Akumajou Dracula XX 悪魔城ドラキュラXX
(Castello Demoniaco Dracula XX)
Data di uscita: 21/07/95
Formato: Nintendo SuperFamicom Cartridge
L’originale Akumajou Dracula X per PC- Engine Super CD-ROM2 aveva riscosso un buon successo in patria, ma non era mai potuto essere distribuito fuori dal Giappone, a causa della pressoché nulla diffusione della console alla quale era dedicato. Il titolo stava diventando sempre più una sorta di ‘perla rara’ per gli appassionati occidentali, il cui peso economico si faceva d’altronde sempre più significativo nel mercato mondiale dei videogiochi, e così forse anche per poter contare su una distribuzione internazionale la Konami decise di convertire Dracula X per SuperFamicom, il 16bit della Nintendo diffuso ovunque nel mondo. Chiaramente, benché il SuperFamicom fosse una console tecnologicamente superiore alla famiglia del PC-Engine, si trattava sempre di realizzare un porting di un videogioco nato e sviluppato in CD-rom verso il formato cartuccia, e questo avrebbe innanzitutto necessitato dell’eliminazione di tutte le scene animate, le musiche da CD e il parlato. Inoltre, Dracula X era stato sviluppato specificatamente per l’hardware della console Nec, nascendo in ragione delle sue particolarità e del suo sfruttamento, e per questo un porting fedele sarebbe comunque stato difficoltoso. Per questo, la versione SuperFamicom di Dracula X volle intendersi più come un remake che come una conversione diretta: il titolo fu modificato in Akumajou Dracula XX (scrittura che secondo una tradizione giapponese si legge ‘double-ex’ e non ‘ex-ex’), il leggendario sottotitolo Chi no Rinne [Rondo] fu semplicemente eliminato, e molti elementi del gioco furono rielaborati.
Narrativamente parlando, il ‘capitolo’ della saga di AkuDora è lo stesso, e anche le vicende narrate sono esattamente le stesse: il prete oscuro Shaft resuscita Dracula che rapisce Annette, la sorellina Maria e le altre due fanciulle, tutto nascoste poi nel castello demoniaco per essere salvate dal vendicatore Richter Belmondo.
Sfortunatamente, al di là dell’eliminazione delle sequenze animate e del restyling generale dell’artwork del titolo (lo stile anime dell’originale avrebbe reso molto male in un gioco che di animato non poteva avere nulla), la grafica di Dracula XX risulta francamente inferiore a quella di Dracula X : nonostante gli sforzi dei programmatori, infatti, le palette di colori a disposizione delle due rispettive console erano inevitabilmente diverse, e la palette del SuperFamicom, ricca di colori sfumati, pastello e generalmente più ‘morbida’, mal si adattava a rendere le ambientazioni grafiche di Dracula X, pensate e create sulla sgargiante palette del PC-Engine Super CD-ROM2. A dispetto dei begli effetti hardware da disposizione del SuperFamicom, i fondali risultarono così piuttosto penalizzati, non solo nella realizzazione tecnica ma anche nella creazione artistica, resa molto più ripetitiva e meno ispirata (forse per la limitazione di memoria del supporto cartuccia), mentre gli sprites erano essenzialmente gli stessi. Sorprendentemente, il sonoro restava invece su livelli altissimi nonostante la perdita dell’audio generato da CD: grazie allo straordinario chip sonoro del 16bit Nintendo, infatti, il passaggio su cartuccia quasi non fece rimpiangere le tracce su formato ottico.
Tuttavia, il comparto più deludente di questa conversione è senza dubbio quello della giocabilità: molti elementi dell’originale furono infatti eliminati o modificati per il peggio in questa pseudoconversione. Innanzitutto, scomparve la possibilità di utilizzare il personaggio di Maria, qui presente come mera ‘bambina da salvare’ alla stregua delle altre fanciulle, e con lei sparì uno dei punti più interessanti (e diversificanti del gioco). Richter mantiene il suo set di movenze e attacchi, con qualche piccola alterazione cosmetica (sempre per il peggio), ma sembra forse muoversi un po’ più a fatica. Restavano i finali multipli, ma i livelli ‘segreti’ scendevano da cinque a due soltanto, riducendo significativamente la lunghezza del gioco, e i livelli rimasti erano stati peraltro ridisegnati in maniera assai più ripetitiva e banale, anche in quanto a presenza di mostri e nemici. Anche il bilanciamento della difficoltà di gioco finì per risentire di questi cambiamenti, e la cosa culminò con l’alterazione del leggendario confronto finale di Richter contro Dracula, la cui ‘seconda forma’ (demoniaca) fu del tutto modificata e resta realmente frustrante a causa della discutibile idea dei programmatori di far svolgere la battaglia su delle colonne.
In definitiva, Dracula XX può considerarsi un gioco tutto sommato apprezzabile se considerato a sé, ma delude drammaticamente nel paragone col titolo di cui si vorrebbe considerare la conversione. Permane la sensazione di un porting monco e malriuscito, tant’è che l’originale Akumajou Dracula per SuperFamicom, che all’uscita di questo nuovo titolo era ormai vecchio già di quattro anni, sembra ben più onesto e meglio realizzato, con un’uniformità stilistica e una sua completezza e coerenza interna di cui questo Dracula XX sembra assolutamente difettare, sino a risultare globalmente inferiore del suo predecessore sulla medesima console.