Akumajou Dracula 悪魔城ドラキュラ
(Castello Demoniaco Dracula)
Data di uscita: 23/7/93
Formato: Sharp X68000 Floppy Disk
Unico episodio della serie dedicato all’home computer X68000 della Sharp, già celebre per molte conversioni da sala, questo titolo non rappresenta una conversione del titolo arcade, probabilmente ritenuto ormai superato dopo un lustro (e dopo l’avvento delle console domestiche a 16-bit), ma un remake inedito del primo episodio della serie. La trama del gioco, così come la sua meccanica, sono assolutamente fedeli all’originale, tanto da rendere comunque il sapore di questo remake in qualche modo realmente ‘antico’, ancor più di quello per SuperFamicom. I temi grafici utilizzati per le locazioni ricordano fortemente il primissimo episodio della saga, e procedendo nel gioco, nel corso degli otto livelli che ne compongono la totalità, sono frequenti le riprese di elementi cosmetici relativi ai titoli precedenti.
La grafica è sicuramente di buon livello, anche se in qualche modo altalenante: su dei fondali talvolta magnifici ed evocativi si staglia lo sprite principale di Simon, pressoché monocromatico in un modo che fa davvero ripensare all’epoca dei titoli a 8-bit. La musica, com’è tradizione della serie, è sempre straordinaria, con tracce sonore (in formato midi) che riprendono i temi classici, remixandoli, oppure ne introducono di nuovi.
Anche la giocabilità del titolo è assolutamente classica: ignorando le innovazioni introdotte dalla versione SuperFamicom, le movenze e gli attacchi di Simon tornano a essere limitati a quelli del primissimo titolo per Famicom, così come la sua dotazione di subweapon (più un’inedita erba curativa, molto utile quanto molto rara). Tuttavia, il vero punto di tremenda assonanza con i primissimi titoli della saga sta forse nella sua immane difficoltà! In maniera pressoché anacronistica anche per i suoi tempi, questo gioco presenta un livello di sfida davvero ‘antico’, ovvero basato su passaggi frustranti e necessità di precisione millimetrica nei movimenti.
A giudicare dai contenuti di questo particolarissimo titolo, si direbbe che il pubblico giapponese dell’home computing fosse già orientato al feeling del retrogaming nei primi anni novanta. Curiosamente, forse per la sua stranezza, o forse per la sua unicità, o ancora a causa di una certa difficoltà di reperimento negli anni (si ricorda la grande deperibilità del supporto: dischi magnetici da 5 1⁄4), o ancora per la bellezza domestica dell’oggetto fisico che lo conteneva (grande scatola di plastica a cofanetto con i quattro dischi), proprio questo titolo divenne uno dei più ricercati e ambiti dai collezionisti e appassionati di AkuDora, tanto da motivarne –più di dieci anni dopo- un porting diretto per Sony PlayStation.
SHARP X68000
Benché mai vista (e per lo più del tutto sconosciuta anche a tutt’oggi) in occidente, questa macchina basata sulla tecnologia del famoso processore a 16-bit della Motorola chiamato appunto 68000 visse in effetti una propria epoca d’oro negli anni dell’home computing, restando sulla ‘cresta dell’onda’ anche più a lungo delle ben note controparti occidentali (come ad esempio l’Amiga). Tra i motivi del suo successo c’erano anche delle spiccate potenzialità grafiche, merito di un chipset dedicato assai simile alla tecnologia delle schede arcade dei tempi, che rendevano la piattaforma particolarmente adatta alla conversione di videogiochi. E così, benché il dato sia pressoché ignoto al pubblico occidentale, sul X68000 videro la luce moltissime conversioni di famosi videogiochi arcade giapponesi, spesso ben superiori alle controparti per console, tra cui spiccano quelle Capcom (Strider Hiryuu, Daimakaimura e Final Fight e Street Fighter II su tutte), nonché di molte altre famosissime software house nipponiche, tra cui soprattutto Sega e Konami. E così quest’ultima, dopo aver proposto numerose versioni dei suoi acclamati shooter (le serie di Gradius, Parodius, Salamander), giunse infine a proporre un episodio dedicato anche della sua celebre saga vampiresca Akumajou Dracula.