolo della serie. In un momento di mercato in cui la logica era trasporre in porting domestici i successi arcade che furoreggiavano nella sale giochi, sicuramente la saga di Akumajou Dracula rappresenta, con questo titolo, un vero e proprio caso di controtendenza.
Chiaramente, ‘remake’ non significa affatto ‘conversione’. Al di là della meccanica fondamentale di gioco e dell’ambientazione generale (sia in termini di design dei nemici che delle locazioni), questo titolo e l’originale per Famicom hanno ben poco a che spartire. La storia del gioco viene qui modestamente rivisitata con la strumentale introduzione di Serena, un’improbabile promessa sposa di Simon Belmondo che viene prontamente rapita dal malefico conte Dracula: una motivazione in più per il nostro eroe per imbracciare la sua fida frusta ammazzavampiri e mettersi alla caccia del Conte!
Tuttavia è il comparto estetico e tecnologico a mostrare la più spiccata innovazione: grazie alla potenza messa a disposizione dal supporto arcade, che ai tempi rappresentava la punta di diamante nello sviluppo tecnologico del settore, il coin-op di Akumajou Dracula faceva sfoggio di un comparto grafico e sonoro del tutto impensabile per i titoli casalinghi. Sprite grandi, dettagliati e colorati che si stagliavano su fondali variopinti facevano sognare tutti i fan della saga. In questo radicale upgrade grafico, Simon acquistò per qualche ragione un look che lo rende più simile a un barbaro che al cacciatore di vampiri che tutti conoscevano, per non parlare del colore della sua chioma, inspiegabilmente divenuta blu. Anche le musiche, sempre d’alto livello compositivo in perfetta tradizione Konami, si presentavano qui tra nuove e vecchie melodie con una qualità anch’essa impensabile per i sistemi da gioco domestici. Dal punto di vista della giocabilità, questo titolo non si discosta molto dal classico capostipite, salvo qualche differenza nelle subweapon (qui solo quattro, e leggermente diverse dalle originali).
Ciò che rende questo titolo un gioco tutto sommato sotto le aspettative è l’estrema difficoltà: se già l’originale risultata impegnativo a dir poco, uno spiccato sbilanciamento tra le capacità dell’eroe (in particolare la lentezza del suo attacco) e la presenza dei nemici rende l’arcade di Akumajou Dracula tristemente sbilanciato. Si tratta del tipico ‘mangia gettoni’ dell’epoca, che voleva farsi giocare per la festa grafica che proponeva, ed eventualmente frustrava il giocatore costretto a impararlo letteralmente a memoria per poter procedere. Si consideri del resto che nelle sue impostazioni di default il gioco prevedeva una sola vita per partita, e tre soli continue a disposizione, e si capirà quanto potesse essere arduo portare a termine i sei insidiosi livelli di cui si compone. In compenso, era possibile inserire nella macchina gettoni aggiuntivi e usare i crediti così acquisiti durante una partita per aumentare la barra energetica del povero Simon, un atto che considerate le circostanze poteva apparire più di carità che di sopravvivenza...