Dracula Densetsu ドラキュラ伝説
(La leggenda di Dracula)
Data di uscita: 27/10/89
Supporto: Nintendo GameBoy Cartridge
Visto l’ormai consolidato successo della saga di AkuDora (forma familiarmente contratta del titolo completo ‘Akumajou Dracula’, si ricorda qui che la pronuncia nipponica di ‘Dracula’ è DORAKYURA), la Konami si decise ben presto a produrne una prima versione portatile, realizzando così un titolo per l’originale GameBoy (in bianco e nero) della Nintendo.
Piuttosto che convertire pedissequamente il titolo originale, già apprezzato in ormai così tante versioni, gli sviluppatori pensarono però di creare un capitolo completamente originale connesso al precedente. Forse poiché in questo caso si trattava di trapiantare la fortunata saga su una console dalle capacità tecniche minore come il GameBoy, la Konami non se la sentì di proporre un sequel, e optò per un meno ‘impegnativo’ prequel: sfruttando il nome di Christopher Belmondo, ideale antenato di Simon che veniva introdotto già nella storia ufficiale del primo titolo della saga, vide così la luce questo gioco che divergeva anche nella sintassi del titolo: il termine ‘Akumajou’ (Castello Demoniaco) veniva abbandonato, e per enfatizzare l’idea del prequel si inserì il termine ‘Densetsu’ (Leggenda) affianco al nome di Dracula. La Leggenda di Dracula si ambientava così ben cento anni prima le vicende di Simon Belmondo.
Un nuovo nome e un nuovo protagonista, dunque, per creare un nuovo titolo della saga sufficientemente differenziato dai principali per non irretire i fan con un apparato tecnico-cosmetico inferiore. In effetti le differenze non si sarebbero fermate qui: anche la giocabilità del titolo, per quanto classica, sarebbe stata semplificata tramite l’eliminazione di vari punti chiave del classico capostipite, a partire dalle mitiche subweapon, qui del tutto assenti. Le ambientazioni e l’estetica dei personaggi era però del tutto classica, di nuovo un eroe medioevaleggiante armato di frusta che va alla caccia del Conte Dracula nel suo tetro maniero, infestato di gotici e orrorifici mostri. Novità introdotta da questo gioco fu invece la possibilità per il protagonista di lanciare palle di fuoco dalla sua fida frusta (all’apice del potenziamento progressivo dell’arma stessa).
Se da un lato la grafica di questo titolo risulta alquanto primitiva nel suo estremo semplicismo, anche per un GameBoy in bianco e nero, dall’altro le musiche riescono ancora una volta a stupire per la loro grande atmosfera. Ciò che però stupisce più di tutto è l’estrema difficoltà del gioco, la cui azione, pur articolata in soli quattro livelli, è viziata da un lato dall’incredibile lentezza e goffaggine del protagonista, dall’altro da una richiesta di precisione soprattutto nei salti spesso frustrante.