Cronache Nipponiche di Vampiri - Parte 2
ovvero
Storia & storie della serie di videogiochi Akumajou Dracula
SALTANDO SU PIATTAFORME A 16-BIT
Giunti ormai nell’anno 1991, l’era della videoludica domestica a 16-bit era in piena esplosione e fioritura. La nuova generazione era in effetti stata inaugurata ufficialmente già nel 1988, col debutto sul mercato giapponese del Sega MegaDrive, ma fu solo nel 1990, con l’uscita del SuperFamicom, che la precedente generazione delle console a 8-bit si considerò effettivamente conclusa, poiché infine superata anche dalla sua vera dominatrice: la Nintendo.
Giustamente gli appassionati si aspettavano che proprio il neonato SuperFamicom avrebbe segnato il passaggio ai 16-bit della saga di Akumajou Dracula, ormai divenuta uno dei franchise più amati e rappresentativi della Konami, già dimostratasi particolarmente ‘fedele’ alla Nintendo. E difatti così fu: realizzando per il SuperFamicom non un nuovo capitolo, ma un sontuoso remake del capostipite della saga, la Konami rigenerò e consegnò la vera essenza di Akumajou Dracula alla nuova generazione videoludica, dimostrando sin da principio quanto le nuove potenzialità grafiche e sonore delle piattaforme a 16-bit avrebbero potuto e saputo giovare a una saga che era stata sin da principio tanto legata alle atmosfere di gioco.
La generazione dei 16-bit sarebbe stata da molti ricordata come una vera e propria Età dell’Oro per la videoludica sia arcade che domestica. In quest’epoca di esplosione creativa del settore, Akumajou Dracula non fece assolutamente eccezione, continuando a sorprendere i suoi estimatori con l’evoluzione tecnica da un lato e l’esplorazione di nuove soluzioni ludiche, artistiche e narrative dall’altro. Tra tradizione e innovazione, la Konami riusciva così a consolidare definitivamente la presenza della sua celebre saga vampirica nell’Olimpo e nella storia dei videogiochi, dalla quale il titolo di Akumajou Dracula non sarebbe mai più mancato...