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Vana Imago 3 42
Alfa e Omega
di
eXceptiON handlER
Giornata di infinita quotidianit
.
Sveglia, ore 15.44, le ore esatte non mi sono mai piaciute.
Accendo la mia postazione e nell'aria afosa ed irrespirabile di camera
mia mi siedo alla tastiera, cercando di capire chi sono e perch devo
avere questo immancabile mal di testa. Non sono molto soddisfatto del
monitor al plasma che ora sta iniziando ad avere qualche problema di
refresh, scazzando in qualche punto i pixel, accuratamente predisposti
da una logica binaria.
Lo yogurt che amorevolmente scarto ha un che di chimico
indefinito, ma perfettamente in tinta con l'atmosfera che ormai
da molto tempo si creata in questa zona della casa. Venti programmi
macinano dati mentre con difficolt
cerco di accedere all'infinita rete.
Non devo fare nulla di importante oggi, ma non c' mai stato nulla di
importante de fare, n qui, n l.
L'aria qui dentro insopportabile ma anche l
dentro, a differenza che
qui, magari incespicando in qualche cavo, la riesco a migliorare (o
almeno cos vorrei) aprendo la finestra su un mondo grigio e caldo.
L'ora che ho scelto per entrare la meno opportuna, non c' un cane per
strada e le poche anime che intravedo nel vedermi se la filano di
soppiatto si nascondono. Mi metto dove di solito non piove fastidio e
rumore, mentre intraprendo una lettura disinteressata a qualche rivista
di mondanit
, pubblicit
asiatiche e sudamericane comprese.
Mi chiedo sempre chi il pazzo folgorato che si diverte a passare interi
pomeriggi a montare spezzoni subliminali inutili, come se di pazzi
ce ne fossero pochi...
Una voce remota mi accorgo che mi arriva da qualche parte parlando
dell'evoluzione della specie e delle conseguenze disastrose che ha portato
l'allargamento delle metropoli, una voce calda e profonda come quella
della coscienza. Ci parla del controllo su noi stessi, che abbiamo
inconsapevolmente (davvero?) rifiutato, della coscienza che spesso
preferiamo non ascoltare rendendoci cos servi di strumenti che non servono
a nulla tranne che per ingannare. Alzo gli occhi guardando asettico la
folla che mi circonda senza vedermi, nessuno sa cosa sta facendo n dove
sta andando, sono in pochi a chiedersi e ad interrogarsi su come far
funzionare le cose nel modo corretto. C' una sottile linea che ci divide
e che nessuno vede, come in un cavo di fibre ottiche non sembrerebbe
esserci nessuna differenza tra quei minuscoli fili in esso, ma diverso
dagli altri per quello che contiene e trasporta. Ma l'importante non
questo, ma la capacit
che ci neghiamo di cambiare l'input e l'output a
nostro piacimento. La voce riprende a parlare con un tono talmente triste
e basso, da strozzarmi con un nodo in gola ogni pensiero. Narra della
triste storia dell'uomo e della felice storia dell'uomo, di ogni cosa che
ci sembra aver vissuto in prima persona nella nostra breve vita.